In Siria, Putin potrebbe giocarsi la "carta Kadyrov"
Si sta facendo sempre più complicata la situazione di Mosca in Siria. Il portavoce del nuovo governo di Damasco, Obeida Arnaout, ha infatti esortato la Russia a riconsiderare la sua presenza sul territorio siriano. “Penso che la Russia dovrebbe riconsiderare la sua presenza e i suoi interessi sul territorio siriano”, ha affermato. “I loro interessi erano legati al regime criminale di Assad. Possono riconsiderare e prendere iniziative per raggiungere la nuova amministrazione, onde dimostrare che non hanno animosità con il popolo siriano e che l'era del regime di Assad è finalmente finita”, ha proseguito.
Insomma, non si tratta proprio di una porta in faccia al Cremlino, ma poco ci manca. Nel frattempo, la Cnn ha riportato che, secondo alcuni funzionari statunitensi, Mosca starebbe ritirando una parte significativa delle sue truppe e dei suoi equipaggiamenti militari dalla Siria. In particolare, la Russia starebbe spostando le proprie risorse in Libia, dove può contare sul generale Khalifa Haftar. Ricordiamo che il Cremlino dispone di due basi in Siria: una a Tartus e l’altra a Latakia. Al momento, stanno proseguendo le trattative tra Mosca e il nuovo governo di Damasco sul loro futuro. Tuttavia, le parole di Arnaout e gli spostamenti russi in Libia fanno capire che il Cremlino inizia a trovarsi in seria difficoltà.
E’ in questo contesto che si è inserito il leader ceceno, Ramzan Kadyrov. Secondo il Moscow Times, quest’ultimo sta esortando Vladimir Putin a togliere Hts dalla lista delle organizzazioni terroristiche. Ricordiamo che questo gruppo islamista è stato il principale promotore dell’offensiva che ha recentemente portato alla caduta di Bashar al Assad: un’offensiva che ha ricevuto il sostegno de facto della Turchia. “Per avviare processi positivi, è necessario avviare la procedura per escludere Hts e i suoi rappresentanti dalla lista russa delle organizzazioni terroristiche”, ha dichiarato Kadyrov lunedì. Il leader ceceno ha anche suggerito che Mosca “organizzi immediatamente il lavoro di un gruppo di contatto dei due Paesi, che sarà in grado di costruire i primi collegamenti e iniziare a risolvere i problemi”. Infine, Kadyrov ha auspicato che i siriani residenti in Cecenia possano essere coinvolti nell’avvicinamento tra il Cremlino e il nuovo governo di Damasco.
Sarà un caso, ma martedì la Russia ha approvato un disegno di legge che potrebbe consentire a Mosca di rimuovere i talebani dalla lista delle organizzazioni terroristiche: quegli stessi talebani che, secondo il Guardian, hanno salutato con favore l’ascesa di Hts in Siria. Va da sé che, se questo disegno di legge dovesse essere definitivamente approvato, potrebbe essere esteso anche all’organizzazione di Mohammed al Jolani. Il che significa una cosa soltanto: e cioè che, forse, Kadyrov potrebbe ritagliarsi un ruolo decisivo nei rapporti tra Vladimir Putin e lo stesso al Jolani. In altre parole, il presidente russo potrebbe puntare sul leader ceceno per non perdere del tutto influenza sulla Siria. D’altronde, due anni fa, Al Monitor riferì di un disgelo tra Ankara e il leader ceceno che, secondo la testata, avrebbe avuto un incontro segreto con dei funzionari turchi. Per ora, le incognite restano numerose, mentre la situazione rimane fluida. Non è però escludibile che, grazie alla crisi siriana, la posizione politica di Kadyrov possa rafforzarsi. Come leggere questo eventuale scenario?