Добавить новость
ru24.net
World News in Italian
Январь
2025
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31

Emanuela Orlandi, il fratello Pietro: “Ci sono persone che cercano di depistare”. Salvatore Borsellino: “La Chiesa mantiene il silenzio su qualcosa di inconfessabile”

0

Le parole del fratello del giudice Paolo Borsellino, Salvatore, hanno aperto il sit-in per ricordare Emanuela Orlandi con cui, ogni anno, la famiglia della cittadina vaticana scomparsa nel 1983 la ricorda nel giorno della sua nascita, invocando verità e giustizia per il suo destino spezzato quel 22 giugno di 42 anni fa.

In apertura, Pietro Orlandi ha condiviso un messaggio per lui da parte di Salvatore Borsellino. Ecco quanto detto dal fratello del giudice vittima delle stragi di mafia del 1992: “Ho avuto notizia di questo sit-in, ti comunico solidarietà e vicinanza a livello personale. Anche noi combattiamo per una giustizia negata da più di 30 anni. L’età mi impedisce di essere lì dove il mio cuore vorrebbe essere. Come te conosco cosa vuol dire essere privato dell’affetto di un fratello e combattere per la verità negata da parte dei ministri di Dio, nel tuo caso. Quei ministri di Cristo che continuano a crocifiggerlo. Sono arrivati addirittura a seppellire un criminale in una Basilica per pagare il silenzio mantenuto su qualcosa di inconfessabile”. Il riferimento è alla tumulazione di Enrico de Pedis all’interno della Basilica di Sant’Apollinare, la stessa da cui si persero le tracce di Emanuela nel 1983. Fu l’ultimo posto in cui venne vista.

L’appello dell’avvocato Laura Sgrò
Durante il sit-in è intervenuta l’avvocato di Pietro Orlandi Laura Sgrò, con un appello: “Troppe persone mi contattano dandomi informazioni ma vogliono restare anonime. A tutti loro dico: dovete metterci la faccia perché così non aiutate nessuno. Sbagliate a pensare che queste cose capitano solo agli altri, possono succedere a qualunque famiglia. Restano nell’anonimato non aiutate la giustizia e legate le mani due volte alle persone che soffrono”. L’avvocato della famiglia Orlandi è tornata su una richiesta già annunciata nei mesi scorsi. “Avevo fatto richiesta per avere le agende del presidente Azeglio Ciampi. Ciampi annotava tutto, era molto metodico e durante la sua presidenza fu concessa la grazia ad Alì Agcà”. Lo ricordiamo, spesso i rapitori o presunti tali di Emanuela invocarono uno scambio col terrorista turco che sparò al Papa nel 1981. “Abbiamo chiesto alla presidenza della Repubblica di poter avere accesso alle agende – ha spiegato Sgrò – ma con grande dispiacere la Presidenza della Repubblica ce l’ha negato. Mi auguro che la richiesta la faccia la procura di Roma, il tempo è nemico della verità”.

La pista di Londra e il Rapporto Emanuela Orlandi
In apertura del suo intervento Pietro Orlandi non ha nascosto la sua profonda amarezza: “Fino a poco tempo fa non mi rendevo conto di tante situazioni che avevo intorno. Da parte dei media c’è volontà a disinformare. Ci sono persone che cercano di depistare e che invece di approfondire una pista importante come quella di Londra insinuano cose false dando la responsabilità di quello che è successo a mia sorella Emanuela. Perché invece di cercare indizi e soluzioni che poi tocca ad altri approfondire, cercano di screditare?” Sull’inchiesta aperta dal Vaticano ha detto Orlandi: “Sono due anni che il Vaticano ha aperto l’inchiesta e cosa hanno fatto? Adesso il promotore di giustizia Alessandro Diddi dice di aver trovato un fascicolo su Emanuela ma è ancora riservato: quindi c’è qualcosa di importante dentro. Io so che quel fascicolo sta in segreteria di Stato dal 2012, me lo disse Padre Georg (segretario particolare di Papa Ratzinger, ndr) quando gli portai le firme per la prima petizione a Ratzinger. Fece fare a Domenico Giani (allora a capo della gendarmeria vaticana, ndr) questo rapporto ed è lì dal 2012: si chiama Rapporto Emanuela Orlandi. Loro ne hanno sempre negato l’esistenza prima. Quel fascicolo ce lo aveva il cardinale Tarcisio Bertone”. Bertone che oggi ha 90 anni è ancora vivo e, se convocato dalle due procure che indagano sulla scomparsa di Emanuela (quella di Roma e quella vaticana) o dalla commissione di inchiesta che cerca di far luce sul caso, potrebbe testimoniare su questo passaggio cruciale.

Il mistero di Andrea Purgatori
“C’è una cosa che non è mai uscita prima – ha aggiunto Pietro Orlandi – ed è stato l’ultimo aiuto da parte di Andrea Purgatori prima che succedesse quello che è successo”. Il noto giornalista, lo ricordiamo, è scomparso nel 2023 e per la sua morte ci sono quattro medici che rischiano il processo con l’accusa di omicidio colposo. “Poco prima di morire, eravamo in uno studio televisivo, Andrea mi disse che gli avevano confessato che quel fascicolo, il rapporto Emanuela Orlandi, “se lo tiene Bertone sotto al cuscino”. La sua fonte era una persona vicina proprio a Bertone. In quel fascicolo, gli dissero, “c’erano anche cose che riguardavano Purgatori stesso”. “Solo Domenico Giani può confermare che sia quello il fascicolo. Lui è stato frenato in quell’audizione (davanti alla commissione parlamentare, ndr). Lui e il suo vice Costanzo Alessandrini all’epoca (nel 2012, ndr) dissero al magistrato Capaldo: sappiate che tutta la verità non potrà mai uscire, oltre certi nomi non si potrà andare”. Il magistrato Giancarlo Capaldo ha indagato a lungo sulla scomparsa di Emanuela Orlandi prima che il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone avocasse a sé l’inchiesta per poi archiviarla.

