Adriano Panatta: “Sinner ha un’intelligenza artificiale, Musetti fa arrabbiare, Shelton servizio e volgarità”
Analizzare anche con il sorriso. Sono ripresi gli appuntamenti quotidiani di “La Telefonata“, podcast in onda su Spotify, prodotto da Fandango e con la collaborazione de “Il Tennis Italiano” (rivista edita da Fandango), con Paolo Bertolucci e Adriano Panatta a esprimersi sui temi d’attualità.
In particolare, il campione del Roland Garros e di Roma nel 1976, nonché tra i grandi protagonisti del trionfo in Coppa Davis di quello stesso anno, si è pronunciato su Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, impegnati negli Australian Open con alterne fortune. Il n.1 del mondo ha vinto in maniera piuttosto comoda contro l’americano Marcos Giron, mentre il toscano è stato sconfitto dall’altro statunitense Ben Shelton.
La lettura di Panatta su Sinner è stata la seguente: “Sinceramente mi sono un po’ annoiato a guardare quella partita, perché già sapevo che Giron non avrebbe mai e poi mai battuto Sinner e l’esito era per l’appunto scontato. Su di lui però voglio dire una cosa perché, per come gioca, è come se avesse incorporata l’intelligenza artificiale. Nel suo tennis si comprende perfettamente come le sue scelte siano giuste nel 99% dei casi, perché ogni colpo che esegue ha un senso. Lui non fa mai una c….a, semmai ne fa una a torneo. Questa qualità l’ha sviluppata in allenamento e avrà fatto milioni di cesti. Sinner, in qualunque zona del campo si trovi, gioca nella maniera corretta e come se tutto fosse automatizzato“.
E su Musetti, il parere è stato perentorio: “La partita mi ha fatto arrabbiare, ma come è possibile che ogni punto era un parlarsi con l’allenatore? Un atteggiamento che non mi piace“. Adriano ha poi detto la sua anche sull’avversario di Lorenzo, Shelton: “Un tennista antipatico, ogni volta tutte queste sceneggiate…una cosa insopportabile. Ha un bel servizio, ma il resto è volgarità“.