Clochard morto sul marciapiede a Montegrotto, aveva passato la notte al freddo
Viveva ai margini, la sua vita è finita su un marciapiede nel freddo di una mattina di inizio dicembre. È stato presumibilmente stroncato da un infarto – anche se le verifiche sono ancora in corso – un 33enne di origini marocchine che è stato trovato senza vita martedì mattina in via Aureliana, a due passi dal dismesso hotel Bertha.
Il giovane è stato trovato attorno alle 11.30 sul marciapiede della strada che poi porta verso il noto ristornate Liviangior.
Ad accorgersi di un corpo steso sul marciapiede è stato un automobilista che passava di là e che ha immediatamente contattato i carabinieri per la segnalazione. I militari dell’Arma di Montegrotto hanno allora sollecitato subito i soccorsi, chiamando in causa l’intervento del Suem 118, proveniente dalla vicina Casa di cura di Abano.
Una volta giunti sul posto i carabinieri non hanno trovato nessuno a soccorrere il ragazzo, nemmeno la persona che aveva segnalato la presenza dell’uomo a terra. C’era solo il corpo del giovane, esanime. Inutili i tentativi di rianimazione operati dai sanitari.
I militari dell’Arma sono riusciti a recuperare dalla tasca dei pantaloni il passaporto del 33enne, che ha permesso di identificare la persona: A.B., queste le iniziali del povero ragazzo, era senza fissa dimora e sembra provenisse dal Trevigiano.
Il corpo non presentava segni di violenza, ma i carabinieri, guidati dal tenente Diego Del Tufo, vogliono vederci chiaro. Immediatamente sono stati disposti dal tenente ulteriori accertamenti.
La salma è stata consegnata all’autorità giudiziaria. All’Istituto di Medicina Legale di Padova si procederà ai dovuti approfondimenti per capire se il 33enne avesse fatto uso di sostanze stupefacenti.
A causare il decesso, dai primi accertamenti svolti dai medici sul posto, pare essere stato un malore dovuto forse anche al freddo che il senzatetto ha preso probabilmente per tutta la notte.
Il giovane potrebbe infatti aver bivaccato nell’adiacente hotel Bertha, albergo dismesso nel quale le presenze di persone senza fissa dimora è piuttosto usuale. Così come accade per gli altri alberghi dismessi del territorio.
«Siamo profondamente rammaricati per quanto accaduto – è il primo commento del sindaco Riccardo Mortandello – La perdita di una vita umana è sempre un momento di profonda riflessione, specialmente quando la persona in questione è un senza fissa dimora. Come città di Montegrotto abbiamo sempre tenuto a cuore il fenomeno dei migranti, accogliendo chiunque necessiti di aiuto».
«Intendiamo effettuare una valutazione approfondita per impedire che chiunque viva in condizioni di stenti e che possa morire di freddo, tutto questo attorniati da un ipocrisia generale di un governo che sembra disinteressarsi completamente di queste persone e di una opposizione che strumentalizza il dolore delle persone – prosegue ancora Mortandello – Purtroppo, il governo centrale non fornisce gli strumenti necessari per agire, e addirittura ostacola i Comuni che cercano di offrire accoglienza. Ci rivolgiamo alla Diocesi, l'unica entità che in questi anni ci ha supportato attivamente. Se dovessimo avere notizie di qualcuno in difficoltà, ci impegneremo ad aiutarlo senza esitazioni e senza condizioni».
«Sul tema sicurezza negli hotel dismessi si deve fare di più», tuona la leader dell’opposizione Elisabetta Baldi, che proprio nell’ultimo consiglio comunale aveva presentato un’interrogazione.