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Gaza, svolta imminente per l’accordo tra Israele e Hamas. Trump: molto vicini a farcela. I punti dell’intesa

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Israele-Hamas, è scattato il countdown: sono ore cruciali per il futuro della Striscia di Gaza. L’accordo per una tregua, la liberazione degli ostaggi tenuti prigionieri da oltre un anno nell’enclave palestinese, e la scarcerazione di detenuti palestinesi nelle carceri israeliane potrebbero essere imminenti. «Siamo molto vicini» alla conclusione di un’intesa tra Israele e Hamas. «Devono farlo, se non lo faranno ci saranno molti guai, come non ne hanno mai visiti», ha detto a Newsmax il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, convinto che «ce la faranno». Che poi indica anche le tempistiche: «Ho dedotto che c’è stata una stretta di mano e che stanno concludendo, forse entro la fine della settimana», ha aggiunto il tycoon.

Gaza, ore cruciali per l’accordo tra Israele e Hamas

Un ottimismo che la stessa Casa Bianca rilancia: «Siamo vicini a un accordo e possiamo raggiungerlo questa settimana», ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, Jake Sullivan, sui negoziati in corso a Doha. «Non sto facendo promesse o previsioni, ma è a portata di mano», ha asserito con nettezza. Non solo: l’amministrazione Biden si è «strettamente coordinata» con quella entrante di Trump per dare alle parti coinvolte un «messaggio di unità» riguardo  l’interesse nazionale Usa, ha precisato Sullivan.

Ottimismo Usa sull’intesa per il cessate il fuoco a Gaza e sul rilascio degli ostaggi

E non è ancora tutto, perché la conferma di un accordo vicino, per quanto legato a condizioni e divergenze da superare, arriva alla Cnn anche da una fonte del movimento islamista che, pur ripetendo che restano alcuni nodi, comprese le richieste del gruppo di ritiro delle forze israeliane dal Corridoio Philadelphia, lingua di terra al confine tra la Striscia e l’Egitto, e di un cessate il fuoco permanente a Gaza, lascia intendere che finalmente le cose per un’intesa su un cessate il fuoco a Gaza e sul rilascio degli ostaggi tornano a muoversi per arrivare a una conclusione.

Sforzi congiunti tra Trump e l’amministrazione Biden

Tutto combacia e tutto sembra tornare. Nelle ultime ore si rincorrono notizie che fanno pensare a un’accelerazione che possa portare a un accordo in tempi brevi. L’obiettivo sembra essere quello di raggiungere un accordo prima del 20 gennaio, quando ci sarà il passaggio di testimone fra Biden e Trump alla Casa Bianca. Una svolta a 360° che, stando alle fonti, è arrivata nell’ambito di un incontro avvenuto domenica sera a Doha, in Qatar, fra il capo del Mossad, il premier del Qatar, e l’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff. Sforzi congiunti, si è detto: perché lì a Doha c’è anche l’inviato di Biden per il Medioriente, Brett McGurk.

La risposta della fazione palestinese

Pertanto, come riferiscono i media in queste ore, una bozza d’accordo sarebbe poi stata recapitata dai mediatori tanto a Israele quanto a Hamas. E ora si attende una risposta del gruppo palestinese. Una risoluzione legata a una riunione di Hamas che potrebbe essersi tenuta ieri sera. Nel frattempo, da più parti da fonti israeliane è filtrata la notizia che un ruolo decisivo per la sorte della bozza d’intesa sarebbe ora nelle mani di Mohammed Sinwar, fratello minore della mente del 7 ottobre Yahya Sinwar, ucciso in un raid israeliano a ottobre scorso. Mohammed Sinwar, che secondo il Wall Street Journal è ora al comando di Hamas, sta lavorando per riorganizzare il gruppo reclutando nuovi combattenti.

Il ruolo del fratello di Sinwar

Inoltre, anche in base a quanto riferisce su X il giornalista di Axios, Barak Ravid, citando due funzionari israeliani e una fonte al corrente dei dettagli dell’intesa, i Paesi mediatori (Qatar, Egitto e Stati Uniti) sono ora in attesa della risposta della fazione palestinese. Confermando, tramite quanto ribadito da un funzionario israeliano, che la decisione sarà presa dal capo dell’ala militare di Hamas a Gaza e fratello dell’ex leader, Mohammed Sinwar.

Accordo Istraele-Hamas, l’accelerata e l’ottimismo sui tempi brevi per chiudere

Un’accelerata, si diceva, che ha impresso forza centripeda e centrifuga a un accordo tra Israele e Hamas che secondo il Jerusalem Post – che cita fonti informate sugli sviluppi, mentre ancora oggi sono in programma incontri in Qatar per concludere l’intesa – potrebbe essere annunciato oggi se non ci saranno sorprese dell’ultimo minuto.

I punti principali e i dettagli dell’accordo tra Israele e Hamas

Dunque, emergono dettagli sul possibile accordo tra Israele e Hamas che, stando a più fonti, potrebbe maturare in queste ore. Il Jerusalem Post scrive che nella prima fase dell’intesa – che durerebbe 42 giorni – verrebbero rilasciati 33 ostaggi contemporaneamente all’inizio del cessate il fuoco e del ritiro graduale delle Idf dalla Striscia di Gaza. Secondo fonti citate dal sito del giornale, che non parla di eventuali detenuti palestinesi liberati, l’esercito israeliano non lascerebbe definitivamente Gaza fino a quando l’ultimo ostaggio non sarà liberato. Le fonti hanno osservato che il 16mo giorno del cessate il fuoco inizieranno i negoziati per quanto riguarda le fasi successive dello scambio di prigionieri.

33 ostaggi liberati durante la prima fase

Channel 12 precisa che i 33 ostaggi sarebbero sia vivi che morti e tra loro ci sarebbero donne, anziani e malati. Undici sarebbero uomini israeliani di età inferiore ai 50 anni che versano in gravi condizioni di salute. Tra loro figurerebbe Avera Mengistu e Hisham al-Sayed, che da molti anni sono nelle mani di Hamas. Alcuni ospedali in Israele si stanno preparando alla possibilità di ricevere gli ostaggi ancora tenuti prigionieri a Gaza. E che verrebbero rilasciati se l’accordo con Hamas dovesse concretizzarsi. Lo ha riferito l’emittente israeliana Kan, che riporta di un incontro tra funzionari delle Idf e funzionari competenti del ministero della Salute, per preparare gli ospedali al bisogno.

Israele avrebbe inviato ad Hamas una lista dei detenuti palestinesi che verrebbero rilasciati

E ancora. Israele avrebbe inviato ad Hamas una lista di nomi di centinaia di detenuti palestinesi che verrebbero rilasciati nell’ambito di un accordo per la liberazione degli ostaggi. Da quanto emerge da un’indiscrezione dell’emittente saudita al-Hadath, alcuni dei prigionieri starebbero scontando l’ergastolo. Ma tra di loro non c’è Marwan Barghouti, il leader dell’Intifada incarcerato.

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