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Tutti i ricchi alla corte di Trump, anche gli ex nemici Bezos e Zuckerberg: donati 200 milioni per l’inaugurazione, 4 volte più di Obama

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“VOGLIONO ESSERE TUTTI MIEI AMICI!”. Donald Trump esulta – in maiuscolo – su Truth Social. Vecchi screzi e rancori sono dimenticati. Ora lo amano davvero tutti. Il comitato che organizza l’inaugurazione del 20 gennaio ha già raccolto 200 milioni di dollari. Gli amici sono corporation e super-ricchi, che mai come quest’anno hanno riversato sul presidente degli Stati Uniti un fiume di denaro. L’affetto è stato tale che non ci sono più biglietti per l’inaugurazione. Chi ha pagato centinaia di migliaia di dollari per assistervi rischia ora di ritrovarsi senza posto nel settore vip. Ai ‘malcapitati’ tocca sperare in uno dei biglietti messi a disposizione di membri del Congresso e semplici cittadini. Il settore vip, quello che racchiude il cerchio magico di Trump, è però irrimediabilmente perso.

L’inaugurazione è una cosa seria negli Stati Uniti. Non c’è solo il giuramento a segnare il passaggio di poteri alla Casa Bianca. Per un paio di giorni, Washington risplende di cocktail, feste, balli. La capitale mostra al mondo il potere americano e il nuovo presidente rivela – con il suo discorso dopo il giuramento, con la preferenza offerta a certi ospiti e feste – cosa vuole fare nei successivi quattro anni. L’organizzazione è nelle mani di una commissione che ne approfitta per raccogliere cospicui finanziamenti, soprattutto da parte di aziende e potenti vari. Donare a un presidente eletto è del resto molto più produttivo che donare a un candidato alla presidenza. Il ritorno è assicurato. Barack Obama raccolse 53 milioni di dollari nel 2009 e 42 milioni nel 2013. Trump rastrellò 107 milioni nel 2017. Joe Biden – ma si era ancora in tempi di Covid – 62 milioni nel 2021. Il “secondo Trump” è da record. Sinora, ma manca ancora più di una settimana al 20 gennaio, è stato omaggiato con oltre 200 milioni che andranno, o almeno così dice l’organizzazione, a finanziare la costruzione della futura, ancora presunta, biblioteca presidenziale di Trump.

A donare sono vecchi amici, ma anche acerrimi nemici che hanno capito che l’aria a Washington è cambiata. Uno sguardo alla lista dei donatori rivela la presenza del gotha economico, finanziario, imprenditoriale americano. Hanno donato un milione Amazon, Meta e OpenAI – quindi, rispettivamente, Jeff Bezos, Mark Zuckerberg e Sam Altman, nel passato non particolarmente teneri con Trump. Ha donato un milione Uber e un altro milione il suo CEO, Dara Khosrowshahi, che pare non gradire l’influenza di Elon Musk sul tycoon. Hanno donato un milione ciascuno Toyota, General Motors e Ford, che ha anche fornito a Trump una flotta di suoi veicoli. Promette di donare un milione Ken Griffin, CEO di Citadel, multinazionale degli hedge fund. Ha donato due milioni la piattaforma di trading al dettaglio Robinhood Markets e cinque milioni in sua cripto-valuta ha donato Ripple. Ha dato, non si sa quanto, Bank of America.

Come ha fatto notare su CNBC Brendan Glavin, direttore delle ricerche di OpenSecrets, far affluire milioni di dollari nelle casse di Trump è “una grande opportunità per ingraziarsi la nuova amministrazione”. Il messaggio che è arrivato da Mar-a-Lago in questi giorni è del resto inequivocabile: chi non si allinea, rischia grosso. Il Wall Street Journal ha scritto che diverse aziende sono state messe in guardia dai loro consulenti: meglio cancellare da siti web e politiche aziendali un linguaggio e pratiche che possano apparire favorevoli al pensiero democratico e progressista. Peraltro, almeno undici delle aziende che hanno offerto milioni di dollari a Trump – tra queste Ford, Intuit, Toyota, Pharmaceutical Research e Manufacturers of America – si erano impegnate a sospendere le donazioni dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio. Come in 1984 di George Orwell, il passato è però abolito e business, corporation e grande imprenditoria dimostrano il loro “affetto” per il presidente a suon di donazioni.

Il pacchetto per chi ha donato un milione di dollari – o raccolto due milioni da diversi finanziatori – prevede sei biglietti per altrettanti eventi, tra cui il giuramento e un elegante candelight dinner, una cena a lume di candela la sera del 19 gennaio alla presenza di Donald e Melania. C’è però un problema. I pacchetti, spariti nel giro di qualche giorno, sono stati venduti anche dopo l’esaurimento dei posti a disposizione. Il Trump-Vance Inaugural Committee ha spiegato che “chiunque sia interessato a dare il proprio contributo è incoraggiato a farlo”, ma che “lo spazio è limitato”. In altre parole, i milioni sono ancora benvenuti. Chi li sgancia deve però sapere che, con ogni probabilità, si guarderà l’inaugurazione in tv.

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