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Monaco lapidario: “Sinner inscalfibile, emana un’aura. Nato per dominare, ma ha una crepa”

L’Australian Open finora è decisamente positivo per i colori italiani, specialmente al maschile. Lorenzo Sonego ha colto il suo miglior risultato in carriera in uno Slam, conquistando i quarti di finale, mentre Jannik Sinner si è spinto ancora una volta in finale e domani contro Alexander Zverev cercherà di conquistare il suo terzo Major.

Del match contro Ben Shelton e del rendimento di Sinner ha parlato il giornalista e opinionista di Eurosport Guido Monaco, durante la trasmissione TennisMania condotta da Dario Puppo: “Stiamo parlando di un giocatore imbattibile, non giriamoci intorno. Questo è un giocatore che non puoi battere 3 su 5. Shelton ha giocato bene tutto il match, ha giocato anche il secondo e terzo set e i primi game sono andati ai vantaggi. Però la sensazione più terribile dal punto di vista di dell’avversario è che quando va sotto un break, Sinner lo recupera. Tu sai che se non succede qualcosa di straordinario prima o dopo recupera il break, anche con uno che serve come Shelton. Shelton ha interpretato bene la partita tatticamente rispetto a De Minaur, anche perché ha più armi. Ha provato a cambiare qualcosa, togliere ritmo con lo slice e poi spingere. In questo momento Sinner è quasi inscalfibile“.

Sull’atteggiamento in campo tenuto da Sinner: “C’è anche tanta serenità perché comunque quando va sotto non perde mai la calma, è molto cosciente ormai delle proprie possibilità e trasmette aura all’avversario. L’avversario sente questa pressione perché al primo errore Sinner gli monta sopra. Quello che abbiamo visto per tanti anni con due-tre giocatori. lo stiamo rivedendo con Sinner: non pensavamo di rivederlo o di rivederlo così presto. Dovrà poi dimostrare questo livello per 15 anni come hanno fatto gli altri, ma è strutturato, è nato per dominare, ha una testa superiore rispetto agli altri. Se vogliamo trovare una crepa è che non è fatto di ferro come può essere uno Shelton dal punto di vista fisico. Potrà avere qualche inghippo, ma se ne esce come ne esce contro Rune, vuol dire che comincia a conoscere il suo corpo un po’ come Djokovic“.

Su Djokovic, Monaco ha preso una posizione forte: “Le mie perplessità su questo della sua carriera rimangono dopo questo e vengono rafforzate. La semifinale mi ha sorpreso. Gioca di giorno in una giornata non caldissima, arriva sorridente a Melbourne Park fasciato e contro fasciato. Inizia questa partita di logoro con Zverev e gioca punto a punto anche se non ha fatto così bene nel primo set. Penso che abbia deciso di ritirarsi quando ha sbagliato quella volée alta sul set point. In quel momento vedi tutto nero: tre set da vincere, sei deluso per quella palla, quel set che è scappato. Lui ha fatto una cosa un po’ infantile, perché se fino a un minuto prima puoi giocare non ti ritiri in quel modo. In una semifinale Slam ti siedi, chiami il fisio, cerchi di capire la situazione. Lui invece è proprio corso da Zverev a ritirarsi. Questo vuol dire che mentalmente, prima ancora che fisicamente, lui non sopportava più di stare in campo. Detto ciò, i buu sono stati terribili perché è un giocatore che vince dieci volte il torneo e che gioca anche da infortunato come ha fatto tante volte“.

Ancora su Djokovic: “Uno fa quello che vuole, ma un conto è Monfils che ha battuto Fritz ed è competitivo. Lui guadagna ancora tanti soldi, gioca gli Slam, ma mai riuscirà a vincerne uno. Ma Djokovic perché continua? Io spero tanto che abbia quest’anno la lucidità di capire che non è cosa andare ancora avanti, anche se dovesse vincere questo benedetto 25° Slam. Mi devo ripetere come ho fatto con Nadal“.

Una battuta anche su Bolelli e Vavassori: “Giocheranno contro Patten ed Heliovaara, i campioni di Wimbledon, che hanno vinto una bellissima semifinale molto combattuta. Anche i nostri un po’ insospettabilmente contro questi Goransson/Verbeek che erano abbastanza sconosciuti, hanno dovuto sudare sette camicie perché in particolare lo svedese Goransson ha giocato in maniera straordinaria e per un set e un pezzettino se la sono vista brutta, poi sono stati molto bravi a girarla. Seconda finale e Simone Bolelli che torna in finale a Melbourne a dieci anni da quella vinta, quindi chapeau. E’ una bella occasione: ci hanno perso a Wimbledon al primo turno, poi ci hanno vinto in finale a Pechino. Questa può essere la volta buona“.

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