Il pm Zanoncelli lascia Pavia e passa alla procura di Milano
PAVIA. Nelle festività natalizie ha salutato i suoi colleghi e il personale della procura di Pavia, dove è rimasto per quasi dieci anni, firmando alcune tra le inchieste di maggiore rilievo che hanno riguardato il territorio. Andrea Zanoncelli, 42 anni, originario della provincia di Bergamo, negli ultimi due anni parte del pool degli inquirenti dell’indagine Clean sull’esistenza di un presunto «sistema Pavia», è ora in servizio in procura a Milano dove continuerà il suo lavoro come sostituto procuratore (negli ultimi anni è stato anche applicato alla Dda di Milano).
Alla procura di Pavia Zanoncelli arrivò, fresco di concorso e tirocinio, nel gennaio 2015: era la sua prima destinazione, nella stessa città dove aveva frequentato per due anni la scuola di specializzazione. Appena un anno dopo si trovò a gestire uno dei fascicoli più delicati mai arrivati in procura, quello sulla morte del fotoreporter Andrea Rocchelli, ucciso in Ucraina mentre documentava le condizioni della guerra nel Donbass. Fascicolo destinato all’archiviazione, ma che invece il giovane magistrato riempì di atti di indagine, fino a sostenere in un processo la tesi che la morte di Rocchelli non era stata un incidente di guerra ma un omicidio volontario.
Di Zanoncelli si ricorda anche l’inchiesta su Sergio Contrini, l’amministratore di sostegno accusato di avere dilapidato il patrimonio di decine di anziani e fragili ed ex assessore ai Servizi sociali del Comune di Pavia condannato a dieci anni in via definitiva per peculato. Insieme alla collega Valentina Terrile è stato anche titolare del fascicolo di indagine sull’omicidio di Luigi Criscuolo, inchiesta che si è conclusa con la condanna per Barbara Pasetti. A sua firma anche l’indagine sull’omicidio del 44enne Mohamed Ibrahim, ucciso a Cassolnovo e bruciato alla Morsella: il processo di primo grado si è concluso con quattro condanne per la famiglia Rondinelli.
Zanoncelli ha curato anche il fascicolo di indagine sui morti di amianto alla Fibronit: poche settimane fa ha chiesto l’archiviazione per il secondo troncone di inchiesta, che contiene i nomi di 470 vittime, dopo che già il primo processo aveva stabilito che non si possono raggiungere certezze sul nesso di causa tra esposizione all’amianto e morte, e quindi non si possono stabilire responsabilità. Con il trasferimento di Zanoncelli aumenta la scopertura di organico in procura a Pavia, dopo che erano già andati via i colleghi Paolo Mazza e Camilla Repetto.