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Ambesi: “Per me la WADA non ha grandi armi giuridiche contro Sinner nel processo al TAS”

Nel consueto appuntamento con TennisMania, andato in onda sul canale YouTube di OA Sport, condotto da Dario Puppo, è stato ospite Massimiliano Ambesi, giornalista di Eurosport, che ha commentato le vittorie di Sinner e Sonego agli Australian Open, dove gli azzurri si sono qualificati per i quarti di finale, tornando ancora una volta a parlare delle differenze tra il caso Swiatek ed il caso Sinner.

Il match tra Sinner e Rune: “Il secondo ed il terzo set sono stati condizionati da questa situazione, non si è capito bene cosa fosse, io l’ho definita indisposizione del momento, poi sarà lui a fare chiarezza nello specifico, magari più avanti, perché anche in conferenza stampa si è capito e no. Ne è venuto fuori con il carattere, perché ad un certo punto sembrava veramente che la partita prendesse un’altra piega, però nel momento in cui ha ricominciato a stare bene, a tirare i colpi, nel quarto set non c’è stata assolutamente partita, quindi io credo che la superiorità di Sinner rispetto all’attuale Rune sia uscita in maniera eclatante, più eclatante rispetto ad altri match, vedi l’ultimo precedente, su cui poi si era discusso perché Rune arrivava dalla maratona al giorno prima, quindi secondo tanti i valori non erano ben definiti. Io oggi ho visto una differenza enorme tra Sinner e Rune. Questa partita, giocata alle 9 ora italiana, finisce 3 set a 0, questa partita senza il problema avuto da Sinner, che non è stato banale, perché in più di un’occasione tremava, e quelle cose lì non sono recite, finiva 3-0“.

Le differenze tra il caso Swiatek ed il caso Clostebol che coinvolge Sinner: “Alla fine ITIA e Swiatek hanno trovato un accordo, se vogliamo anche salomonico, ma rispettando perfettamente la normativa vigente, quindi una volta che Swiatek ha dimostrato che la sua tesi difensiva era credibile, per cui c’è stata una contaminazione dovuta a allo stabilimento dove viene fabbricato il medicinale, per lei la situazione era in discesa, perché WADA al massimo poteva contestare l’ammontare della sospensione, sostenendo che il tasso di colpa dell’atleta fosse maggiore rispetto a quello riscontrato da ITIA in questo caso, perciò su che cosa poteva ricorrere? La norma che va ad indicare la sanzione per il caso di Swiatek prevede come pena un massimo di 2 anni e come minimo la cosiddetta reprimenda: hanno patteggiato un mese, contenti tutti. Quindi in questo momento WADA non poteva imbarcarsi in un altro ricorso abbastanza avventato, perché giuridicamente non aveva grandi armi, per me non le ha neanche nel caso di Sinner, vedremo. Ho letto che secondo sedicenti santoni del doping la sentenza di Swiatek, o il fatto che WADA non si sia appellata, rappresenterebbe un brutto segnale per Jannik Sinner, in base a cosa non si sa. Qui ormai parlano tutti, ne prendiamo atto tristemente, anche perché poi questi pensieri vengono retwittati, circolano e si crea una cattiva informazione sulla situazione. Comunque il fatto che non ci sia stato appello per WADA non cambia niente nella situazione di Jannik Sinner, al massimo potrà essere anche qualcosa di positivo, però sono veramente due casi differenti, quindi andiamo oltre. Nel caso di Swiatek c’è una colpa, ed infatti è stata sanzionata, nel caso di Sinner la strategia difensiva è volta a dimostrare come non ci sia alcuna colpa, ed è il motivo per cui il tribunale di ITIA ha deciso, se vogliamo, di archiviare il caso, dicendo ‘Per me non c’è colpa o negligenza, nessuna sanzione’. Lo scontro con WADA verte su quello, vedremo chi avrà ragione. Io sono convinto che ha ragione Sinner, lo dico da fine agosto, vedo che lentamente tanti esperti della materia sono venuti dalla mia parte, all’inizio non erano vicini a me, non avevamo la stessa direzione. Non ci resta che aspettare aprile, però i vari casi che si stanno susseguendo uno dopo l’altro, anche la vicenda legata alla skip della squadra di curling, non fanno che confermare quello che noi diciamo da da mesi e mesi, quindi non può rispondere Jannik Sinner per colpe di un collaboratore, legati alla sfera personale del collaboratore, non esiste in nessun Paese civile, in nessun ordinamento giuridico moderno, perciò vedremo come andrà a finire“.

L’approdo di Lorenzo Sonego ai quarti di finale: “Non c’è stata mai partita, perché Sonego l’ha presa in mano dal primo gioco, poi ha avuto quel momento in cui si è seduto nel terzo set, ma non era una situazione preoccupante. Pronti, via, il quarto l’ha risolto ed è andato via liscio come l’olio. Poi questi sono punti pesanti che ti porti dietro per 12 mesi, quindi Sonego può puntare a rimanere con costanza poi nei 30“.

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