Corruzione a Vigevano, Ciocca e la spaccatura nella Lega pavese
VIGEVANO. Nasce da una spaccatura all'interno della Lega in provincia di Pavia l'inchiesta che ha portato agli arresti il sindaco di Vigevano Andrea Ceffa con altre 4 persone e che vede indagato tra l'altro l'ex europarlamentare Angelo Ciocca. Ciocca è accusato di essersi adoperato per far cadere il sindaco del suo stesso partito cercando di reclutare consiglieri disposti a dimettersi. E mentre immediata è stata la difesa del segretario del Carroccio Matteo Salvini verso il sindaco di Vigevano arrestato, dalla Lega non è arrivata nessuna parola di vicinanza all’ex recordman di preferenze di San Genesio.
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Giovenzano, San Genesio e Gemonio. È nel profondo nord che nasce la frattura della Lega, nel 2022. Con volti pavesi che hanno un ruolo determinante. Su tutti Roberto Mura da San Genesio, uscito dal gruppo della Lega in Regione per diventare capogruppo di Comitato Nord al Pirellone. Nel gruppo con Mura anche altri due (ex) consiglieri regionali leghisti Federico Lena e Antonello Formenti: tutti e tre giurano comunque fedeltà al centro destra e al presidente Fontana.
Considerato per anni il “delfino” di Roberto Mura nel feudo di San Genesio, Angelo Ciocca è stato figura di spicco del Carroccio in provincia di Pavia e recordman di preferenze in varie elezioni regionali ed europee. Ma negli ultimi anni ha visto calare la sua influenza nel partito locale, in modo particolare in Lomellina, dove i leghisti di peso, a partire dal consigliere regionale ed ex sindaco di Vigevano Andrea Sala, sono passati nella cordata capeggiata dall'ex deputata e ora assessore regionale Elena Lucchini, vogherese, e dal suo compagno Giovanni Palli, sindaco di Varzi e presidente della Provincia.
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La rottura è emersa in modo clamoroso proprio all'elezione del presidente della Provincia nel 2021, quando correvano due candidati dell'area di centrodestra dato che il centrosinistra non riuscì a presentare il suo. Anziché sostenere Palli, appoggiato da tutti i partiti della coalizione, Ciocca puntò su Angelo Bargigia, sindaco di Marzano, appoggiato dalla maggioranza dei sindaci leghisti della provincia ma perdendo nettamente alla conta dei voti. Bargigia venne poi espulso assieme ad altri rappresentanti della sua lista dal coordinatore regionale della Lega, Fabrizio Cecchetti mentre nessun provvedimento venne preso per Ciocca.
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Per le Europee di giugno, ormai finito in minoranza all'interno del suo partito, Ciocca ha allestito una grande campagna elettorale, con 1.254 tappe tra Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, aprendo decine di sedi in altrettanti comuni della provincia e non solo, veline, orsetti e i classici gadget. Questa volta, però, non ha battuto Salvini, come accaduto in passato, quando con 90mila voti risultò il più votato della circoscrizione.
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Anzi, a giugno, nonostante tutto, ha raccolto solo 38.756 preferenze, risultando il primo dei non eletti e fallendo il ritorno a Bruxelles. Anche perché Roberto Vannacci, eletto in tutte le circoscrizioni, optò proprio per quella del Nord-Ovest, impedendo così che si liberasse un posto.
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