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La prefettura di Treviso dice no a tutte le richieste di nuovi autovelox: le prime conseguenze del decreto di Salvini

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Bocciati in blocco: niente autorizzazione per l’istallazione di nuovi autovelox fissi in provincia di Treviso. È questa la decisione presa dalla locale Prefettura sulle istanze presentate nei mesi scorsi da 26 Comuni del Trevigiano. Il motivo principale è uno: il tasso di incidentalità – legato alla velocità come causa principale o concausa – non è tanto elevato da giustificare l’installazione di nuovi dispositivi. È questa una delle prime conseguenze del decreto ministeriale firmato da Matteo Salvini lo scorso aprile.

Cosa cambia con il decreto Salvini – In questo caso non c’entra nulla il nuovo Codice della strada entrato in vigore la scorsa settimana, ma il decreto del ministro dei Trasporti pubblicato sulla Gazzetta ufficiale a fine maggio e che regolamenta l’uso e la collocazione degli autovelox fissi. Già prima del decreto i Comuni dovevano chiedere l’autorizzazione alla Prefettura competente presentando una relazione di servizio per dimostrare l’alto tasso di incidentalità della strada, il flusso veicolare e la mancanza di spazio per fermare i veicoli in sicurezza. Con il decreto di Salvini, l’iter rimane identico ma viene resa più complessa la relazione dei Comuni. Ad esempio, l’elevato livello di incidentalità deve essere “documentato da un’accurata analisi del numero, della tipologia e, soprattutto, delle cause degli incidenti stradali avvenuti nel quinquennio precedente con particolare riferimento alla velocità come causa principale o concausa”.

La decisione della Prefettura – “Sono state portate a conoscenza dell’Osservatorio sugli incidenti ed esaminate in quella sede tutte le istanze pervenute da diversi Comuni, oltre all’esito delle verifiche svolte dal tavolo tecnico che era stato costituito”, ha spiegato il prefetto di Treviso, Angelo Sidoti, ai microfoni di Antenna Tre: “Abbiamo riscontrato – ha sottolineato – che rispetto ai requisiti che richiede la norma vigente non ci sono possibilità di autorizzare rilevatori su quei tratti stradali. I Comuni sono stati invitati allora in alcuni casi a rivedere gli stessi tratti perché a volte erano troppo lunghi”, ha affermato il prefetto.

La reazione dei sindaci – Da qui la scelta di non autorizzare nessun nuovo dispositivo. Una decisione che, però, ha provocato stupore tra i sindaci. Come la prima cittadina di Preganziol: “Noi avevamo individuato due punti sull’asse del Terraglio che sono stati teatro di incidenti negli ultimi anni”, ha dichiarato la sindaca Elena Stocco: “Si tratta soprattutto di incidenti con esiti anche mortali per i pedoni investiti, utenti deboli della strada. L’idea di fondo è quella di avere uno strumento per moderare la velocità, ci credevamo. Anche una sola vita è significativa per un Comune e per i suoi cittadini, e noi abbiamo il dovere di trovare percorsi e soluzioni. Ora dovremo valutare altre soluzioni con la polizia locale”, ha concluso.

Il futuro degli autovelox già installati – Nel decreto la stretta agli autovelox passa anche da altri aspetti. I dispositivi fissi, infatti, non si potranno utilizzare nelle strade urbane dove esiste un limite di velocità eccessivamente inferiore a 50 km/h, una novità che è stata interpretata da sindaci e associazioni come un ostacolo alla diffusione delle Città a 30 chilometri orari. Mentre per le extraurbane si potranno utilizzare solo nel caso in cui il limite imposto non sia ridotto di più di 20 km/h rispetto a quello previsto dal codice per quella tipologia di strada (se il limite è di 110 km/h, il dispositivo può essere utilizzato solo se il limite è fissato ad almeno 90 km/h). E cambiano anche tutte le prescrizioni da rispettare per segnalare gli autovelox fissi (cartelli e distanze), già previste ma ulteriormente dettagliate nell’ultimo decreto. Tutte queste novità non riguardano solamente i nuovi autovelox (come il caso di Treviso) ma anche quelli già autorizzati e presenti sulle strade italiane. Il decreto prevede infatti che entro un anno dalla data di entrata in vigore del provvedimento tutti i dispositivi devono essere adeguati alla nuove disposizioni altrimenti saranno “disinstallati”.

Il ritorno di Fleximan – Intanto mentre la prefettura di Treviso blocca i nuovi autovelox, sempre in Veneto ritorna Fleximan. Dopo diversi mesi dall’ultimo episodio, in provincia di Rovigo è stato segato un altro dispositivo fisso. L’autovelox preso di mira si trova sulla strada Romea, all’altezza di Rivà di Ariano nel Polesine. La scoperta è stata fatta nel tardo pomeriggio di mercoledì, ma il taglio del palo risalirebbe alla sera precedente.

L'articolo La prefettura di Treviso dice no a tutte le richieste di nuovi autovelox: le prime conseguenze del decreto di Salvini proviene da Il Fatto Quotidiano.




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