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Al via la direzione nazionale di FdI: migranti e Almasri fuori sacco, ma tengono banco

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In un clima politico infuocato dai casi degli avvisi di garanzia al governo e della mancata convalida dei trattenimenti dei migranti in Albania da parte della Corte d’Appello di Roma, prende il via la direzione nazionale di FdI. All’ordine del giorno della riunione, di cui è stata data notizia alla stampa giovedì, ci sono «due anni di Governo Meloni; Sicurezza delle forze di polizia; Azione di FdI e Governo al Sud; Varie ed eventuali». Ed è facile immaginare che in quelle “varie ed eventuali” entrino i due temi caldi di queste ore, già al centro delle dichiarazioni a margine rese dai dirigenti di via della Scrofa al loro arrivo allo Spazio Roma Eventi – Piazza di Spagna, dove la riunione si svolge a porte chiuse e, salvo sorprese dell’ultim’ora, non è attesa Giorgia Meloni.

I migranti in Albania e il pronunciamento della Cassazione disatteso dalla Corte d’Appello

Sollecitati dalle domande dei cronisti, parlamentari e membri del governo hanno sottolineato come lo stop della Corte d’Appello ai trattenimenti in Albania sia prima di tutto uno strappo delle toghe nei confronti della Cassazione, che sui Paesi sicuri ha già chiarito che la competenza spetta al governo. «Non so se era loro intenzione andare contro le scelte del governo, li ho visti andare contro le scelte della Cassazione», ha spiegato il deputato e responsabile organizzazione del partito, Giovanni Donzelli. «La Cassazione è stata chiara… Valgono le leggi, e le leggi le fa, come dice la Costituzione, il Parlamento», ha detto il capogruppo al Senato, Lucio Malan. «C’è la sensazione che ci sia una parte minoritaria della magistratura che persegue obiettivi politici e che utilizza il proprio potere per cercare di arginare un’azione di governo che ha una legittimazione popolare e parlamentare forte. Naturalmente, con questo dovremo fare i conti. Non c’è alcuna volontà di fare alcun passo indietro rispetto ai percorsi di riforma avviati», ha affermato il capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, Carlo Fidanza.

Il caso Almasri e il dovere di fare «qualunque cosa giusta per difendere la Nazione»

Sul caso Almasri il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha ribadito la convinzione che «chi governa debba fare qualunque cosa giusta per difendere la Nazione. Questo sì, è uno dei compiti di chi ha la responsabilità di governare». Il viceministro agli Esteri, Edmondo Cirielli, ha ricordato che «ci sono sicuramente delle irregolarità nella procedura svolta dalla Corte internazionale e anche dalla magistratura che ha eseguito l’arresto» e questo «è stato rilevato dalla Corte d’Appello». «Questi sono i fatti e penso che leggendo i giornali tutti lo possano dire», ha proseguito l’esponente di FdI, aggiungendo che inoltre arrestare il capo della polizia giudiziaria libica «è come se uno arresta Putin o arresta il capo di Stato Maggiore della Russia… È una cosa che ha degli effetti». «È evidente che quando una personalità di rilievo del governo, internazionalmente riconosciuto, viene arrestata con un’accusa così grave, questo crea sicuramente una destabilizzazione in quel Paese (la Libia, ndr), che – ha ricordato il viceministro agli Esteri – è già fragile».

Gli avvisi di garanzia al governo entrano nel consueto questionario agli iscritti

La questione dell’indagine a carico del premier è stata sottoposta anche agli iscritti nel consueto questionario interno inviato con la newsletter di partito. Tra le varie domande, si chiede se sia considerata «un atto dovuto» o una «indebita intromissione» da parte della Procura nelle decisioni del governo. Tra le domande poste poi anche il dossier giustizia: «È favorevole alla separazione della carriere di giudici e pubblici ministeri?». Infine, vengono chiesti pareri sulla gestione della liberazione di Cecilia Sala, sul rapporto politico tra la premier Meloni e il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e sull’operato del governo sull’emergenza immigrazione, compreso l’accordo stipulato con l’Albania.

La direzione nazionale di FdI: 115 membri, apre Lollobrigida, chiude Arianna Meloni

La direzione nazionale di FdI è composta da 115 membri. Secondo quanto emerso la relazione introduttiva è affidata al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, capo delegazione di FdI al governo, poi sarà la volta del coordinatore della direzione, Edmondo Cirielli, mentre le conclusioni saranno affidate alla responsabile della segreteria del partito, Arianna Meloni.

L’attesa per Daniela Santanchè, che arriva: delusi i retroscenisti

Ci si aspetta che anche il tema del garantismo trovi spazio nel dibattito. «Noi abbiamo sempre avuto un approccio garantista. Uno dei temi centrali da affrontare è proprio quello del garantismo processuale, che è un tratto distintivo della destra. Il nostro slogan è sempre stato: garantismo e certezza della pena. Quindi dobbiamo chiederci: siamo ancora garantisti?», ha detto un esponente di spicco di FdI all’agenzia di stampa Adnkronos. Una questione che incrocia le vicende del ministro Daniela Santanchè, che continuano a catalizzate un’attenzione mediatica sovradimensionata rispetto al modo in cui sono vissute nel partito.

Donzelli: «Da FdI mai venuta meno la fiducia, è un ottimo ministro»

«Se oggi sarà presente anche la ministra Daniela Santanchè? Mi auguro di sì, è un dirigente di partito ed è bene che svolga il suo dovere di dirigente di partito e sia presente», ha detto Donzelli, rispondendo di cronisti e ricordando che la fiducia a un ministro «la esprime il Parlamento, la fiducia di Fratelli d’Italia per il lavoro di Santanchè non è mai venuta meno». «È un ottimo ministro che dal punto di vista del suo operato come ministro del Turismo credo che sia impeccabile, quindi sul suo operato da ministro nessuno ha mai avuto un dubbio», ha sottolineato ancora Donzelli. Nel frattempo era anche Santanchè, con buona pace delle speculazioni.

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