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Pietra d’inciampo negata, la disponibilità di Ronchi

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«Se il Comune non vuole concedere la pietra a Natale Marchese, non possiamo farci niente, solo attendere tempi migliori. Ma questo non ci esime da un appello. Sul centinaio di deportati nei campi di sterminio, sono circa 45 i monfalconesi che purtroppo non fecero ritorno a casa. Ebbene se qualche loro discendente ha desiderio che davanti alla casa dove vissero vi sia un riconoscimento, la stolpersteine, noi siamo qui per portare avanti l’iniziativa».

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A parlare è Libero Tardivo, il presidente provinciale dell’Aned, associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, medaglia d’oro al merito civile. Perché «un conto è rifiutarne una, altro se vi sono 4 o 5 richieste»: così la vede la sezione ronchese, che s’è fatta portavoce dell’istanza mossa dalla figlia Carmen, 92enne, della vittima di rastrellamento, avvenuto quando Marchese si trovava al lavoro in municipio a Ronchi, il 7 gennaio 1944.

E proprio dalla cittadina dell’aeroporto, dove già risulta posata oltre una trentina di pietre d’inciampo, tutte pressoché dedicate a “triangoli rossi”, cioè prigionieri politici (nel mandamento non c’erano ghetti ebraici, come a Gorizia e Trieste), arriva un’insperata mano tesa. Il sindaco Mauro Benvenuto ha appreso dalla stampa la vicenda, come il fatto che l’Aned s’è attivata per conto dell’anziana al fine di realizzare la nicchia in cui calare, sul marciapiede davanti alla casa che fu del padre, in via 4 Novembre 16 a Monfalcone, la stolpersteine.

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Di qui la proposta alternativa di apporre nell’area municipale, il luogo da cui il povero Marchese fu prelevato, una traccia della sua figura. Il cittadino originario di Troina, riparato nella città del cantiere perché perseguitato, da socialista, in Sicilia, aveva trovato lavoro nell’ente, come capo dell’Anagrafe.

«Farò questa proposta alla giunta – annuncia Benvenuto – anche perché un cittadino mi ha scritto di approfondire la storia di quest’uomo, dipendente del Comune e portato via proprio da qui. Purtroppo poche le carte dell’epoca, ma da parte mia mi faccio interprete del desiderio di memoria».

Non può essere tuttavia una stolpersteine, perché per brevetto depositato da Gunter Demnig il manufatto va apposto esclusivamente nell’ultima abitazione del deportato, per restituire individualità a chi è stato considerato solo un numero. Sarebbe un segno, dato che il sindaco facente funzioni di Monfalcone ha rigettato, pur senza preclusioni sul profilo in sé, l’istanza. Per motivi legati al fatto che la vittima non fosse ebraica e per non far torto agli altri deportati, preferendo l’approccio “collettivo” delle commemorazioni nel giorno della Memoria, davanti al monumento a tutti i caduti dell’Olocausto.

La notizia ha travalicato i confini: nella puntata di mercoledì di Caterpillar (Radio 2) i conduttori hanno commentato «la cosa molto strana» segnalata da un ascoltatore suggerendo un «gesto di disobbedienza civile», cioè una loro posa notturna della pietra. A mo’ di provocazione.

Intanto sulla vicenda s’inserisce l’Anpi col presidente provinciale Ennio Pironi: «Un fatto inaudito: in tutt’Italia i Comuni sono molto favorevoli e sensibili alle pietre di inciampo». Sicché «il problema va oltre l’appartenenza politica». Quanto successo «è veramente incredibile, pure per le giustificazioni addotte dal sindaco facente funzioni».

Nel mandamento infatti sono stati deportati «soprattutto oppositori politici, partigiani, cioè gente comune, operai e contadini». Le parole di Antonio Garritani «sono fuori luogo». E dimostrano «veramente di che pasta è fatta quest’amministrazione». Pironi rileva che la legge istitutiva del Giorno della Memoria «non fa riferimento solo allo sterminio del popolo ebraico, ma pure alla deportazione di militari e politici».

Di qui l’impegno di Anpi e Aned perché «certi valori siano ribaditi»: «Non dimentichiamoci mai che all’insediamento questi amministratori hanno giurato sulla Costituzione: quanto accaduto è l’ulteriore prova di un’assoluta incoerenza rispetto a una Carta dichiaratamente antifascista».

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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