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“Così diamo una seconda vita a frutta e verdura invendute nei mercati”. Così i volontari recuperano due tonnellate di cibo alla settimana

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Ogni settimana, nella case italiane, 617,9 grammi di cibo finiscono nel bidone della spazzatura. Lo spreco di filiera pesa 4,513 milioni di tonnellate per un costo di 14 miliardi di euro all’anno. A dirlo è il Rapporto aggiornato dell’osservatorio Waste Watcher International, presentato a Roma il 4 febbraio. Nella “top five” dei cibi più sprecati troviamo frutta fresca (24,3 g), pane (21,2 g), verdure (20,5 g), insalate (19,4 g), cipolle, aglio e tuberi (17,4 g), spesso vendute in confezioni sovradimensionate al fabbisogno. Per contrastare lo spreco e ridare nuova vita a frutta e verdura, che altrimenti andrebbero a finire nella spazzatura, nel 2016 nasce Recup. L’idea è di Rebecca Zaccardini, una studentessa parmigiana, che, tornata dall’Erasmus, decide di replicare a Milano un progetto di volontariato conosciuto in Francia.

Durante la pandemia l’attivismo salva-spreco sbarca a Roma, dove oggi sono attivi più di 100 volontari. “L’esperienza nasce dall’idea di un gruppo di ragazzi e ragazze dell’ottavo municipio – racconta Federico Valentini, fondatore di Recup Roma – per dare una soluzione concreta al problema dello spreco alimentare nei mercati rionali. Abbiamo iniziato raccogliendo insieme alle persone che lo facevano già ma dai sacchi della spazzatura, dando dignità a questa azione”. Recup salva gli invenduti su otto mercati rionali della capitale. Il primo è stato il mercato Corinto a San Paolo. Poi si sono aggiunti: Montagnola, Sacchetti, Trionfale, Trieste, Serpentara, Pigneto e Val Melaina. “Con un intervento a settimana su ogni mercato – continua Federico – riusciamo a intercettare circa due tonnellate di cibo a settimana”.
In un anno l’attività di Recup, tra Roma e Milano, ha evitato che 600 tonnellate di cibo finissero nella spazzatura. Si tratta prevalentemente di frutta e verdura, ma anche prodotti da forno come pane e pizza, con le quali – grazie a una rete di collaborazione con mense solidali e case famiglie dei quartieri – si riescono a nutrire oltre 4.000 persone a settimana.

L’attività si svolge il sabato, l’ultimo giorno di mercato prima della chiusura domenicale. Pettorina gialla e banana stilizzata, i volontari si ritrovano all’ingresso mezz’ora prima che gli ambulanti smontino i banchi. E iniziano il giro. “Oggi abbiamo recuperato 499 kg di frutta – a tirare le somme è Lisa Cenedese, referente del mercato di Val Melaina – mandarini, arance, mele, frutta di stagione. Dalla primavera all’estate arriviamo addirittura a mille kg di recupero. Spesso ci vengono donati anche pane e pesce”. Quindi il cibo viene selezionato, confezionato in buste e caricato su auto e furgoni. Direzione: mense e banchi solidali, che distribuiscono cibo a famiglie, senzatetto e rifugiati. “Siamo in rete con una trentina di organizzazioni che sul territorio si occupano di contrasto alla povertà alimentare – spiega Valentini – grazie a questa rete riusciamo a ridistribuire tutto il cibo che viene recuperato all’interno dei mercati”. Ma tra i destinatari delle cassette di frutta e verdura ci sono anche gli stessi volontari. Recup propone un nuovo concetto di volontariato che si basa sulla partecipazione attiva: chi raccoglie può beneficiare del cibo recuperato, portandone una parte a casa. “Io da quando sono con Recup – confida Lisa – di spesa ne faccio poca, perché quella che recupero basta per tutta la settimana in famiglia. Facendo volontariato non solo aiutiamo l’ambiente ma risparmiamo”. Colori vegetali, cocktail di frutta e tisane. Non si butta niente. Per sfruttare al meglio ogni risorsa i volontari di Recup hanno dato vita a un workshop di disegno che utilizza i colori ottenuti dagli scarti di frutta e verdura, estraendo i pigmenti dagli alimenti. Tra i consigli anti-spreco, anche la produzione di infusi e brodi vegetali. Uno dei volontari, Biagio Gennaro, è anche barman in un locale a Garbatella. Grazie a Recup ha inventato Tuttifrutti, un cocktail analcolico realizzato con gli scarti dei recuperi. “Il nostro juice si compone di frutta e verdura sempre stagionale – spiega – non ha importanza che la frutta sia ammaccata o abbia dei difetti. Ci importa ciò che ha al suo interno, il succo e l’apporto vitaminico della frutta è ancora al 100%”.

L'articolo “Così diamo una seconda vita a frutta e verdura invendute nei mercati”. Così i volontari recuperano due tonnellate di cibo alla settimana proviene da Il Fatto Quotidiano.




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