La deriva dell’AI: l’intelligenza artificiale generale non si definisce più in base alle prestazioni, ma in base ai profitti
L’intelligenza artificiale è un campo estremamente complesso, che – nel corso degli ultimi anni – è diventato estremamente popolare grazie alla presenza di alcuni prodotti e di alcune applicazioni che ci hanno fatto toccare con mano le sue potenzialità. Tuttavia, come Giornalettismo ha provato a spiegare più volte, l’intelligenza artificiale non è un qualcosa che nasce ultimamente, ma è un processo che ha decine di anni di studi alle spalle e che – dal punto di vista teorico – è stata correttamente definita in tutte le sue sfaccettature. Per questo, fino ad ora, anche il concetto di intelligenza artificiale generale (AGI) è diventato abbastanza familiare, per come è stato inteso dal punto di vista accademico: stiamo parlando, infatti, di quella tipologia di intelligenza artificiale in grado di risolvere, soprattutto a livello matematico, dei problemi che – fino a questo momento – soltanto la mente umana riusciva a sbrogliare. Si tratta di operazioni matematiche di base che, tuttavia, processate dalle macchine dalla potenza significativa possono portare i software a risolvere questioni molto più complesse. Insomma, gli studiosi sono d’accordo che quando si raggiungerà l’intelligenza artificiale generale, l’umanità subirà uno scossone importante nella sua evoluzione. Tuttavia, fino a questo momento, nessuno mai si era sognato di collegare il concetto di AGI a una questione economica, di profitti. A quanto risulta al sito The Information, infatti, ci sarebbe un accordo tra Microsoft e OpenAI per dare una definizione oggettiva e senza tema di smentita all’intelligenza artificiale generale.
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La definizione di intelligenza artificiale generale secondo Microsoft e OpenAI
Dimenticatevi, dunque, le operazioni matematiche di base. Oggi, esistono diversi standard per misurare i progressi dei vari software di intelligenza artificiale, con dei punteggi che variano a seconda della portata selettiva del test. I prodotti con cui OpenAI tende all’intelligenza artificiale generale (si pensi, ad esempio, al modello o3) passano, ad esempio, al vaglio di diversi test come l’ARC-AGI (Abstract and Reasoning Corpus for Artificial General Intelligence) o l’ARC-AGI-2. Ovviamente, si tratta di analisi che restituiscono risultati molto diversi, spesso anche in contrasto tra loro. In che modo un prodotto può avvicinarsi al ragionamento umano nella risoluzione di processi matematici? Se la valutazione non è uniforme, come si farà ad affermare con certezza quando un’azienda avrà sviluppato un linguaggio che possa definirsi intelligenza artificiale generale?
Per tagliare la testa al toro, Microsoft e OpenAI – che, evidentemente, sul tema hanno avviato un lungo dibattito – hanno pensato di applicare l’unico linguaggio universale che tutti riescono a capire: quello dei soldi. Stando all’indiscrezione di The Information, le due aziende – che attualmente lavorano in regime di partnership, grazie al cospicuo investimento di Microsoft dalla cifra record di 10 miliardi di dollari – si sono accordate rispetto al fatto che OpenAI riuscirà a raggiungere l’AGI quando i suoi modelli riusciranno a generare 100 miliardi di dollari di profitti. Una prospettiva inedita, perché il progresso – per la prima volta – non viene misurato sulla base dei risultati scientifici, ma su quelli economici. Effetti dell’intelligenza artificiale: mai prima d’ora si era arrivati ad applicare in maniera così sfacciata il capitalismo alla ricerca scientifica.
Il New York Times, poi, ha rincarato la dose. Quando OpenAI dovesse raggiungere questi famosi 100 miliardi di profitti, allora – in automatico – Microsoft perderebbe l’accesso prioritario alle sue tecnologie. Non si tratta, dunque, di una semplice questione di progresso, ma anche di disciplina di una partnership. Che, fino a questo momento, ha visto Microsoft in posizione di forza (anche in base al suo investimento e al ruolo avuto nella temporanea defenestrazione di Sam Altman). Ma che, in futuro, si potrebbe completamente ribaltare.
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