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Декабрь
2024

“Mondo Russo”: le università di Putin sfidano l’Occidente e riscrivono le regole del soft power

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Tra isolamento geopolitico e ambizioni globali, la Russia ha trasformato il suo sistema educativo in una leva strategica di soft power. Attraverso borse di studio generose e un’educazione intrisa di patriottismo, Mosca non si limita a formare studenti: plasma alleati ideologici, gettando le basi di un blocco culturale alternativo che sfida apertamente i valori liberali dell’Occidente. Ma questa strategia cela una domanda inquietante: dove finisce l’educazione e dove inizia il controllo ideologico?

A partire dal prossimo aprile, studiare in Russia significherà molto più che iscriversi a un’università. Sarà una vera prova di fedeltà culturale. Il governo di Vladimir Putin ha annunciato l’introduzione di un esame obbligatorio di lingua russa per tutti gli studenti stranieri, coinvolgendo anche i figli degli immigrati. Dmitrij Černyšenko, vice primo ministro, ha definito questa misura un pilastro fondamentale per formare 500.000 studenti stranieri entro il 2030. L’ambizione, come riportato da AskaNews, è di posizionare la Russia come uno dei poli accademici più influenti al mondo.

Attualmente, circa 380.000 studenti internazionali popolano gli atenei russi. Il ministro della Scienza e dell’Istruzione Superiore Valerij Falkov, in un’intervista a Vedomosti, ha evidenziato come questi numeri collocano la Russia al sesto posto mondiale per presenze straniere. Tuttavia, dietro le cifre, si cela un obiettivo più profondo: creare una generazione non solo istruita, ma profondamente radicata nei valori tradizionali russi. In un discorso riportato da AskaNews, Vladimir Putin ha dichiarato che “le università devono formare personalità patriottiche e socialmente responsabili”, inserendo questo traguardo nei dieci progetti nazionali prioritari.

Per concretizzare questa visione, il Cremlino ha introdotto corsi propedeutici di lingua e cultura russa, finanziati da borse di studio statali. Il Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma ha sottolineato, in un comunicato, che questi programmi non solo colmano le lacune linguistiche, ma immergono gli studenti in un universo di valori tradizionali. Sul portale ufficiale education-in-russia.com sono dettagliate le borse di studio, che coprono integralmente la retta universitaria e l’alloggio, lasciando però a carico degli studenti spese come il viaggio e l’assicurazione sanitaria.

Opportunità o trappola? Questa è la domanda che si pongono molti analisti. Se da un lato l’istruzione gratuita è una porta d’accesso a un’educazione di alto livello, dall’altro c’è il pericolo che diventi uno strumento per instillare una narrativa politica e culturale che glorifica il modello russo.

Il politologo Aleksandr Nemtsev, in una recente intervista aVedomosti, ha sottolineato come il Cremlino utilizzi l’istruzione per promuovere un patriottismo vincolante. “Il senso di appartenenza non dovrebbe essere imposto con criteri rigidi, altrimenti si rischia di trasformare un’idea ambiziosa in un sistema di controllo”.

Le università russe non sono solo istituzioni accademiche, ma veri e propri laboratori di soft power. Attraverso programmi di volontariato e iniziative culturali, Mosca mira a consolidare la sua immagine di leader globale. Vedomosti ha rivelato che, entro il 2030, il 45% degli studenti russi e stranieri sarà coinvolto in attività di volontariato, rafforzando il senso di appartenenza a una comunità unificata.

Il soft power, concepito dal politologo americano Joseph Nye negli anni '90, mira a esercitare influenza senza ricorrere alla coercizione. La Russia ne ha dato una nuova interpretazione, trasformando l’istruzione in un’arma geopolitica per sfidare i valori liberali dell’Occidente. Tuttavia, subordinare l’educazione alla conformità ideologica rischia di soffocare il pensiero critico, rendendo l’università uno strumento di legittimazione politica.

In un contesto segnato da tensioni geopolitiche e isolamento internazionale, il sistema educativo russo si configura come uno strumento ambivalente: un ponte culturale che attrae migliaia di studenti stranieri, ma anche un veicolo di propaganda politica. La vera sfida, ora, sarà capire se queste università potranno mai evolversi da laboratori di conformità ideologica a fucine di pensiero critico. Il mondo sta osservando: sarà la Russia a dettare nuove regole, o sarà l'educazione a rompere i suoi stessi confini?




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