È Luigi Mangione mania: fiocca il merchandising con le felpe con il cappuccio, le tazze e le spillette. Al via anche le gare dei sosia del presunto assassino
Si sta parlando moltissimo in queste ore del presunto assassino Luigi Mangione. In America, ma anche in Europa si sta analizzando il caso del ragazzo dell’alta borghesia che avrebbe ucciso il Ceo di United Healthcare, Brian Thompson. In particolare ha destato, dal punto di vista mediatico, curiosità il proliferare di una serie di iniziative collaterali legate alla figura del ragazzo incarcerato. Felpe, magliette, berretti, tazze e altri oggetti con su scritte le parole “Deny Defend Depose” incise sulle pallottole trovate sul luogo dell’assassinio, hanno spopolato per varie ore su negozi online come Amazon, Ebay, Etsy e Temu.
Poi però Amazon ha rimosso alcuni degli oggetti messi in commercio, tra questi una maglia con scritto “Deny Defend Depose” da 24.55 dollari (23 euro), dopo che la società è stata raggiunta dal Washington Post che per primo aveva notato il proliferare dei gadget legati all’assassinio.
Le tre parole (“Difendi, Nega, Deponi”) sarebbero un riferimento a quelle usate dalle mutue private per negare i risarcimenti, evocative in due casi su tre del titolo del libro “Delay, Deny, Defend” del giurista di Rutgers, Jay M. Feinman, che critica le pratiche delle compagnie assicurative nel gestire i reclami.
Wired America ha scovato altro materiale del merchandising dedicato a Mangione: quasi 100 inserzioni che presentavano prodotti con il nome o l’immagine del ragazzo, borse con stampate le foto insieme alla frase “mamma, sono innamorato di un criminale” e copie pdf di una copertina falsa della rivista Time con Mangione nominata “Persona dell’anno”.
Un rapporto pubblicato dal Network Contagion Research Institute ha definito “il fenomeno degli account online che glorificano l’assassino come un motivo di preoccupazione, perché imitano il tipo di risposta tipicamente vista su piattaforme marginali come 4chan e 8chan sulla scia delle sparatorie di massa. Mentre un tempo questo fenomeno era in gran parte limitato a sottoculture di nicchia online, ora stiamo assistendo all’emergere di dinamiche simili sulle piattaforme tradizionali, amplificando il rischio di un’ulteriore escalation”.
E non è tutto. Si stanno radunando anche dei fan dell’ultima ora per lanciare la gara dei sosia – sulla falsariga di quello dedicato a Timothée Chalamet – di Luigi Mangione. Chi partecipa deve presentarsi con mascherina e felpa con cappuccio, lo stesso look indossato dal presunto assassino quel giorno fatidico dell’omicidio. Fin dove ci si spingerà ancora?
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