Fine vita, oggi il voto della Toscana. Pd: “Sulla legge palese omissione del Parlamento, la politica deve intervenire”
Il consiglio regionale della Toscana è pronto ad approvare a maggioranza la legge sul fine vita. Alle ore 14.30 l’Aula tornerà a riunirsi e nel pomeriggio è atteso il primo voto storico sulla proposta di iniziativa popolare, presentata dall’Associazione Coscioni dopo la raccolta di 10mila firme. È la prima Regione che potrebbe dare il via libera al testo, presentato in tutte le altre sedi regionali, che stabilisce tempi e procedure certe per chi vuole accedere al suicidio assistito. Una legge che, come sottolineato dai promotori, ribadisce quanto previsto dalla Consulta nella sentenza Cappato e punta a dare risposte a pazienti costretti, nell’immobilismo del Parlamento, ad aspettare per tempi inifiniti.
Nei giorni scorsi non erano mancate le divisioni anche nel fronte Pd, alla luce degli avvertimenti arrivati dai vescovi, ma il fronte si è poi ricompattato in difesa della norma. Durante il dibsattito, è intervenuto oggi il dem Marco Niccolai che ha parlato di una “discussione delle più importanti e profonde del mandato”. E ha denunciato la “palese l’omissione da parte del legislatore nazionale”. “La politica è chiamata ad intervenire – ha dichiarato – approvare una legge, in modo uniforme su tutto il territorio regionale, è una forma di tutela per chi vive un autentico dramma, per i malati e per le loro famiglie”. Secondo il consigliere, che pure ha rivendicato la sua provenienza culturale dall’area cattolico-democratica, occorreva garantire certezza giuridica con una legge ad hoc. Niccolai ha concluso il proprio intervento accennando ai progressi che la Toscana ha effettuato per rendere maggiormente accessibili le cure palliative, concludendo che questa “non è una legge sull’eutanasia, non fa della Toscana la Svizzera d’Italia”, ma cerca di rispondere alla comunità e invita anche il Parlamento a fare la propria parte.
A favore, salvo sorprese, dovrebbero esprimersi anche Italia viva e Movimento 5 stelle. Il consigliere regionale Sguanci Maurizio (Iv) ha ribadito che la norma “non modifica di una virgola quello che ha scritto la Corte costituzionale”. Mentre per Irene Galletti (M5s) è necessario esprimersi “per dare omogeneità e garanzia di risposta a chi chiede non di porre fine alla propria vita, ma di porre fine alle sofferenze”. Contraria tutte la destre: Giovanni Galli (Lega), ha detto che “ha un significato etico e politico, è una legge procedurale. Ho espresso il mio dissenso su questo atto, perché può diventare un manifesto ideologico”. Secondo Marco Stella (Fi) “il tema vero è che dobbiamo capire che tipo di legislazione occorre. Faremo una legge sul fine vita, il governo di centrodestra la farà”. Infine, Diego Petrucci (Fdi) si è detto dispiaciuto per “l’approccio ideologico, un tema come quello che stiamo affrontando avrebbe dovuto avere un approccio pragmatico, e quindi richiedere l’intervento del Parlamento”.
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