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Boom di casi di pertosse: 473 infezioni in un anno nell’Ulss 6

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Interpretare segnali di cambiamento potenzialmente nocivi prima che si producano effetti patologici, se non epidemici. È in estrema sintesi il lavoro del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 6 – che venerdì 13 dicembre si ritrova in assise a Galzignano con oltre 400 operatori –, chiamato a una riorganizzazione post pandemica in uno scenario fortemente condizionato dal trend demografico che vede un calo delle classi più giovani (–36,7% di nuovi nati negli ultimi 14 anni), cui corrisponde un grande aumento della popolazione anziana con oltre 300 mila soggetti cronici, circa uno ogni tre padovani.

Nodo vaccini e boom di pertosse

Un quadro epidemiologico che ha un rilevante impatto sul riorientamento dell’attività: le vaccinazioni pediatriche, in relativa riduzione, vengono progressivamente superate per impegno da quelle dei fragili e dei viaggiatori internazionali.

Sebbene l’Usl 6 resti tra le aziende sociosanitarie più virtuose d’Italia per la somministrazione di vaccini, particolarmente significativo, quest’anno, il fenomeno della “stanchezza vaccinale” che ha portato a un calo delle coperture sia nell’infanzia (92-93%) che negli adulti (vaccinazioni stagionali, influenza e Covid).

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Le patologie infettive, tuttavia, non sono in ritirata: influenza, Covid, bronchiolite, ma anche Tbc, arbovirosi, legionella e, in ambito veterinario, influenza aviaria e peste suina. In particolare, dal primo gennaio al 12 dicembre sono ben 473 i casi di pertosse registrati – patologia per cui è disponibile il vaccino – contro i 14 dello scorso anno. A questi si aggiungono 679 casi di scarlattina, 90 di legionella e 73 di varicella.

In controtendenza le vaccinazioni dei fragili – bene pneumococco e zoster – e dei viaggiatori, in crescita. Ottimi risultati sta dando anche la somministrazione del monoclonale contro la bronchiolite per i bambini iniziata il mese scorso (oltre 80% per i neonati a novembre e dicembre).

In costante aumento anche le coperture dei 3 screening oncologici (mammella, collo dell’utero e colon-retto).

L’invecchiamento della popolazione

A fronte di 5.595 residenti con meno di un anno di età, il forte aumento della popolazione anziana è quantificato dall’indice di vecchiaia che, per l’Usl 6, nel 2024 è pari al 202,7%: questo significa che sono presenti 2 persone con più di 65 anni ogni under 14. Addirittura, alcuni Comuni del territorio superano il 300%.

Gli over 80 sono oltre 72.000, pari a quasi l’8% della popolazione residente. Aumentano di conseguenza i “fragili”, ovvero persone con almeno un’esenzione per patologia: i soggetti “cronici” sono oltre 300.000, di questi il 15% presenta almeno tre condizioni permanenti. Molti di questi vengono visti per certificazioni medico-legali per invalidità civile o mantenimento della patente di guida.

Stili di vita

Sovrappeso, con un’eccessiva passione per l’alcol e non particolarmente propensi all’attività fisica. È la fotografia degli stili di vita che emerge dal sistema di Sorveglianza Passi che dà obesità e sovrappeso in aumento (dal 40% nel 2012 al 43,5% nel 2023); ancora molto presente il tabacco (23% negli uomini e 14% nelle donne), mentre sebbene l’attività motoria sia in miglioramento, non è ancora sufficiente (la sedentarietà è passata dal 23,2% nel 2012 al 16% nel 2023).

C’è quindi un consumo a maggior rischio di alcol – abituale elevato, episodico eccessivo o fuori pasto – tra i più alti a livello nazionale (nel 2022-2023 24,8% per l’Usl 6 rispetto al 18,2% dell’Italia).

La combinazione di stili di vita e invecchiamento della popolazione sono tra le principali cause dell’insorgenza di patologie croniche come diabete, ipotiroidismo, asma e cardiopatia ischemica. Su questo fronte, tra gli interventi dell’Usl 6, le “palestre della salute” dove le persone affette da patologie croniche o portatrici di fattori di rischio possono svolgere attività fisica in sicurezza.

«Il Dipartimento di Prevenzione» riassume il direttore Luca Sbrogiò «rappresenta il luogo in cui le attività svolte complessivamente dai singoli servizi afferenti concorrono in modo coordinato a concretizzare la logica di “One Health”. La “gestione” orientata al controllo di emergenze, patologie infettive o cronico-degenerative o allo studio e riduzione dei fattori di rischio ambientali trova infatti una risposta organizzata nella logica dipartimentale: ognuno per la propria parte concorre a fronteggiare le diverse problematiche».

Conclude il direttore generale: «L’attività multiprofessionale e in particolare l’epidemiologia, sono un servizio fondamentale poiché sono alla base per decisioni strategiche» conferma Paolo Fortuna.




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