L’audizione di Vergari
Pochi giorni fa è stato ascoltato dalla commissione di inchiesta don Pietro Vergari, ex rettore della Basilica di Sant’Apollinare: la stessa da cui scomparve Emanuela e in cui venne seppellito il criminale Enrico De Pedis su richiesta di don Vergari stesso. Don Vergari fu indagato per concorso in sequestro di Emanuela dal magistrato Capaldo. “La sua è stata un’audizione assurda e imbarazzante. Qualcuno ha definito la sua convocazione un supplizio per don Vergari che è stato prosciolto, ricordiamolo, solo perché l’inchiesta è stata chiusa. Negli anni sono uscite anche lettere al presidente Scalfaro e ad Andreotti in cui don Vergari chiedeva aiuto per i parenti di de Pedis. Voleva far chiudere la scuola di musica che frequentava Emanuela. Voleva far andare lì i seminaristi, poi venne fuori che negli interrati c’erano dei letti. Il poliziotto Vittorio Rizzi, ora a capo dei Servizi Segreti, mi disse che c’erano delle intercettazioni tra l’ex cerimoniere del Papa e don Vergari che sembravano spezzoni di un film porno. Certo, questi sono problemi suoi ma don Vergari è indifendibile. La Sepoltura di de Pedis rappresenta il legame tra Stato, Vaticano e criminalità. Oscar Luigi Scalfaro e il cardinale Ugo Poletti stavano sempre in compagnia di don Vergari. Le studentesse della scuola di musica che era all’interno della Basilica (la stessa frequentata da Emanuela) mi hanno detto che all’epoca vedevano de Pedis a scuola, perché era amico di suor Dolores che era direttrice della scuola di musica di Sant’Apollinare. De Pedis entrava e usciva dall’ufficio di Scalfaro”.

Emanuela Orlandi, l’ammissione di don Vergari: “La pista di De Pedis? Potrebbe essere vera”. Il fratello Pietro a Chi l’ha visto: “Lui sa delle cose”

Il ricatto e i festini
Emanuela è stata rapita per creare l’oggetto di un ricatto molto forte: Pietro Orlandi in 42 anni in cui non ha mai smesso di cercare tracce della sorella e un’idea se l’è fatta su cosa possa esserle accaduto. “Secondo me chi l’ha rapita ha voluto colpire direttamente delle persone. Non solo una persona ma una serie di persone dentro e fuori dal Vaticano”. Secondo Pietro, l’oggetto del ricatto erano festini e incontri compromettenti. “Mi hanno detto di certi festini facendomi i nomi, aggiungendo ciò che succedeva e che riuscivano a coprire. Questa è una prova forte con cui poter ricattare a vita uno Stato piccolo ma potente come il Vaticano. Per questo, durante le prime indagini il Vaticano chiese alla Procura di Roma di rallentare le indagini come mi disse Cavaliere”. Nicola Cavaliere, lo ricordiamo è stato Capo della Squadra Mobile della Polizia, dopo aver diretto la squadra omicidi negli anni della scomparsa di Emanuela. “Mi disse: purtroppo i nostri superiori subiscono pressioni dal Vaticano dove avevano paura che venissero fuori certe situazioni”. Questo me lo hanno detto in molti ma non vogliono poi ribadirlo nelle sedi opportune. C’è ancora qualcuno che ha in mano le prove di quel ricatto. C’è una parte degli apparati dei Servizi denominata “gruppo feste” che era incaricata di ripulire certe situazioni, mettere a posto certe cose”, ha aggiunto Pietro Orlandi in riferimento a questi presunti “festini” che pare coinvolgessero personaggi importanti delle sfere alte.

Il ruolo dei Papi
Secondo il fratello della cittadina scomparsa, “Giovanni Paolo II era a conoscenza di ciò che è successo a mia sorella Emanuela ma parlò con noi di terrorismo internazionale. Era comodo accusare l’Unione Sovietica, ha preferito l’immagine della Chiesa alla verità su Emanuela. Io non accuso nessuno ma non posso fare distinzioni tra le persone: le spoglio del loro abito, qualunque esso sia. Non esistono per me persone intoccabili e se dopo 41 anni il Vaticano non fa uscire la verità è perché teme che in questa storia possa esserci la responsabilità di Giovanni Paolo II. Preferisce subire i dubbi di mezzo mondo, qualunque altra situazione sarebbe risolvibile. Emanuela è stata resa oggetto di una verità pesantissima e il colpevole deve uscire fuori, anche se non ritornerà mai più a casa. Che il suo sacrificio non sia vano ma serva a un cambiamento. E Papa Francesco deve impegnarsi a far uscire fuori la verità anche se è bruttissima, si affacciasse dal balcone e la dicesse. Mi sono stancato di fare appelli”.

L'articolo Emanuela Orlandi, il fratello Pietro: “Ci sono persone che cercano di depistare”. Salvatore Borsellino: “La Chiesa mantiene il silenzio su qualcosa di inconfessabile” proviene da Il Fatto Quotidiano.




Moscow.media
Частные объявления сегодня





Rss.plus




Спорт в России и мире

Новости спорта


Новости тенниса
Australian Open

Коллинс ударила себя по пятой точке после матча с австралийкой. Её освистал весь стадион






илон маск приедет на 9 мая в Москву

Путин пожелал Лукашенко успехов на президентских выборах в Белоруссии 26 января

Более 200 спортсменов участвуют в забеге «Первая дорожка» в Туле

Крещенская оттепель: как россияне отметили праздник Богоявления Господня