Pensavo fosse amore, invece era un calesse
E’ proprio vero che al peggio non c’è mai fine, quando Elliott entrò nel Milan ufficialmente riscuotendo le quote dal cinese senza soldi e diventando ufficialmente il proprietario del Milan mai e poi mai avrei pensato di trovarmi in questa situazione.
Si ipotizzava che la situazione potesse migliorare, chiaramente il bilancio era un disastro e ci hanno fatto fare per anni la dieta per farci dimagrire dai debiti. Noi tifosi abbiamo accettato tutto questo perché si pensava che fosse una tappa del percorso da intraprendere per raggiungere la purificazione.
Abbiamo anche accettato un anno di squalifica dalle competizioni europee per via del bilancio, o così ci hanno fatto credere.
A livello sportivo Elliott appena insediato nella stanza dei bottoni ingaggia Leonardo come dirigente che a sua volta riesce a convincere Paolo Maldini a tornare in rossonero per fare apprendistato da dirigente.
Per farla breve, dopo un anno di gestione Leonardo ad Elliott non piace il modo di operare del dirigente carioca e lo mette alla porta, e promuove Maldini a direttore tecnico. Tra qualche alto e basso tra Maldini e Gazidis si arriva al fatidico 22 maggio 2022 con la conquista di uno dei più belli scudetti della storia rossonera. E oggettivamente in quel pomeriggio di Reggio Emilia molti sostenitori rossoneri pensavano che fosse amore, si pensava che fosse il trampolino di lancio per far tornare il Milan nei piani nobili dell’Italia e dell’Europa in pianta stabile.
Invece no…il nostro amore si è trasformato in un calesse.
Perché da quel pomeriggio è iniziata a rotolare la pallina di neve che è diventata la valanga di oggi.
Dovevamo capirlo da quella intervista che Maldini rilascio il 27 maggio 2022
“Oggi il Milan con una visione strategica di alto livello può andare a competere il prossimo anno con le più grandi. Se invece si scegliesse una visione di mantenimento, senza investimenti, senza una idea da Milan rimarremo nel limbo tra le migliori sei o sette squadre in italia per tentare di rivincere lo scudetto e qualificarci in Champions. Per questo è il momento che la proprietà. Elliott o quella che potrebbe arrivare, chiuda il triennio e capisca che strategia vuole per il futuro. Con due o tre acquisti importanti e il consolidamento dei giocatori che abbiamo possiamo competere per qualcosa di più grande in Champions”
Non è la prima volta che riporto queste parole perché secondo me da quel giorno sono iniziati i nostri problemi. Parole di Maldini che ancora ad oggi, ogni volta che le rileggo mi mettono i brividi, perché due anni prima hanno fatto la fotografia del nostro momento attuale.
Qualche giorno dopo quell’ intervista RedBird diventa proprietario del Milan, e dopo un anno di reggenza cambia praticamente tutto.
Il giorno successivo all’addio di Ibra, Maldini viene licenziato in cinque minuti senza venir sostituito.
E da quel momento si forma il famoso GLI, con Furlani a capo, Moncada con il suo fido pc e il fantasma di D’Ottavio che nessuno ha visto o sentito. Poi strada facendo capendo che tra questi di calcio nessuno capisce nulla hanno provato ad inserire Ibrahimovic come consulente esterno, perché Zlatan è di fatto un dirigente RedBird con delega sul Milan.
La cosa non ha portato a grandi risultati. Se lo scorso anno si è vissuto di rendita sull’operato degli anni precedenti, quest’anno è il primo vero anno di RedBird e i risultati si vedono.
Io credo che se c’è qualcosa che funziona non si dovrebbe cambiare ma avere l’umiltà di riconoscerlo ed al limite migliorare, Invece in questa società la presunzione regna sovrana, non c’è progettualità, non c’è programmazione, non c’è nulla.
Noi possiamo stare qui a parlare di Fonseca, che chiaramente ha le sue colpe e sta allenando la squadra in modo pessimo, dei giocatori che non si dimostrano all’altezza di indossare la nostra gloriosa maglia, ma d’altronde tutte queste cose sono figlie dell’improvvisazione di una classe dirigente totalmente inadeguata.
Ma i mali, come scritto prima, arrivano sempre da chi dovrebbe dare le linee guida e quindi da Cardinale e dai suoi tre moschettieri.
Lo so rischio di essere noioso, ma finché questa gente non capirà che siamo una squadra di calcio, europeo e non una estensione di una franchigia NBA o di una squadra di Major League noi non andremmo da nessuna parte, anzi c’è il rischio che scivoliamo sempre più giù. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il loro modo di voler fare calcio e totalmente folle e fallimentare.
Il problema sono Loro e il loro modo di pensare ed agire per fare calcio.
Pensano che il loro modo di lavorare sia quello giusto e corretto e che gli stupidi sono gli altri. Ogni tanto sbucano fuori dai loro bunker, dicono qualche farfanteria e ritornano a nascondersi.
Non siamo una squadra americana, dalle maglie con i colori impossibili, perché in nome del denaro anche la nostra storia e dignità viene venduta. O dai giubbotti da adolescenti che se me lo avessero proposto a me mi sarei rifiutato d’indossarlo.
Noi siamo una squadra europea con un passato glorioso, fatto di sconfitte ma anche di grandi vittorie, fatta di passione e di calore. Cosa che loro stanno cercando di cancellare perché sempre a loro interessa il tifoso occasionale che viene in viaggio e dopo aver visitato il Duomo va a San Siro per vedere la partita.
Carissimi yankee e gente varia, noi siamo L’AC MILAN e meritiamo ben altro.
Pensavo fosse amore invece era un calesse.
Come sempre
W Milan
Harlock
P.S.: con l’articolo di oggi arrivo a 100 scritti per il Night. Mai avrei pensato di raggiungere un numero così alto. Orgoglioso di farne parte. Grazie a tutti