Legittimo il bando del Comune di Milano per 450 nuove licenze taxi: il Tar rigetta i ricorsi di tassisti e associazioni
La delibera del Comune di Milano che individuava le linee di indirizzo per il rilascio di 450 nuove licenze taxi e i successivi atti non vanno annullati. Il Tar della Lombardia ha così respinto due ricorsi presentati da alcuni tassisti che operano a Milano e da diverse associazioni della categoria. Il Tribunale amministrativo regionale ha ritenuto di rigettare entrambi i ricorsi ritenendo che “gli atti impugnati, costituiscono l’esercizio, da parte del Comune, della prerogativa attribuita al cosiddetto Decreto Asset”. Ad aprile il Tar aveva già respinto la richiesta di sospensiva.
I conducenti di taxi e le associazioni contestavano in particolare al Comune di Milano la somma individuata come “contributo” posto a carico di ciascun vincitore del concorso allo scopo di “compensare” i tassisti già titolari di licenza. Per i ricorrenti quella cifra doveva essere pari all’attuale valore medio delle licenze, stimato in 160mila euro. Il Comune invece, partendo da quell’importo, ha calcolato la flessione del valore di mercato delle licenze detenute dai tassisti già attivi arrivando alla cifra di 86.829 euro, successivamente aumentata a 96.500 euro. Una modalità che per il Tar è assolutamente legittima.
“Ne consegue, oltretutto, che il modus operandi del Comune di Milano – si legge nella decisione del Tar – non induce alcuna alterazione del mercato commerciale delle licenze, come invece denunciato dai ricorrenti, posto che quest’ultimo non può che adeguarsi repentinamente, proprio in quanto mercato, alla scelta legislativa di permettere la crescita del numero degli operatori“. Il Comune tra l’altro ha tenuto conto del numero delle chiamate inevase dai centralini nel periodo 2015-2018, “sul presupposto che esso fosse indice della eccedenza della domanda sulla offerta, e si è tratto conferma del continuo trend crescente di simile squilibrio sulla base di dati parziali più recenti, pur forniti da un numero limitato di radiotaxi”. Anche questo aspetto era stato contestato dai ricorrenti che hanno sottolineato che il numero di chiamate inevase è stato rilevato per soli 5 operatori radiotaxi su 11 presenti. “Il Comune ha comunque incluso un campione di quasi il 50%, e dunque tutt’altro che marginale“, ha replicato il Tar nella decisione.
Infine, tra gli altri punti, tassisti e associazioni contestavano anche la scelta di ridurre il contributo oneroso per alcuni particolari casistiche di licenze, come quella relativa al trasposto di persone disabili o a chi garantiva di prestare servizio per almeno 5 anni durante i turni festivi e notturni, è ritenuta legittima. Il Comune di Milano “è partito dall’assunto che, attualmente, le autovetture adibite al trasporto di disabili sono meno dell’1% del totale – spiega la sentenza – sicché un incremento di 50 licenze condurrebbe la percentuale a meno del 5%: si può discutere solo se il dato sia insufficiente per difetto, ma non certamente per eccesso“. Alla fine, pertanto, i giudici amministrativi hanno ritenuto le motivazioni dei ricorrenti non convincenti e ha rigettato entrambi i ricorsi.
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