Mandato di cattura contro Netanyahu. A Khamenei non basta neanche l’arresto: “Va giustiziato”
Nonostante le voci di un accordo imminente per una tregua in Libano, le dichiarazioni di Khamenei sembrano allontanare sempre più questa possibilità, gettando nuove ombre su una soluzione pacifica. Nelle ultime ore, il sud del Libano è stato teatro di violenti bombardamenti israeliani, mentre dalla Guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, arriva una dichiarazione che scuote gli equilibri già fragili della regione. «Il recente mandato di arresto non è sufficiente. Netanyahu e le autorità israeliane dovrebbero essere giustiziati per crimini di guerra», ha dichiarato Khamenei durante un incontro con i membri delle forze volontarie Basij, affiliati alle Guardie rivoluzionarie.
Khamenei: “Annienteremo Israele”
La Guida suprema ha poi incalzato, definendo Israele un «nemico stupido» e sottolineando come il bombardamento delle aree residenziali a Gaza e in Libano non rappresenti una vittoria, bensì un crimine destinato a rafforzare il fronte della Resistenza. «Lo spirito e le capacità dei Basij sconfiggeranno sicuramente le potenze arroganti, gli Stati Uniti e l’Occidente e il regime sionista», ha aggiunto con tono perentorio.
Unifil e il ruolo cruciale della comunità internazionale
A Roma, intanto, durante i Med Dialogues, il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib ha ribadito l’importanza della missione Unifil nel garantire la pace in Libano. «Gli sforzi di Unifil sono fondamentali. Condanniamo ogni attacco contro di essa e chiediamo a tutte le parti di rispettare la sicurezza delle truppe», ha dichiarato, sottolineando l’urgenza di porre fine al conflitto tra Hezbollah e Israele.
Ma in uno scenario di guerra, non basta chiamare la pace. Intensi raid aerei israeliani hanno colpito diverse località del Libano meridionale, comprese le zone di Tiro, Bint Jbeil e Marjayoun. L’offensiva, che mira a stanare i combattenti di Hezbollah e in particolare la sua mente operativa, Muhammad Haydar, si è intensificata attorno a Khiam, Bayada e Shamaa, con resoconti di scontri violenti e distruzioni su vasta scala.
Hezbollah warned Israel that they will strike Tel Aviv if Israel strikes Beirut.
After that threat, Israel struck Beirut over 20 times since last night. pic.twitter.com/Lb4Z6UQP1u
— Open Source Intel (@Osint613) November 25, 2024
Gli Emirati pubblicano le foto dei presunti assassini del rabbino
In un contesto già incandescente, gli Emirati Arabi Uniti hanno rilasciato le immagini di tre uomini sospettati di essere coinvolti nell’omicidio del rabbino Zvi Kogan. I tre individui, di origine uzbeka, sono stati fotografati ammanettati e bendati, un’immagine che ha fatto il giro del mondo e sollevato interrogativi sulla gestione della giustizia nella regione.
Very interesting: @ynetnews reports the Uzbek suspects in the murder of Rabbi Zvi Kogan fled to third country where they were arrested and extradited back to the UAE. Worth recalling the reports they fled to Turkey. Did Ankara assist? #Israel #Iranhttps://t.co/PUReiI89PT
— Jason Brodsky (@JasonMBrodsky) November 25, 2024
Una regione sull’orlo del baratro
L’offensiva israeliana si estende anche alla periferia sud di Beirut, colpendo roccaforti di Hezbollah come Haret Hreik. Il portavoce dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, ha confermato su X (ex Twitter) che gli attacchi mirano a «strutture e interessi» del gruppo armato. Nelle stesse ore, Ali Larijani, consigliere della Guida suprema, ha annunciato che l’Iran sta preparando una risposta agli attacchi israeliani del 26 ottobre contro il territorio iraniano. Tuttavia, la sicurezza nazionale richiede segretezza, ha dichiarato Larijani, suggerendo anche la possibilità di futuri negoziati nucleari con gli Stati Uniti, ma specificando che sarà Teheran a scegliere il momento per i negoziati.
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