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Ноябрь
2024

Le nomine al Museo Egizio di Torino fanno litigare i ministri Giuli e Crosetto. Arianna e Giorgia Meloni mediano, ma il gelo resta

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Un comunicato di tre righe per smentire l’ultima lite per una poltrona. “Ogni ricostruzione giornalistica circa una presunta lite tra i ministri della Difesa e della Cultura, Guido Crosetto e Alessandro Giuli, in relazione alla conferma di Evelina Christillin alla presidenza del Museo Egizio di Torino, è destituita di qualsiasi fondamento”, fanno sapere in una nota congiunta i due esponenti del governo di Giorgia Meloni.

Un comunicato diramato per mettere a tacere i retroscena pubblicati dal Foglio e da La Stampa. È noto, però, come in politica la smentita sia una notizia data due volte. Senza considerare che la nota di Giuli e Crosetto è gelida. Probabile che ai due ministri sia stata imposta dalla premier, coinvolta in prima persona per cercare di sanare una frattura scomposta.

I titolari di Difesa e Cultura, infatti, pare non si rivolgano più la parola. Il motivo? Crosetto si è molto arrabbiato per la decisione di Giuli di confermare la presidente del Museo Egizio di Torino. La nomina spetta al ministro della Cultura, che avrebbe sondato sul punto Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia e uomo forte di Fdi in Piemonte. Al Museo Egizio è noto come da tempo non corra buon sangue tra l’attuale maggioranza di governo e il direttore Christian Greco, in passato contestato da Meloni.

Il partito, dunque, avrebbe fatto filtrare la necessità di cambiare direzione, rinnovando però la presidenza di Christillin, che era in scadenza. Un rinnovo a favore del quale si era creata una cordata trasversale: dal governatore del Piemonte Alberto Cirio al sindaco Stefano Lo Russo, fino alla Compagnia di San Paolo e alla Fondazione Crt. Problema: nessuno ha sondato Crosetto, pure lui piemontese e co-fondatore di Fdi. Il ministro della Difesa ha dunque chiesto informazioni sul rinnovo della presidenza del Museo. “Christillin ci detesta”, pare avrebbe fatto notare a Giuli. Quando il titolare della Cultura ha spiegato di averne parlato con Delmastro, Crosetto ha reagito con rabbia. È noto, infatti, come il ministro della Difesa non sia particolarmente vicino alle posizioni del sottosegretario alla Giustizia. Ecco perché la questione ha fatto deflagrare uno scontro pesantissimo tra i due.

Uno strappo profondo, che ha portato alla rottura dei rapporti dopo una chiamata dai toni accesi. Giuli si è sentito aggredito e persino minacciato dal collega, quindi ha cominciato a farsi sentire con Arianna Meloni e con la premier, in quel momento in Argentina per incontrare Javier Milei. Il titolare della Cultura ha chiesto di essere tutelato da quella che considera un’aggressione. Alla fine, secondo Repubblica, è dovuta intervenire direttamente la presidente del consiglio per cercare di non far esplodere lo scontro pubblicamente. Obiettivo raggiunto solo in parte: le voci corrono e smentirle vuol dire rimetterle in circolo. Nel governo, intanto, ci sono due ministri che non si parlano.

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