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Scherma, la luce azzurra di Michela Battiston pone fine a due anni di “buco nero” nella sciabola femminile

Nel weekend, a Tunisi, è arrivato un risultato significativo per la scherma italiana. Michela Battiston ha difatti raggiunto la finale della tappa del Grand Prix di sciabola disputata nella capitale tunisina, inchinandosi solamente alla due volte campionessa del mondo Misaki Emura.

L’Asia continua dunque a dominare la scena (i primi due appuntamenti di Coppa del Mondo erano andati alla sudcoreana Jeon Ha-young, capace di dar seguito ai primi barlumi di classe mostrati durante i Giochi olimpici di Parigi), ma finalmente le sciabole azzurre sono tornate a brillare di luce propria.

L’ultima finale di un appuntamento di primo livello risaliva al dicembre 2022, quando Martina Criscio vinse a sorpresa a Orleans, giustappunto poche settimane dopo il secondo posto conseguito da Battiston stessa ad Algeri (evidentemente, il Nord Africa le porta particolarmente bene!).

Non è stata una performance figlia della fortuna, poiché la ventisettenne friulana si è aperta la strada battendo negli ottavi di finale la già citata Jeon Ha-young, nei quarti di finale un’avversaria solida e da tempo ai vertici quale la greca Despina Georgiadou e in semifinale la valida bulgara Yoana Ilieva. Una finale artigliata con le unghie e i denti, a suon di vittorie di rilievo.

Indi per cui, dopo il “buco nero” degli anni solari 2023 e 2024, l’Italia della scherma torna a dare un concreto segnale di vita anche nella sciabola. Nel fioretto, passaggio a vuoto olimpico a parte, si ottengono vittorie in serie. La spada, che viceversa a Parigi ha scritto la storia con una squadra di veterane, osserva con grande interesse la crescita della zoomer Sara Maria Kowalczyk.

Mancava all’appello la sciabola, l’arma meno remunerativa per l’ambito tricolore. Finalmente si è udito un “presente!” anche su questo fronte. Chiaramente, una rondine non fa primavera. Però quando un’italiana arriva in finale è doveroso sottolinearlo, soprattutto se la dinamica si presenta solamente per la terza volta dal febbraio 2018 a oggi.

Definiamola, insomma, una situazione incoraggiante. Fosse anche un exploit privo di seguito. Troppo facile fare i criticoni e attingere dal “cestino della spazzatura emotivo”, sottolineando l’assenza di risultati. Quando questi arrivano, come sono arrivati nei giorni scorsi, è imperativo rendere onore al merito.

Viviamo in un’epoca atroce, nella quale la dialettica urlata ha sempre il sopravvento sull’analisi posata. Non ci si può, però, piegare a queste logiche da show-business e mass media-spazzatura. Quando si fa informazione correttamente, è doveroso “essere sul pezzo”. Come lo è stata Michela Battiston a Tunisi.




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