Sorpresa, la manutenzione del Mose costa troppo: la nuova governance la dimezza. Ma il numero di utilizzi è 5 volte le stime iniziali
Con il nuovo anno è cambiata la governance del Mose di Venezia, il sistema di dighe mobili che deve difendere la città dall’acqua alta, ma non sono cambiati i problemi. Adesso al comando del sistema c’è l’urbanista Roberto Rossetto, nominato sette mesi fa presidente dell’Autorità per la Laguna di Venezia – Nuovo Magistrato alle Acque. Solo alla vigilia di Natale ha ottenuto da un decreto del Consiglio dei ministri i compiti, le funzioni e le risorse finanziarie prima appannaggio del commissario straordinario Elisabetta Spitz, che è così cessata dall’incarico.
Nella prima uscita pubblica, Rossetto ha rilasciato un’intervista alla giornalista Roberta Brunetti de Il Gazzettino, in cui ha dato un annuncio destinato a segnare il futuro dell’opera. La manutenzione delle singole paratoie, annosa e costosissima questione, non avverrà più ogni 5 anni, come previsto dai progetti, ma raddoppierà a dieci anni. Per una questione di tempi tecnici e di soldi.
Il Mose è costituito da 78 paratoie installate sul fondo della laguna, alle bocche di porto di Treporti (21 barriere), San Nicolò (20), Malamocco (19) e Chioggia (18). Si alzano quando la marea cresce oltre i 110 centimetri, tenendo all’asciutto il centro storico. Alcune sono in acqua da oltre dieci anni ed è cominciata la revisione delle prime 21, ma anche qui cambia tutto. “Attualmente è in corso la manutenzione della prima schiera di Treporti, con la gara che si era aggiudicata Fincantieri: 20 milioni per 19 paratoie. Ma si è capito che i conti non sono coerenti. Lo stanziamento basterà a completarne solo 6 o 7. Per le restanti vanno trovate le risorse per fare un’altra gara”.
Rosetto ha spiegato che un decreto ha revocato il partenariato proposti da Fincantieri per dieci anni. Chi si occuperà degli interventi? “Il Consorzio Venezia Nuova si sta organizzando. In parte con le sue imprese, in parte con delle gare. Per questo intervento ci vorrà un anno e mezzo. Alla fine potremo definire una strategia della manutenzione, non solo dei cassoni, ma anche degli impianti, con un ciclo manutentivo che non sarà di 5 anni, ma di 10. I lavori a Treporti hanno infatti dimostrato che si può attendere. E questo ci aiuta molto, sia dal punto di vista strategico che economico”.
La decisione getta ombre sulla tenuta del Mose, considerando che le 78 paratoie vanno smontate due alla volta e sostituite da quelle di riserva. Vanno portate in un cantiere (non ancora individuato), ripulite, ritinteggiate, verificate. Poi vengono rimesse sul fondo della laguna. Se per 6 barriere bastano appena 20 milioni di euro, per fare il primo giro di manutenzione ne servono più di 200. Ma soprattutto occorre un tempo infinito, perché alla media di sei all’anno, servono 13 anni per ultimare i lavori.
L’architetto Fernando De Simone vent’anni fa aveva proposto un sistema alternativo al Mose, che non richiedeva la permanenza delle barriere in acqua. Consulente di due importanti aziende europee, i norvegesi di Norconsult e gli olandesi di Royal HaskoningDHV (costruzioni sotterranee, dighe, tunnel sottomarini), è da sempre dubbioso sulla tenuta del sistema.
Dopo le dichiarazioni di Rossetto commenta: “I tecnici della Fincantieri hanno dichiarato che, anche per non procurare gravi problemi ai porti di Venezia e Chioggia, si potrà effettuare la manutenzione al massimo di 6 paratoie ogni anno, quindi 30 in 5 anni. Aggiungendo le 3 già smontate si arriva ad un totale di 33 paratoie nel 2031”. A quel punto ne mancheranno ancora 45. “Avranno tutte superato i 10 anni di permanenza sul fondo del mare. Per anche la loro manutenzione occorreranno altri 7 anni. Le ultime 6 saranno smontate dopo 17 anni. Resisteranno?”.
La domanda è provocatoria, ma ha un senso se si considera che il Mose ha una vita stimata di un secolo e che il numero di alzate delle dighe è molto superiore alle 5-6 previste inizialmente. Si arriva a una trentina di sollevamenti in un anno, cifra destinata a crescere con il sollevamento previsto del mare rispetto alla costa.. “E che cosa fanno di fronte a questo rischio di utilizzo, con conseguente usura?, si chiede De Simone, Raddoppiano la durata del ciclo di manutenzione… Se una paratoia si dovesse rompere e provocare dei danni, chi li pagherà? Il Mose è assicurato? Per quale importo? Da quest’anno l’assicurazione è diventata obbligatoria per queste opere”.
Quale fosse la durata prevista è scritta ancora oggi nel sito del Consorzio Venezia Nuova. “L’attività di manutenzione durante l’esercizio della barriera prevede la sostituzione periodica di tutte le paratoie, con frequenza quinquennale, così da comportare la sostituzione annua di quattro paratoie per sbarramento. Gli interventi di manutenzione ordinaria saranno programmati tra aprile e settembre”.
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