Autovelox di Cadoneghe, 38 mila multe non possono essere annullate
Soltanto 1.055 multe, su un totale di circa 57.968 sanzioni erogate dai famigerati autovelox sulla SR307, sono state annullate dal Comune di Cadoneghe in seguito al parere legale richiesto dal sindaco Marco Schiesaro all’avvocato Antonio Greco.
Dei restanti verbali, 18.173 non sono mai pervenuti ai trasgressori per scadenza dei termini di notifica, 382 sono stati annullati dal giudice di pace in seguito ai ricorsi presentati dagli automobilisti.
La maggior parte delle multe, 38.358 (pari ai due terzi del totale), pur dichiarate illegittime dal legale, non possono più essere annullate. Chi le ha pagate non vedrà quindi arrivare nessun rimborso, chi è rimasto in attesa della conclusione della vicenda dovrà invece pagare queste sanzioni con tutte le maggiorazioni scattate nel frattempo.
I dati sono stati diffusi dal consigliere comunale di minoranza Enrico Scacco.
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«A novembre del 2023 – ricorda Scacco – il sindaco aveva annunciato trionfalmente alla stampa che tutte le multe sarebbero state annullate e rimborsate grazie a questo parere legale, sventolando dei fogli che avrebbero dovuto contenere la motivazione giuridica di questo provvedimento, in realtà mai emanato dall’amministrazione».
«Nel parere legale, protocollato solo lo scorso 13 novembre – continua – è scritto a chiare lettere che, pur essendo tutte le multe illegittime, soltanto una minima parte di queste poteva essere annullata dal Comune. Parliamo di appena 1.055 verbali: meno del 2% del totale delle sanzioni. Ci troviamo quindi con decine di migliaia di cittadini che si sono visti promettere un rimborso che mai arriverà, o ancor peggio che in buona fede non hanno pagato, fidandosi della parola del sindaco, e ora dovranno sostenere anche le spese per le procedure di recupero».
«Di tutto questo il sindaco era certamente consapevole quando sventolava il presunto parere legale che avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi – aggiunge – ma ha scelto di mentire ai cittadini, contando sul fatto che la verità sarebbe emersa solo dopo le elezioni comunali».
E conclude: «Per ricostruire la vicenda abbiamo infatti dovuto faticare non poco: l’amministrazione ha fatto di tutto per impedire o ritardare la consegna di questa documentazione, nonostante come consigliere comunale ne avessi titolo. Fino all’ultimo Schiesaro ha utilizzato ogni mezzo a sua disposizione per cercare di nascondere questi dati. Una vergogna senza fine».