“Non fate le docce calde e occhio ai bagnoschiuma, fanno male”, l’allarme dei dermatologi al New York Times. L’esperta: “Un trauma per la pelle”
“La doccia calda NO, non ce la potete vietare!”. Verrebbe proprio voglia di gridarlo – soprattutto ora che diminuiscono le temperature – dopo avere letto un articolo pubblicato dal New York Times dove i dermatologi contattati dal quotidiano affermano che l’acqua calda, unita a prodotti ricchi di profumi e sostante più aggressive, può danneggiare la barriera cutanea diventando terreno buono per l’aggressione dei batteri. Diciamo però subito una cosa: non si tratta di eliminare l’acqua calda durante la doccia, ma di adottare alcune regole per continuare a renderla una buona abitudine igienica e salutare.
Tuttavia, non si tratta di facile allarmismo, esiste un problema concreto legato alle tradizionali docce che facciamo. Secondo uno studio condotto dalla dottoressa Trinidad Montero-Vílchez, dermatologa presso l’Ospedale Universitario Virgen de las Nieves di Granada, in Spagna, l’acqua calda provoca danni alla pelle, indebolendo l’epidermide e provocando irritazioni.
Il parere dell’esperta
“In pratica, il danno riguarda prima di tutto lo strato corneo della pelle, ossia quello più superficiale della cute che è vitalissimo, un vero e proprio laboratorio biochimico costituito dal film idrolipidico, il microbiota cutaneo che ci protegge da agenti irritanti e aggressioni esterne e che va preservato – spiega al FattoQuotidiano.it la a dottoressa Pucci Romano, dermatologa e Presidente di Skineco, Associazione scientifica di ecodermatologia – Il mix di elementi costituito da acqua calda e prodotti un po’ aggressivi usati per la detersione rende questa barriera meno efficiente. La pelle riesce, successivamente, a ripristinare il suo equilibrio ma sarebbe meglio evitarle questi traumi che vedono sul ‘banco degli imputati’ soprattutto la qualità dei detergenti”.
Dottoressa Romano, quali prodotti dovremmo scegliere per la doccia o in generale per l’igiene personale?
“Dobbiamo cercare quelli che contengono tensioattivi di origine vegetale che sono affini alla fisiologia della pelle. Inoltre sono più compatibili con l’ambiente perché biodegradabili. Mentre andrebbero evitati i prodotti – che però sono i più diffusi – che hanno come ingredienti il Sodium Lauryl Sulfate (SLS) e il Sodium Laureth Sulfate (SLES), che sono tensioattivi chimici aggressivi. Fanno tanta schiuma e nel nostro immaginario sembrano che ci detergano meglio, ma è bene evitarli”.
Resta il problema dell’acqua calda…
“Dobbiamo cercare un compromesso. L’acqua calda ha un impatto proprio sulle ghiandole sebacee, quindi in qualche modo le ‘mortifica’. Queste ghiandole, per reazione, si mettono a funzionare esageratamente (è quello che viene definito effetto rebound), producendo maggiormente sebo; ma alla fine questo processo rende la pelle secca. Perciò, se da un lato non è il caso di chiedere alle persone di fare una doccia fredda, d’altra parte si può fare in tempi più rapidi: ringrazieranno la pelle e anche l’ambiente, visto che ridurremo il consumo di acqua. Finita la doccia, possiamo poi ricorrere a una buona crema idratante”.
Anche in questo caso, come orientarsi nella scelta di una crema idratante?
“Abbiamo diverse opzioni a disposizione. Possiamo comprare prodotti a base di acido ialuronico, derivati dei grassi vegetali, burro di Karité, germe di grano… Sono tutti insaponificabili di grassi vegetali, molecole formulate per rispettare l’equilibrio della cute e che non contengono petrolchimica come paraffina, vasellina, sostanze di derivazione minerale che non hanno nessuna affinità con la nostra pelle”.
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