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Paolo De Chiesa: “La mia ex mi sparò sul volto, persi 12 chili e smisi di sciare. Eravamo da gente famosa, ho coperto tutti fino ad oggi”

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“Ho insabbiato tutto e ho coperto tutti. Ma alla fine l’ho pagata io”. Comincia così l’intervista rilasciata al Corriere del Trentino da Paolo De Chiesa, ex campione di sci e storico commentatore Rai, mentre si trovava a Madonna di Campiglio per la proiezione del film “La Valanga Azzurra” di Giovanni Veronesi. Dell’incidente che gli ha sconvolto la vita De Chiesa parla per la prima volta proprio in occasione di questa pellicola, che celebra i successi dello sci azzurro negli anni Settanta. Non aveva mai raccontato nulla, custodendo un segreto che pure ha condizionato irrimediabilmente la sua vita e la sua carriera agonistica.

“Non lo sapeva nessuno, non ne avevo mai parlato pubblicamente e sinceramente non so perché l’ho fatto ora dopo 40 anni”, ha ammesso De Chiesa, oggi 68enne. “Forse perché questo film può essere considerato veramente la chiusura di un cerchio, un grande regalo di Fandango e Giovanni Veronesi. Quando è successa la tragedia ero nel pieno delle mie forze, avevo 22 anni, andavo fortissimo, ero tra i primissimi del mondo e questa cosa mi ha ammazzato. Ho perso 12 chili, ero al secondo anno di Medicina e ho lasciato gli studi, ho smesso di sciare”. Ma cosa successe di preciso? De Chiesa ha raccontato la drammatica vicenda: “Quell’incidente è successo vicino a Gallarate, eravamo a casa di gente molto, molto famosa e a spararmi è stata la mia ex, una ragazza di Cortina. Io non ho mai fatto i nomi dei responsabili, ho sempre tenuto tutto per me, ho insabbiato tutto e ho coperto tutti, ma alla fine l’ho pagata io perché queste persone non mi hanno mai neppure telefonato, non mi hanno neanche chiesto scusa“.

Una scelta che non ha aiuto il giovane De Chiesa ha superare il trauma: “Tornassi indietro non lo rifarei assolutamente. Le conseguenze dirette di quell’episodio così traumatico, le porterò nella tomba”. L’ex campione di sci ha spiegato di aver raccontato una “versione diversa” ai medici, ma nessuna indagine è stata fatta: “All’epoca ero in Guardia di Finanza e probabilmente dall’alto sono arrivate delle direttive. È stato messo tutto a tacere”. Fatto sta che De Chiesa ci ha messo tre anni a tornare sugli sci: “Non c’ero più, ero veramente finito, non c’era più niente. Però c’era quel lumicino lì che è rimasto sempre acceso e a un certo punto l’ho seguito, anche se non sapevo dove”. Il rientro non è stato semplice: “È stata dura recuperare terreno, fisicamente ero finito e in Coppa del Mondo devi essere una bomba se vuoi essere tra i primi. Dopo tre anni è arrivato il podio a Madonna di Campiglio ed è stato pazzesco: ero tra i più grandi del mondo, con Stenmark e Mahre sul podio davanti agli altri. Lì ho detto: forse ce l’ho fatta”.

Anche se De Chiesa (12 podi in Coppa del Mondo) non ama definirsi un campione: “Oggettivamente non sono un campione. Il campione è colui che vince, nello sport: io non ho mai vinto. Ho fatto 12 podi, sciavo sicuramente benissimo, sono stato più di 50 volte nei primi dieci. Thoeni e Gros: loro erano i campioni, noi eravamo dei bravi sciatori. Poi, dentro di me, io so quello che ho fatto e so che ha un valore enorme anche dal punto di vista umano e sportivo”.

Forse anche per via della sua vicenda personale, De Chiesa al Corriere del Trentino ha ribadito di essere rimastoinorridito dalla fretta con cui è stata chiusa la faccenda e dall’omertà” riguardante un altro tipo di incidente: quello di Matilde Lorenzi, avvenuto su una pista da sci e rivelatosi fatale: “Quello che è successo è semplicemente scandaloso. C’era una ragazza della Nazionale che si allenava su un percorso senza sufficienti parametri di sicurezza, il tracciato era vicinissimo a un bordo pista oltre il quale c’era un dirupo. – ha affermato De Chiesa prima di concludere – Delle due, l’una: o ci dovevano essere delle reti, con un tracciato di allenamento a debita distanza, oppure se non ci sono le reti non si traccia a quelle distanze, ci vogliono le vie di fuga. Sarebbe la prima volta nella storia dello sci che un atleta cade a 50-60 all’ora in slalom gigante e muore. Non esiste, a meno che non vada fuori pista contro una pianta o un ostacolo”.

L'articolo Paolo De Chiesa: “La mia ex mi sparò sul volto, persi 12 chili e smisi di sciare. Eravamo da gente famosa, ho coperto tutti fino ad oggi” proviene da Il Fatto Quotidiano.




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