Se è vero che i numeri raccontano le traiettorie dell'universo e le incidenze che hanno nei destini degli uomini, a questo punto occorre arrendersi, scrive Massimo Cecchini su Il Messaggero. Il luogo comune che dice che sia una partita dove non esistono favoriti, viene certificato anche dai numeri. Infatti, le cifre raccontano come dal 2000-2001, per Lazio e Roma il vantaggio in classifica è un fattore nullo. Nessuno crederebbe mai al fatto che nelle ultime stagioni la squadra che si è presentata peggio al derby abbia guadagnato più punti dell'altra. Sulle 48 stracittadine giocate, infatti, la sfavorita alla vigilia ha perso 16 volte, pareggiato 13 e vinto 19 volte. Anche nel secolo scorso questa incidenza si è verificata spesso, come nel campionato 1983-1984 con la Roma di Liedholm che poi sarebbe arrivata in finale di Champions League, pareggiò 2-2 contro una Lazio a rischio Serie B. Nel derby, quindi, l'unica regola è che non ci sono regole. Il mantra ormai può dirsi codificato: a Roma il derby non lo vincono i più forti, ma semplicemente i migliori.