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Olimpiadi, i tempi indefiniti della pista da bob: ora la pre-omologazione “si può fare anche in primavera”. E scoppia un’altra grana a Cortina

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A Cortina d’Ampezzo stanno cercando di cambiare il ciclo eterno delle stagioni, invertendo l’inverno con la primavera, il freddo polare delle nevi con il tepore della natura che si risveglia. Tutto a causa dell’urgenza di far quadrare i conti nei lavori di costruzione della nuova, contestatissima pista da bob per le Olimpiadi invernali ai piedi della Tofana di Mezzo. Proprio nel giorno i cui sono arrivati i dirigenti del Cio per l’ennesimo controllo sul rispetto del cronoprogramma, l’amministratore delegato di Fondazione Milano Cortina 2026, Andrea Varnier, confessa le sue paure e ammette che la data di metà marzo per la pre-omologazione potrebbe essere spostata più in là, durante la primavera.

Se l’inverno astronomico va dal 22 dicembre al 20 marzo, quello meteorologico comincia a inizio dicembre e finisce con febbraio. È da un anno che il ministro Matteo Salvini e i responsabili di Infrastrutture Milano Cortina 2026 assicurano che la prima verifica della pista avverrà a inizio marzo, con la struttura completata e i bob in grado di scivolare sul ghiaccio dalla partenza fino all’arrivo, 1.650 metri e 16 curve più in basso. Varnier ha rilasciato una lunga intervista ai giornali del gruppo Nord Est Multimedia, che tra gli altri pubblica il “Corriere delle Alpi”, quotidiano che copre l’area bellunese. Nel corso di un forum in redazione comincia a mettere le mani avanti, spostando più in là il tempo della resa dei conti, nel corso della primavera, in uno slalom che a questo punto resta sospeso.

“Ad oggi è stato fatto un miracolo, la pista si trova in una fase di costruzione avanzata. Un anno fa dovevamo ancora decidere cosa fare, non c’era nemmeno il commissario Fabio Saldini. – ha detto – Manca ancora un pezzo e poi ci sarà l’appuntamento della pre omologazione che deve avvenire entro questa primavera secondo il Comitato Olimpico Internazionale”. La scadenza di primavera è una novità assoluta. In un primo tempo la pista avrebbe dovuto essere ultimata per fine 2024, così da consentire i test. Quando nel dicembre 2023 il ministro Salvini tirò fuori dal cilindro un progetto light e trovò l’Impresa Pizzarotti pronta ad accettare l’appalto da 82 milioni di euro (il costo totale è però di 125 milioni più Iva), la tempistica aveva indicato fine febbraio 2025 per terminare i lavori, poi due settimane per realizzare il ghiaccio, quindi a metà marzo le prove.

Incalzato dalle domande, Varnier ha continuato: “Loro (il Cio, ndr) non hanno mai detto che dovevamo farla entro marzo, è una data che abbiamo fissato noi. Speriamo comunque di farla in quel mese, ma direi che non ci sono più dubbi sul fatto che verrà fatta”. Con l’abbattimento del bosco di Ronco e il cantiere che segna la montagna come uno sfregio, è in effetti difficile pensare che i lavori vengano sospesi. Il problema è capire se la pista sarà finita in tempo per la pre-omologazione prevista a marzo e per le gare di prova fissate a ottobre. La primavera, infatti, comincia a marzo e finisce a giugno avanzato. In questo elastico eterno che accompagna le parole, i progetti e i lavori della pista, c’è da aspettarsi di tutto, anche che la collaudino con il solleone. Varnier, riferendosi a uno slittamento in avanti, ha ammesso: “Si tratterà di dare un aggiustamento ad alcune posizioni un po’ rigide, ma il dialogo con le Federazioni è molto positivo, sono molto contenti. La pista dovrà avere un ruolo nel post Giochi”. E’ evidente che le federazioni vogliono rassicurazioni, non possono far scendere i bob con il ghiaccio che si scioglie.

C’è però un’altra grana sospesa sulla testa degli organizzatori. Si tratta dell’impianto di risalita di Socrepes che dovrebbe collegare Cortina con il punto di arrivo delle gare di sci. Da mesi è in corso un braccio di ferro con la regione e altri enti pubblici, preoccupati del fatto che i piloni attraversino un’area paesaggisticamente di grande pregio (i prati di Mortisa) e sorgano su un terreno soggetto a una frana profonda. Finora il via libera non c’è. La commissione ragionale Via si è riunita il 15 gennaio per la decisione finale, ma ha fatto slittare di una settimana il proprio verdetto. Le perplessità ambientali e di sicurezza sono notevoli, i correttivi proposti ancora non convincono. L’impianto di Socreps è fondamentale per l’accesso degli spettatori per le gare di sci femminile. I tempi stringono perché dovrebbe essere ultimato (nella sua parte essenziale) per il prossimo autunno. Il progetto c’è, ma non è stata ancora avviata la gara d’appalto e l’inizio lavori era stato fissato inderogabilmente a febbraio.

Anche qui la preoccupazione di Varnier si fa palpabile. “Eravamo ottimisti sulla decisione che doveva arrivare il 15 gennaio. Se l’hanno spostata di una settimana poco cambia, se invece hanno riscontrato qualcosa di molto serio questo è un problema”. Perché? “Senza l’impianto di Socrepes cambia tutta la configurazione operativa della zona delle Tofane. Per noi sarebbe un danno molto grande e vorrebbe dire ridurre di molto gli spettatori. Un danno economico e di immagine”. Vi sarebbe un problema logistico perché lungo la stessa strada dovrebbero transitare sia gli spettatori dello sci che gli atleti, i mezzi e gli addetti delle gare di bob. “Noi fermeremo le macchine provenienti da sud nell’area di Longarone e tramite le navette porteremo le persone a Cortina. – ha aggiunto Varnier ricordando quanto già si sapeva – L’idea per le gare di sci è quella di raggiungere il futuro impianto di Socrepes senza entrare nella viabilità dello Sliding Centre. I lavori per costruire l’impianto devono partire entro marzo o aprile altrimenti sarà dura”.

L'articolo Olimpiadi, i tempi indefiniti della pista da bob: ora la pre-omologazione “si può fare anche in primavera”. E scoppia un’altra grana a Cortina proviene da Il Fatto Quotidiano.




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