Ti sposi nel 2025? Dalla burocrazia all’abito e la location, ecco le cose da programmare già ora. La tabella di marcia per chi ha in programma il matrimonio
C’è uno stereotipo su cui le commedie romantiche iniziano ad avere ragione: questo periodo è particolarmente denso di proposte di matrimonio: sarà la magia delle feste, il fascino dei paesaggi innevati, o l’idea di inginocchiarsi a mezzanotte e fare la fatidica domanda all’arrivo del nuovo anno. Passato lo stordimento della felicità, però, bisogna rimboccarsi le maniche e iniziare a organizzarsi, perché la lista di cose a cui pensare è lunga. E dispendiosa. C’è sempre quella cugina o quell’amica che, saputa la bella notizia, profetizza tipo Cassandra: “Noi ci abbiamo messo due anni e mezzo per organizzare tutto, vedrai”.
È vero: il matrimonio è un rito di passaggio importante e negli ultimi anni i festeggiamenti si sono allungati e allargati, diventando sempre più impegnativi ed elaborati. Ma non tutti sognano un evento faraonico: la verità è che le nozze comportano alcune cose obbligatorie e molte altre facoltative. L’importante è organizzarsi e aver chiare le tempistiche, dalla scelta della location alle partecipazioni: ecco la tabella di marcia per gli sposi del 2025.
La burocrazia – L’abito, i fiori, la musica, il tema: tutto molto romantico, ma un matrimonio è un atto formale che porta con sé un discreto carico di burocrazia. Per esempio le pubblicazioni, regolate dal Codice Civile. Di fatto, sono un avviso: vanno richieste nel comune di residenza dei due, che dovrà verificare i documenti necessari (atto di nascita, cittadinanza, stato civile). Una volta che è tutto pronto, il Comune fa firmare agli sposi l’atto di pubblicazione che verrà esposto per 11 giorni. Se gli sposi risiedono in due Comuni diversi, le pubblicazioni andranno esposte in entrambi.
Ma attenzione, perché per chi si sposa con rito religioso c’è un passaggio in più: il Comune per iniziare le pratiche ha bisogno della domanda di pubblicazione del sacerdote. Anche qui ci sono documenti da presentare, come il certificato di battesimo, di cresima, di partecipazione al corso prematrimoniale… In questo caso quindi servono doppie pubblicazioni: quelle esposte in comune e quelle affisse in chiesa per otto giorni. L’ideale quindi è iniziare a muoversi almeno due o tre mesi prima, il tempo necessario a mettere insieme tutti i documenti richiesti. Ma non troppo tempo prima: dopo 180 giorni, le pubblicazioni scadono e se il matrimonio non è stato celebrato vanno rifatte daccapo.
La location – Più che “quando ci sposiamo” la prima domanda da farsi è: “Dove ci sposiamo?”. Per moltissime coppie, infatti, è proprio la disponibilità di una certa location a determinare la data. In alcune zone d’Italia la richiesta è così alta che il primo weekend utile è ormai nell’autunno 2025 – non sottovalutate la bellezza di un matrimonio in inverno! – o addirittura nel 2026. Per questo, sempre più spesso le coppie valutano anche i giorni feriali, specialmente se hanno numeri ridotti di invitati. Se prevedete il rito religioso poi, non dimenticatevi di chiedere in anticipo la disponibilità della chiesa: per alcune serve un nulla osta della curia, o viene richiesta un’offerta in beneficenza.
Cose da considerare: alcune location hanno il proprio ristorante, quindi offrono un pacchetto completo che include la venue per la cerimonia, una sala per il ricevimento e spazi per il taglio e per ballare. Se non c’è il ristorante, però, bisogna prendere accordi con un catering. Prima di partire per il pellegrinaggio tra tenute, agriturismi e castelli è bene avere in mente il numero approssimativo di invitati e il budget a disposizione. Sembra scontato, ma è facile poi lasciarsi prendere dall’entusiasmo e pentirsene poi.
L’abito – Non ci addentreremo qui nella lista infinita di cose da fare, come la scelta del tema, il fotografo, la musica, il tableau, le bomboniere… Ma proveremo comunque a rispondere alla domanda che manda nel panico molte future spose: quanto tempo ci vuole per trovare l’abito bianco? Risposta breve: dipende. Risposta lunga: c’è chi lo compra al primo colpo (più che fortuna, è pragmatismo) e chi, seguendo le orme di Charlotte York di Sex and the City, assolda un reggimento di damigelle e personal shopper per passare al setaccio boutique, riviste e bacheche Pinterest.
Alcuni atelier suggeriscono di riservare un posto per la prova dell’abito almeno nove mesi prima, ma oggi – per fortuna – le spose hanno miriadi di opzioni, anche a piccolo budget. Esistono molte linee low cost di moda bridal, da Self Portrait a Reformation, abiti più contemporanei nelle linee pronti per essere portati a casa e indossati. Hanno sempre più mercato inoltre gli abiti bianchi “da-sposa-non-da-sposa” che possono essere riutilizzati in futuro, magari tingendoli o accorciandoli. Se invece volete farvi confezionare il vestito da una sarta, mettete in conto che i tempi si allungheranno. Sempre più spose puntano sul vintage o scelgono di noleggiare il vestito bianco: oltre al portafogli, ci guadagna l’ambiente. Realtà come Drexcode hanno ottimi assortimenti di abiti firmati a una frazione del prezzo originale. In fondo, perché indossarlo un giorno solo e tenerlo per sempre nell’armadio?
Le partecipazioni – Che sia una festa principesca o una cerimonia per pochi intimi, c’è un’ultima scadenza da rispettare: le partecipazioni di nozze. A differenza delle pubblicazioni, che hanno tempi stabiliti dalla legge, sulle partecipazioni ognuno dice la sua: c’è chi suggerisce di farle arrivare un mese esatto prima del grande giorno e chi dice di spedirle addirittura sei mesi prima. Ritardi postali a parte, ormai è costume spedirle tre mesi prima del matrimonio a tutti gli invitati, allegando il RSVP per chi è invitato anche al ricevimento. Così gli ospiti hanno il tempo di organizzare l’agenda e gli sposi sapranno con anticipo quante persone contare per il pranzo o per la cena.
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