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Meloni lascia l’Arabia e va in Bahrein: «Non visite di cortesia, ma missioni con risultati concreti»

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«Come sempre, non si tratta semplicemente di visite di cortesia, sono occasioni che ci consentono di lavorare per risultati concreti per l’Italia». In un punto stampa al termine della sua visita in Arabia Saudita, dove ha incontrato il premier Mohammed bin Salman, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha fatto il punto su una missione che, come tutti i suoi viaggi all’estero, ha avuto risvolti importanti non solo dal punto di vista diplomatico, ma anche economico. «Non è politica estera, è politica interna», aveva ribadito Meloni in un video sui propri social rilasciato alla vigilia del suo tour nei Paesi del Golfo, che oggi la vedrà in Bahrein, dove avrà un colloquio bilaterale con il Re Hamad Bin Isa Al Khalifa.

Il partenariato strategico con l’Arabia Saudita, guardando anche a Medio Oriente e Africa

Con la missione in Arabia Saudita i rapporti sono stati elevati a livello di partenariato strategico. Cooperazione in materia energetica, di difesa, l’impulso agli investimenti reciproci, anche i temi legati all’archeologia sono «le materie prioritarie» individuate nell’ambito del partenariato, ha spiegato Meloni, sottolineando «il valore delle intese governative» e di quelle che sono state «sottoscritte anche tra enti pubblici e privati». Il premier quindi ha ricordato il ruolo dell’Arabia Saudita non solo in Medio Oriente, ma anche in Africa e dunque può essere un alleato importante anche nell’ambito del Piano Mattei.

Meloni in Bahrein: bilaterale con Re Hamad Bin Isa Al Khalifa.

Anche in Bahrein i legami commerciali e la cooperazione bilaterale su questioni come difesa e contrasto all’immigrazione irregolare tra i due Paesi saranno al centro dei colloqui, insieme agli altri temi di interesse comune, dai rapporti nella regione al dialogo interreligioso. «Come sapete c’è stata anche una visita di Papa Francesco nel 2022, oggi – ha spiegato il premier – concludiamo un giro che abbiamo iniziato già da tempo e che secondo me sta portando a casa risultati importanti».

Il premier: «Dal governo focus sul Mediterraneo allargato»

«C’è un focus del governo italiano che va avanti ormai da oltre due anni, incentrato in particolare sul Mediterraneo allargato, dove ovviamente le Nazioni del Golfo assumono una centralità strategica. L’Arabia Saudita è un attore di primo piano», ha proseguito il premier parlando della missione appena conclusa nel Paese. «Italia e Arabia Saudita sono due Nazioni che hanno interesse a stringere accordi strategici in materie come l’energia, il rapporto con l’Africa, la difesa, gli investimenti. Altro tema che io ho posto in passato è la questione di chi dovesse favorire attività di proselitismo in Europa. Su questo io non ho cambiato idea, ma non mi pare che ci sia nulla di tutto questo nel lavoro che abbiamo fatto in questi giorni», ha proseguito Meloni rispondendo alle domande dei cronisti sulle polemiche sollevate dall’opposizione anche in questa circostanza. «L’opposizione – ha ricordato – mi rinfaccia qualsiasi cosa, ma non c’è contraddizione tra quello che io dicevo ieri e quello che faccio oggi».

Il ruolo dell’Arabia Saudita in Medio Oriente e la normalizzazione dei rapporti con Israele

In merito «all’ipotesi alla quale noi lavoriamo e che supportiamo, di una normalizzazione della questione mediorientale, la famosa soluzione dei due Stati» ritengo che «una normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele sia la questione chiave» per «facilitare questo percorso», ha poi proseguito il premier, spiegando anche che l’Italia è favorevole «all’ingresso dei sauditi nel Gcap», il programma di collaborazione internazionale per lo sviluppo di un sistema aereo di nuova generazione, sebbene sia «un lavoro non immediato».

I dazi Usa? «L’Italia può favorire il dialogo, lo scontro non conviene a nessuno»

Rispondendo alle domande dei giornalisti, poi Meloni ha affrontato anche i temi che investono l’agenda politica internazionale a più ampio raggio sulla scorta anche delle dichiarazioni di Donald Trump: dazi, Ucraina, ricostruzione di Gaza. Il premier italiano ha posto al centro il valore del dialogo. «Farò tutto quello che posso trovare delle soluzioni equilibrate e bilanciate insieme all’amministrazione americana», ha detto a proposito dei dazi, ricordando che «la questione del surplus commerciale non nasce con la presidenza Trump, è una questione che le amministrazioni americane hanno posto spesso» e che «uno scontro non conviene a nessuno».

Le «interlocuzioni» sulle proposte per Gaza e Ucraina

Quanto al costo del petrolio per esercitare pressioni sulla Russia, come ipotizzato da Trump, Meloni ha ricordato che tutto ciò che può spingere la Russia a sedersi al tavolo è «interessante», ma ha anche sottolineato che «il prezzo del petrolio è una materia molto complessa e quindi non direi che è una proposta già concreta. Penso che siamo a livello delle interlocuzioni». Ugualmente per quanto riguarda la ricostruzione di Gaza, sulla quale Trump ha ragione ha parlare di una sfida che deve coinvolgere la comunità internazionale. Ma anche su questo fronte il piano è ancora quello delle interlocuzioni e sull’ipotesi di trasferimento della popolazione in Giordania ed Egitto non si può prescindere dalle condizioni reali nei due Paesi, tra i quali la Giordania fronteggia già una importante emergenza profughi, dando ospitalità a circa un milione e 400mila siriani.

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