Renzo Furlan: “Paolini un mix di talenti incredibili, è bello stupirsi”
Siamo ormai giunti al termine della stagione 2024 e, come di consuetudine, è tempo di premi. Non solo per i giocatori e giocatrici, ma anche per chi è stato in grado, restando a bordo campo, di accompagnare il proprio allievo nel percorso di crescita migliore possibile. Così ha fatto Renzo Furlan, sulla panchina di Jasmine Paolini dal 2016, premiato come coach dell’anno da FITP e WTA.
Furlan, ex numero 19 del mondo in singolare e allenatore, fra gli altri, di Francesca Schiavone e Simone Bolelli, è stato intervistato da “Il Messaggero”, raccontando un anno che mai nessuno avrebbe creduto potesse diventare realtà.
“Jasmine ha sempre avuto un potenziale enorme. Da anni dicevo che poteva fare molto, ma molto di più: il potenziale era lì
dentro. A ben guardare, non c’è una differenza abissale rispetto a prima: allora c’erano molti più errori, oggi c’è molta più profondità e coscienza dei propri mezzi. Ha avuto un miglioramento tecnico, con un grande lavoro, e quindi ecco una differenza nel gioco eclatante e
una consistenza diversa. E’ difficilissimo capire il potenziale di una persona quando ci sono le qualità. Ed è bello stupirsi di dove si arriva“.
Jasmine quest’anno è stata in grado di raggiungere la quarta posizione del ranking mondiale, quando a inizio stagione era soltanto la ventinovesima giocatrice al mondo. Una crescita che, probabilmente, neanche lei avrebbe mai atteso. Il talento c’è da sempre, ma qualcosa sembrava sempre mancare. “Qualità tecniche, fisiche, pur essendo piccolina, e mentalità notevole. Jas è un mix di talenti incredibili: una fibra muscolare spaventosa, tecnica naturale e anche potenza. E poi
ha grande predisposizione al miglioramento: fa la differenza perché capisce che cosa può aiutarla, si impegna completamente, e assorbe subito da tutti“. Fondamentale è stato l’apporto di Sara Errani, capace di tornare a livelli altissimi e a plasmare sotto rete una Paolini ancora acerba: “Sara le è servita moltissimo sicuramente a vedere meglio il gioco, migliorando risposta e servizio, ma anche la volée: ora ha tanta più posizione a rete, al di là della tecnica. Perciò quest’anno insisteremo molto ancora col doppio, poi vedremo strada facendo“.
Ammirare Paolini in campo, è sempre un’emozione, un eterno Davide contro Golia. Tanta, forse troppa, la disparita fisica con le altre giocatrici: “Jasmine ha molto più potenziale tecnico e fisico rispetto a me. E’ alta 1,60 e gioca alla pari con quelle di 1,80. Questa è anche una sua forza: tecnicamente è più completa, contro avversarie tutte più alte e tutte specializzate in una tipologia di gioco ben precisa“. Un gioco che fino all’incredibile ascesa, ha sempre sofferto. Tante qualità dal lato del dritto, ma poca solidità da fondocampo e fin troppi errori. Eppure, nonostante quell’enorme balzo in classifica, il suo modo di stare in campo non sembra cambiato particolarmente. Il suo gioco è rimasto quello, ma Renzo le ha permesso di evolverlo al massimo: “E’ stato un percorso. Jasmine voleva giocare e giocava molto veloce, ma dalla riga di fondo, spostandosi soprattutto lateralmente e tirando piatto, magari si perdendosi in lunghezza. Doveva imparare a muoversi più in verticale, per sfruttare al massimo caricamenti e rotazioni e difendere meglio. Oggi usa di più il top, ha spostato il peso del corpo in avanti, così tira sempre forte e veloce ma con meno rischi. Varia di più il servizio ed è più solida sulla risposta“.
Migliorie tanto tattiche, quanto tecniche. Piccoli spunti in più a un gioco che necessitava tanta più continuità per poter funzionare: spesso il talento non è sufficiente.
“Se non sei un talento fuori dalla norma come Jas, il coach non fa la differenza: è l’atleta che, in campo, sulla palla break tira la mazzata o quando serve per il match non se la fa sotto. Il merito è suo. L’allenatore è un contorno, un aiuto. Io propongo la mia idea, poi ne discutiamo insieme, cerchiamo le soluzioni“. Un approccio che, come quello di tutti i grandi campioni, ricorda i racconti di Jannik Sinner: “E’ uno di quei giocatori che osserviamo: è straordinario nella posizione in campo, nella gestione difesa-attacco e nei caricamenti.
“Da lunedì ci stiamo allenando a Dubai. Poi io tornerò in famiglia e ci ritroveremo il 23, lei farà tutta una tirata per Abu Dhabi e poi la United Cup e l’Australia“. Programma intenso, ma che Jasmine ha dimostrato di saper gestire.
Nel 2025 arriverà il difficile, sarà il momento delle grandi conferme. Comunque vada, ha già scritto una meravigliosa storia di sport.