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Gas russo addio, Pichetto: “L’Italia è preparata, scorte sufficienti ma l’Ue fissi i prezzi”

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Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, tranquillizza  sugli stoccaggi di gas del nostro Paese dopo la chiusura dei rubinetti del gas russo di Gazprom attraverso l’Ucraina, adottati da Kiev dal 2025.

“Il nostro Paese, grazie alle diversificazioni degli approviggionamenti di gas messe in campo negli ultimi anni, si può dire ormai indipendente dal gas russo. Riteniamo di poterci definire al sicuro sulle quantità. Sotto osservazione restano le possibili oscillazioni di prezzo”, ribadisce il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, in una intervista al Mattino. “Diversificazione territoriale, prima di tutto. Basti pensare che, prima dell’attacco all’Ucraina, l’Italia riceveva dalla Russia circa il 40% del proprio fabbisogno di gas. Oggi ci siamo resi pressoché indipendenti da quella fornitura sostituendola con gas proveniente da Est, cioè dall’Azerbaigian, grazie al TAP, e da sud, in modo particolare da Algeria e Libia. Ma abbiamo fatto anche altro. Stoccaggi, rigassificatori, accelerazione delle rinnovabili, idrogeno, nucleare”, spiega.

Italia indipendente dal gas russo

Quanto ai rigassificatori del Sud – Porto Empedocle e Gioia Tauro – Pichetto osserva: “Il Governo li ha inseriti tra le opere definite strategiche per il Paese. Come il raddoppio della linea adriatica. Nel Piano Mattei il Mezzogiorno d’Italia sarà il centro di smistamento dell’energia verso le realtà produttive non solo del Nord ma anche dell’Europa centrale”. Per quanto riguarda l’idrogeno “ho firmato un accordo con Germania e Austria per l’idrogeno per una linea di 3300 chilometri che va dall’Africa alla Baviera: un corridoio ideale che vede come fulcro l’Italia del Sud. L’Italia, nel quadro delle politiche europee, riconosce nell’idrogeno una delle soluzioni fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, in coerenza con gli impegni assunti nel Piano Nazionale Integrato Energia e clima (PNIEC) al 2030 e nel Net Zero al 2050”.

Anche la via dell’idrogeno passa per il Sud “necessariamente, come per il gas. L’Italia, grazie alla sua posizione geografica nel Mediterraneo, ha l’opportunità di diventare un hub strategico per l’import, la produzione e l’export di idrogeno, soddisfacendo così anche parte della domanda europea di approvvigionamento di energia decarbonizzata”.

La principale preoccupazione resta, tuttavia, quella del riproporsi di nuove fiammate inflazionistiche derivanti dai rincari dei prezzi energetici, come accaduto nel 2022 e nel 2023.  Pichetto ha ricordato l’appello del governo all’Unione europea a «rinnovare l’eventuale price cap, non a 180 euro come il precedente, ma a 50-60 euro» per porre un freno a «operazioni puramente finanziarie che non c’entrano nulla con la materia prima ma pesano sulle famiglie e sulle imprese».

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