Arrestata finta badante a Vicenza. Per i carabinieri ha avvelenato 5 anziani contattati sui social
«Di quella badante ci siamo fidati, perché si presentava bene e anche per il fatto che era italiana e questo favoriva la comunicazione senza creare problemi, dava l’idea di sapere il fatto suo, non potevamo immaginare in che mani avevamo messo la mamma»: al Giornale di Vicenza parlano i familiari Imelda Stevan, l’anziana deceduta dopo l’assistenza di una badante 46enne vicentina.
La finta badante di Vicenza contattava gli anziani sui social
La finta badante è stata arrestata dai carabinieri di Vicenza con l’accusa di omicidio aggravato, tentato omicidio, rapina, spaccio di medicinali a base di benzodiazepine e autoriciclaggio. Per i carabinieri deve rispondere oltre che dell’omicidio di Imelda Stevan anche di quattro tentati omicidi nei confronti di altrettanti pensionati. Per gli investigatori la donna che si spacciava come operatrice socio sanitaria senza avere i titoli stordiva gli anziani che seguiva con psicofarmaci acquistati in farmacia. Antidepressivi che secondo i carabinieri sarebbero stati comprati anche senza ricetta media da qui il blitz in tre farmacie del Vicentino. A contattare la falsa badante trovata sui social anche l’ex sindaco del comune di un comune del Vicentino poi convinto dai militari a lasciare perdere l’assunzione per via delle indagini.
“Abitava vicino a noi e si è offerta, dicendo di essere un’operatrice socio sanitaria. Le abbiamo creduto: era molto empatica, gentile, pareva competente”, dicono i familiari di Imelda. “Ha iniziato a seguire nostra madre, che è morta in due settimane. In quei giorni non sembrava più lei: era spenta. L’abbiamo portata in ospedale tre volte, i medici non capivano cosa avesse”.
Qualche mese dopo, alcuni parenti della famiglia di Imelda Stevan hanno chiesto ai familiari il numero di quella badante che era andata anche al funerale. Così la donna ha iniziato a seguire due anziani coniugi di Maragnole di Breganze: stavano bene, ma dopo le sue “cure” non più. I figli si sono rivolti al medico di base, che deve averli messi in guardia, tanto che hanno “licenziato” la donna, e i pensionati si sono subito ripresi. Quando anche altri anziani di Bolzano Vicentino, tutti seguiti dalla stessa badante, stavano male, hanno deciso che non si poteva più aspettare. E si sono rivolti ai carabinieri di Breganze, presentando denuncia, dando il via all’indagine.
Zaia: fatto sconvolgente
L’arresto della badante 46enne vicentina, “è un fatto sconvolgente, che scuote profondamente la nostra comunità”, afferma il presidente del Veneto, Luca Zaia.
“La gravità di quanto accaduto non può lasciarci indifferenti. Parliamo di persone che si sono affidate con fiducia e che invece sono state tradite e sfruttate in modo terribile”, aggiunge Zaia. In ballo ci sono “accuse gravissime che richiedono massima chiarezza: la mia condanna per quanto emerso è ferma e totale. Ora confidiamo nella giustizia, affinché ogni responsabilità venga accertata e chi ha commesso questi reati risponda pienamente delle proprie azioni”, afferma ancora il presidente della Regione complimentandosi con i Carabinieri di Vicenza “per l’eccellente lavoro svolto”, frutto di mesi di indagini approfondite e complesse. “Voglio ribadire la mia vicinanza alle famiglie colpite da questa tragedia. Non ci sono parole per lenire il loro dolore, ma è nostro dovere garantire che episodi come questo non accadano più”, conclude Zaia.
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