Dalla marcia di agosto al raduno sotto la tribuna. Le tappe della contestazione nei confronti di Urbano Cairo hanno toccato le più diverse modalità, ma con un fil rouge: nessun episodio è scaduto nella violenza. Tuttavia il rapporto tra la tifoseria e il presidente è ormai ai minimi storici e quanto successo contro il Bologna forse è la dimostrazione più lampante. Vedere la Maratona vuota prima ancora del fischio finale fa specie, soprattutto perché è rimasta a cantare anche dopo le batoste più sonore. Il messaggio lanciato è emblematico ed è una tappa ulteriore in quello che la parte più calda della tifoseria interpreta come un segnale mediatico. Tutto era iniziato in estate con la marcia dal Filadelfia allo stadio Olimpico Grande Torino, seguita alla cessione di Raoul Bellanova all'Atalanta, improvvisa e repentina. Una goccia che ha fatto traboccare il vaso, rompendo in maniera probabilmente irrimediabile il già delicato rapporto tra i tifosi e il presidente Cairo, a cui viene da sempre rimproverata la mancanza di ambizione e di progettualità. Un movimento in massa della tifoseria organizzata granata che per la prima volta ha visto coinvolti insieme sia i gruppi della Maratona che della Primavera. Anche questo un segnale di come si siano riunite le due anime del tifo organizzato granata. Poi le tappe - sempre all'insegna di una contestazione pacifica - sono state lo sciopero del tifo per un tempo (contro il Monza) con la zona centrale della Maratona lasciata deserta per 45 minuti. Da lì alla sfida contro il Napoli, quando all'ingresso in campo delle squadre ha esposto una serie di striscioni raffiguranti momenti della presidenza Cairo o frasi dello stesso numero uno granata nel mirino dei tifosi. Una lista di accuse nei confronti del presidente con in cima l'invito a vendere la società. In questo contesto, infatti, si sono inserite le indiscrezioni su una possibile vendita del club, per ora non suffragate da fatti o conferme concrete, con il patron Cairo che ha semplicemente detto di essere pronto a cedere in caso di offerte serie. Ma ormai il clima è pesante e, per i tifosi, ogni partita è l'occasione buona per manifestare il proprio malcontento. Contro il Bologna c'è stato l'ultimo episodio, probabilmente un moto spontaneo dovuto a come si era messa la partita. Dopo il 2-0 dei felsinei la curva si è svuotata all'improvviso con i tifosi che si sono diretti davanti alla tribuna in attesa dell'uscita del presidente. Mentre si susseguivano i cori di contestazione Cairo è stato scortato a un'uscita secondaria, così da poter lasciare lo stadio senza problemi. Una contestazione mai indirizzata nei confronti della squadra, che al massimo ha preso qualche fischio dopo le partite più deludenti, e che non rappresenta il primario obiettivo. La posizione dei tifosi è chiara: contestazione a oltranza, ma solamente verso la presidenza e la società. Con l'intenzione di indurre Cairo a passare la mano.
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