Schlein all’attacco di Meloni: “Atreju? In scena il favoloso mondo di Ameloni. Siamo pronti a portare il Paese al voto del referendum”
Chissà se al Circo Massimo c’è anche la musica diventata imperitura di Yann Tiersen. “Giorgia Meloni vive in una dimensione parallela, ad Atreju va in scena ‘il favoloso mondo di Ameloni‘ in questi giorni, con tanto di card che dicono che va tutto bene. Poi, però, c’è la realtà”. A parlare è la segretaria del Pd Elly Schlein che apre l’assemblea nazionale del partito con un attacco frontale alla presidente del Consiglio. “Non siamo nel regno di fantasia, più che il coraggio di Atreju è il dilagare del vostro nulla“. Schlein parla della legge di bilancio del governo Meloni come di una “manovra recessiva e di austerità, di tagli e senza investimenti se non quello dannoso a cui ci opporremo del ponte sullo stretto. Tagli a Sanità, scuola, comuni, province e regioni che si traducono in meno servizi ai cittadini, trasporti e sicurezza”. La segretaria del Pd va in pressing sui centri in Albania (“Meloni non ci ha messo la faccia”), lo scontro istituzionale con la magistratura “mai visto prima” e ancora la questione Stellantis: “Meloni convochi un tavolo a Palazzo Chigi, si batta con noi per un fondo europeo sull’automotive. Accolga i contenuti della mozione unitaria che l’opposizione ha presentato e non lasci campo libero alla concorrenza cinese“.
Schlein si presenta pronta alla sfida complicatissima del referendum sull’autonomia differenziata. Il centrodestra – pur senza dirlo ancora esplicitamente – punta a farlo fallire usando l’arma del quorum della partecipazione alle urne, per quanto ieri una figura di altissimo rilievo come il presidente del Senato Ignazio La Russa – rispondendo a una domanda di Peter Gomez sul palco della festa di partito di Fdi – si sia smarcato spiegando che a votare lui ci andrà. Ad ogni modo dall’altra parte per il centrosinistra che sostiene il no alla legge la corsa per galvanizzare il proprio elettorato comincia adesso e appare in salita. “Noi siamo pronti ad andare avanti a portare il Paese al voto – assicura Schlein – E’ il Governo che dovrebbe fermarsi, bloccare le intese e chiedere scusa“.
E’ una prima prova generale nella più lunga strada verso le elezioni del 2027 quando l’unica chance dell’opposizione per battere Meloni e soci è mettersi insieme. “Abbiamo scelto di intitolare ‘Unità’ questa nostra assemblea – insiste la leader democratica -. Unità è una parola bellissima e impegnativa ma soprattutto un programma, un metodo un approccio alle cose. Unità è l’urlo che si levava dalle piazze. Unità è stata la chiave del nostro lavoro in questo anno, fuori e dentro di noi. Sta a noi trasformarlo in una bussola e non in una parola vuota”. Per Schlein “i risultati delle ultime regionali ci caricano di grande responsabilità” e qui parla in particolare del Partito democratico. “Un risultato che ci inorgoglisce – continua – Una crescita di 8 punti dalle ultime regionali. Una crescita enorme anche dove abbiamo mancato il successo per un soffio, come è avvenuto in Liguria. Siamo passati dal 6 a 1 a un 4 a 3. In molte regioni siamo il primo partito. C’è una tendenza, l’inizio di un nuovo ciclo, frutto anche dello spirito unitario”. Lo sguardo di Schlein prova a puntare all’orizzonte lungo: “Il Pd è la casa di chi si riconosce con il giusto orgoglio nelle generazioni precedenti ma è anche la casa di una nuova generazione di nativi democratici. Siamo qui per proseguire quella strada, ma siamo qui anche per cambiare, discontinui e diversi da quelle volte in cui” il Pd “ha smarrito se stesso e la sua identità o non è stato all’altezza. Vogliamo un partito che non abbia timore di farsi scompigliare i capelli da un vento nuovo e non si rinchiuda in comode ridotte autoreferenziali per la manutenzione di assetti ed equilibri attuali”. Partendo da questo punto, secondo Schlein, “bisogna lavorare sulla larghezza e la profondità, abbiamo tempo, usiamolo bene, per costruire il progetto per l’Italia su sanità, istruzione, ricerca e industria clima e diritti. Non da soli, ma con le migliori energie del paese e dialogando che le forze politiche e sociali”.
Durante il suo intervento dal palco dell’assemblea Schlein si è interrotta per via della commozione che ha preso il sopravvento mentre ricordava Iole Mancini, la partigiana morta di recente a 104 anni, simbolo della Resistenza romana, ultima testimone ancora vivente delle violenze nella prigione gestita dai nazisti in via Tasso nella quale fu torturata a più riprese da Eric Priebke, senza però tradire né il marito (che aveva partecipato all’azione di via Rasella) né altri compagni. Come noto al posto del carcere di via Tasso si trova oggi il Museo storico della Liberazione.
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