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Natalità, emergenza nazionale: la destra di governo a convegno nel solco di Altero Matteoli

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Molta partecipazione, tanto interesse e un po’ di commozione, ieri, a Roma, per il convegno organizzato dall’Associazione Altero Matteoli per la libertà e il bene comune” dal titolo: “Inverno demografico. Un’ipoteca sul futuro dell’Italia”, a cui erano presenti anche i figli dell’ex ministro, Federico e Federica Matteoli. Ha aperto i lavori Emilio Brogi, presidente dell’Associazione, dopo l’introduzione del giornalista Luca Collodi: “L’emergenza natalità non è considerata come si dovrebbe, le famiglie hanno bisogno di ricevere aiuti più concreti. Noi abbiamo consultato i cittadini, sentito le famiglie. Chiedono più posti per gli asili nido, più aiuti per le spese per i testi scolastici, le spese mediche. Anche per capire le giovani coppie, le neo famiglie, che spesso non hanno aiuti in casa…”. Gian Carlo Blangiardo, già direttore Istat, tira fuori dati che poco si prestano a interpretazioni. E non usa giri di parole: “I dati sono preoccupanti, il calo demografico è tale che rischiamo a breve ripercussioni in tutti i campi, tali da mettere a rischio il funzionamento stesso dello Stato. Le cause sono molteplici, dalle difficolta di carattere economico, alle pressioni sul luogo di lavoro, alle cause culturali. La famiglia viene presentata come un impedimento alle proprie ambizioni personali. I governi non hanno fatto abbastanza, anche se il governo in carica sta facendo i giusti passi. Serve un piano strategico per il sostegno alla natalità, un piano-cicogna, servono misure strutturali e costanti nel tempo. Come asili nido all’interno dei luoghi di lavoro. Le politiche per la casa. In modo che le famiglie possano avere un clima di fiducia e di speranza per il futuro. Bisogna restituire il valore sociale della maternità, bisogna fare educazione e formazione”. Secondo Blangiardo, il calo delle nascite “ha una componente strutturale dei 2/3: si fanno meno figli perché ci sono meno donne. Calcolando una media di 180.000 nascite in meno, la parte su cui possiamo incidere è di circa 1/3. Invecchiamento della popolazione, mancanza di giovani e di forza lavoro. La popolazione diminuisce e la componente produttiva perde forza, non ha la popolazione che lo alimenta. Noi siamo l unico paese dei 27 che dal 2008 a oggi ha continuato solo il declino”.

Gianluigi de Palo, presidente della “Fondazione per la Natalità” e già presidente del forum famiglie: “Non c’è un colpevole specifico, siamo co-responsabili di trovare una soluzione. Servono risorse strutturali, tutto il sistema paese dovrebbe supportare le famiglie nel momento in cui si dedicano a far nascere e crescere un bambino. La nascita di un figlio in Italia è la seconda causa di povertà dopo la perdita del lavoro di un componente della famiglia”. “Personalmente – ha proseguito de Palo – ho fatto cinque figli, ma non è questa la soluzione che propongo” aggiunge scherzando. Parla ancora di discriminazione fiscale, contesta il fatto che venga tassato il singolo senza tener conto del nucleo. Se perdiamo gli Italiani perdiamo il nostro petrolio”, conclude.

Poi il ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Roccella: “Ho un ricordo di Matteoli come uomo di estrema intelligenza politica, di grande apertura politica e culturale. Quello della natalità è un tema centrale e urgente, non solo nel nostro paese. A 30 anni dalla conferenza del Cairo, sulla demografia, dove emerse che bisognava cercare di fermare la sovra popolazione mondiale”. Ricorda Population bomb, un libro dai toni allarmistici, molto di moda in quegli anni, esortava gli Stati a controllare il più possibile il crescere della popolazione. Il ministro ricorda il paradosso della natalità, per cui ci sono più nascite nei paesi con meno sviluppo, dunque più un paese è ricco e meno le donne fanno figli. “A più sviluppo corrispondono meno nascite. E’ un problema del mondo democratico e sviluppato, Asia inclusa. Ricorda come una donna che fa un figlio lo fa per tutta la comunità, non solo per se stessa”. Roccella cita poi il riarmo demografico chiesto da Macron e ricorda come il Governo abbia messo in atto provvedimenti strutturali e non misure una tantum per tentare di migliorare il numero di nascite. “L’assegno unico è sotto procedura di infrazione in Europa. Lo stiamo difendendo. Come i 1000 euro per i nuovi nati, anch’esso una misura strutturale, non una tantum. Abbiamo aumentato il rimborso per gli asili nido in modo che siano quasi gratuiti, anche attraverso le detrazioni fiscali, poi la decontribuzione per madri lavoratrici. Questo Governo riconosce il valore sociale della maternità” conclude il ministro.

Prende poi la parola il senatore Maurizio Gasparri, che ricorda come la sua proposta di erogare un reddito di maternità collegato alla legge 194 sia stata dismessa come medievale e oscurantista. “Essere o non essere. Noi senza nascite non esistiamo più. Esserci come società non è una cosa contro qualcun altro. Identità e entità nazionale non sono parolacce. La difesa della nostra identità non è una cosa di cui ci dobbiamo vergognare. Questo Governo ha fatto delle scelte precise – continua Gasparri- incluso un ministero espressamente dedicato alla maternità. Lingua e cultura rappresentano identità e civiltà. Abbiamo previsto un decreto flussi triennali che prevede l’ingresso di 300.000 persone, un piccolo Molise. Abbiamo messo in atto un Piano Mattei finalizzato a formare figure specializzate. Non possiamo avere il programma della scomparsa del nostro popolo e dei nostri figli”. Secondo Gasparri, “in un mondo in cui regna il pensiero unico e non si possono piu esprimere opinioni differenti, io sopporto da molti anni gli attacchi di chi mi taccia di essere oscurantista solo perché propongo soluzioni diverse. Sono idee, ognuno dovrebbe avere il diritto di avere le proprie. Abbiamo visto dare il reddito di cittadinanza in modo abbastanza indiscriminato. Abbiamo visto il Paese che si indebitava per decenni con misure folli come il bonus 110. Ma è possibile che la mia proposta, fatta seguendo il dettato della legge 194, di dare un aiuto economico alle donne incinte che non potevano permettersi la gravidanza sia cosi fuori dal mondo? Anche calcolando le possibili truffe. Sarebbe davvero una cosa così immonda? Sono stato sbranato per la mia proposta, ma davvero sarebbe stato cosi tragico dare una mano a una donna che decide di fare un figlio?”.

Tutti hanno ricordato Altero Matteoli, ma sottovoce. La sua memoria può contribuire a dare un progetto costruttivo per una destra moderna e non urlata.

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