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Gaza: Israele accusato di genocidio per aver aver negato l’accesso all’acqua alla popolazione civile

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Le restrizioni imposte da Israele alla fornitura d’acqua a Gaza, portandola al di sotto dei livelli minimi necessari, costituiscono un atto di genocidio e un crimine contro l’umanità, secondo un rapporto di Human Rights Watch (HRW).

HRW ha indagato sugli attacchi israeliani contro le infrastrutture idriche di Gaza durante i 14 mesi di conflitto nella Striscia, accusando le forze israeliane di aver agito deliberatamente per ridurre la disponibilità di acqua potabile al punto da costringere la popolazione a utilizzare fonti contaminate. Ciò ha causato la diffusione di malattie letali, specialmente tra i bambini.

Le azioni di Israele hanno provocato la morte di migliaia di palestinesi e costituiscono un atto di genocidio, sostiene HRW, citando le dichiarazioni di ministri della coalizione di governo israeliana che avevano annunciato l’intenzione di tagliare l’approvvigionamento idrico a Gaza come prova dell’intenzionalità.

Un rapporto schiacciante

Il rapporto di 184 pagine, intitolato Extermination and Acts of Genocide, segue un documento di Amnesty International pubblicato questo mese, che ha concluso che Israele ha commesso genocidio a Gaza.

La Corte internazionale di giustizia aveva già emesso ordini provvisori all’inizio dell’anno per fermare l’offensiva israeliana e adottare misure immediate per prevenire il genocidio, in attesa di una sentenza definitiva.

Israele respinge le accuse di genocidio o crimini contro l’umanità a Gaza. Il primo ministro Benjamin Netanyahu le ha definite “false e oltraggiose”, sottolineando il diritto di Israele all’autodifesa dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, in cui sono state uccise 1.200 persone e circa 250 sono state prese in ostaggio.

Uso dell’acqua come arma

Sebbene le accuse di HRW non siano ampie come quelle di Amnesty International, si concentrano specificamente sull’approvvigionamento idrico a Gaza. L’organizzazione afferma che ci sono prove schiaccianti che Israele abbia utilizzato l’acqua come arma contro la popolazione palestinese, con risultati letali.

Lama Fakih, direttrice della divisione Medio Oriente e Nord Africa di HRW, ha dichiarato: “Le autorità israeliane ai più alti livelli sono state responsabili della distruzione, inclusa la distruzione deliberata, delle infrastrutture idriche e sanitarie, dell’impedimento delle riparazioni e delle gravi restrizioni su acqua, elettricità e carburante. Questi atti hanno probabilmente causato migliaia di morti e continueranno a provocarne anche dopo la cessazione delle ostilità”.

Conseguenze devastanti sulla salute

Dall’inizio del conflitto, sono stati registrati quasi 670.000 casi di diarrea acuta e oltre 132.000 casi di ittero, sintomo dell’epatite. Malattie infantili curabili sono diventate significativamente più letali a causa della distruzione di ospedali e cliniche.

Ad esempio, mentre in circostanze normali solo l’1% dei bambini affetti da epatite A morirebbe, ora il tasso di mortalità è salito al 5%-10%. La disidratazione combinata con la malnutrizione ha inoltre indebolito il sistema immunitario della popolazione.

Danni alle infrastrutture idriche

Prima della guerra, l’80% dell’acqua di Gaza proveniva da pozzi collegati a una falda acquifera sotto la Striscia, ma questa acqua era contaminata e non potabile. La maggior parte dell’acqua potabile proveniva da tre condutture controllate dall’autorità idrica israeliana e da impianti di desalinizzazione. Queste condutture sono state tagliate all’inizio del conflitto e solo parzialmente riaperte.

Immagini satellitari esaminate da HRW mostrano che quattro dei sei impianti di trattamento delle acque reflue di Gaza sono stati distrutti da bulldozer militari israeliani, così come 11 dei 54 serbatoi idrici, mentre altri 20 presentano segni di danni. Un video apparso sui social media nel luglio 2024 mostra ingegneri israeliani che fanno esplodere un serbatoio nel quartiere di Tal Sultan a Rafah.

Come prova dell’intenzionalità, il rapporto di Human Rights Watch (HRW) cita le dichiarazioni di ministri israeliani all’inizio della guerra. Il 9 ottobre 2023, l’allora ministro della Difesa, Yoav Gallant, ordinò un “assedio totale” di Gaza, dichiarando: “Non ci sarà elettricità, né cibo, né acqua, né carburante. Tutto sarà chiuso.”
Gallant è attualmente oggetto di un mandato di arresto della Corte penale internazionale per presunti crimini di guerra.

Due giorni dopo le dichiarazioni di Gallant, Israel Katz, all’epoca ministro dell’Energia e ora ministro della Difesa, confermò la decisione di interrompere le forniture di acqua, elettricità e carburante a Gaza.

Lama Fakih, direttrice di HRW per il Medio Oriente e il Nord Africa, ha dichiarato:
“Human Rights Watch conclude che, nell’ultimo anno, le autorità israeliane hanno intenzionalmente imposto alla popolazione palestinese di Gaza condizioni di vita calcolate per portare alla loro distruzione fisica, in tutto o in parte. Questo equivale a un atto di genocidio secondo la Convenzione.”

L'articolo Gaza: Israele accusato di genocidio per aver aver negato l’accesso all’acqua alla popolazione civile proviene da Globalist.it.




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