Caso Almasri, la Corte penale internazionale apre un fascicolo d'indagine sull'operato del governo italiano
La Corte penale internazionale (CPI) ha annunciato oggi, giovedì 6 febbraio, l'apertura di un'indagine sul comportamento del governo italiano riguardo alla liberazione di Najeem Osama Almasri, capo della polizia giudiziaria di Tripoli, ricercato per crimini di guerra e contro l'umanità.
L'inchiesta è stata avviata per "ostacolo all'amministrazione della giustizia", in base all'articolo 70 dello Statuto di Roma. Questo articolo stabilisce le misure contro chi impedisce il regolare svolgimento della giustizia internazionale, come nel caso in cui vengano ostacolate la presenza o la testimonianza di un testimone.
L'indagine arriva dopo una denuncia presentata nel 2019 da un cittadino sudanese rifugiato in Francia, che aveva raccontato agli inquirenti le torture subite, insieme alla moglie, da parte di Almasri mentre erano detenuti nel carcere di Mitiga, in Libia. Nella denuncia, trasmessa all'Ufficio del Procuratore della CPI, sono stati indicati i nomi di alcuni alti funzionari italiani, tra cui Giorgia Meloni, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, tutti e tre sospettati per aver "abusato dei loro poteri esecutivi per disobbedire ai loro obblighi internazionali e nazionali". Il denunciante ha dichiarato di aver fornito prove che dimostrano come alti funzionari dell'UE e italiani, inclusi ministri ed ex presidenti del Consiglio, abbiano favorito i crimini contro i diritti umani in Libia. Questi documenti erano allegati alla richiesta di cattura inviata dalla CPI all'Italia.
Carlo Nordio ha reagito all'indagine della Cpi, dichiarando: che "Credo che a questo mondo tutti indaghino un po' su tutto. Noi abbiamo fiducia nella giustizia umana. Postulo la giustizia divina proprio perché la giustizia umana spesso è fallibile, ma accontentiamoci di quella che abbiamo e vediamo come va". Ha poi espresso dispiacere per il fatto che un presunto torturatore come Almasri non possa essere giudicato per una violazione delle regole.
Almasri, arrestato dalla Digos a Torino il 19 gennaio scorso, è stato liberato il giorno successivo a causa di un "errore procedurale" e rimpatriato rapidamente con un volo di Stato, nonostante la richiesta di estradizione avanzata dalla CPI.