Rogoff: “Meloni la migliore d’Europa, da trent’anni non si vedeva un leader come lei”
Kenneth Rogoff, professore di Harvard, già capo economista del Fondo monetario internazionale è a Davos per il World economic forum ed è stato intervistato da La Stampa sull’insediamento del presidente Trump e sulle conseguenze per l’Europa. La lettura della sua intervista stamattina deve avere mandato di traverso il caffè a molti esponenti dell’opposizione.
Pioggia di elogi su Meloni, doccia gelata per l’opposizione
Del neo presidente Trump, Rogoff dice sostanzialmente che sarà “una scossa” per l’Europa. «Trump sa cosa fare e come farlo. Dai dazi alla finanza, l’impatto sarà globale. Però, in questo modo l’Europa ha l’occasione di risvegliarsi dall’attuale irrilevanza geopolitica, e Giorgia Meloni può essere cruciale in ciò». Sulla presidente del consiglio italiana, le parole dell’economista statunitense distribuisce una pioggia di elogi, che sono una doccia gelata per Schlein e compagni. «So che in Italia, e in Europa, Giorgia Meloni è vista come una figura controversa – premette Rogoff – Ma è decisamente il miglior leader politico che oggi abbia l’Europa. È concreta, pragmatica, capace. L’ho vista in azione al G30 di Roma e posso affermare senza problemi che è la più talentuosa figura politica che ho osservato dai tempi di Bill Clinton. Al netto delle posizioni politiche, l’Ue può contare su di lei. E l’Italia può godere di una relativa stabilità politica che può essere funzionale all’Ue».
Fabrizio Goria, il giornalista che La Stampa ha inviato a Davos, chiede a questo punto a Rogoff di chiarire se questa analisi sia un punto di vista personale o una visione comune all’estero. L’ex capo economista del Fondo monetario internazionale precisa che è una visione unanime. «Sì, dopo un po’ di curiosità iniziale, forse anche qualche timore, dell’Italia si apprezza la stabilità politica e il pragmatismo economico. Senza dimenticare che i rapporti transatlantici sono sempre ottimi».
«Questo è il momento per un passo in avanti. L’Europa dovrebbe reinventarsi. Prendiamo il rapporto prodotto da Mario Draghi. È ottimo, ma mi pare troppo ottimista», precisa il docente di Harvard spigando i limiti del rapporto: «Perché si ritiene che non ci siano difficoltà nel risolvere la crisi d’identità che sta vivendo l’Europa. Draghi ha colto nel segno evidenziando le difficoltà, ma ora è la politica che deve muoversi». Stavolta, lascia intendere Rogoff, seguendo la linea indicata da Meloni.
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