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Libia, agguato a Tripoli: Adel Jumaa, il braccio destro del premier Dbeibeh, resta ferito

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Quattordici colpi di armi da fuoco non sono stati sufficienti ad uccidere Adel Jumaa, ministro per gli Affari di Stato. L’agguato è avvenuto a Tripoli, una delle due “capitali” – l’altra è Bengasi – della Libia divisa in due. La sparatoria secondo i media libici si è sviluppata nella zona di Gargour: Jumaa è stato portato in ospedale con una o più ferite alle gambe, ma le sue condizioni non sono gravi.

Non è però un buon segnale per il governo di unità nazionale del primo ministro Dbeibeh, che si affanna a convincere l’Occidente di essere sulla via giusta per riunificare il Paese. Le stesse Nazioni Unite vogliono credere in questi sforzi e in elezioni che però vengono sempre annunciate ma poi non si svolgono mai, così da lasciare anche a Osama Hamed, nominato nel 2022 dalla Camera dei rappresentanti come leader della parte orientale e sud della Libia, una parte di potere.

Anche nel caso del tentato omicidio di Adel Jumaa, il governo promette una indagine immediata ed efficiente, ma il contesto è variegato. Da marzo 2021 Jumaa ricopriva il ruolo di supervisore e coordinamento tra l’ufficio del primo ministro Dbeibeh e gli altri ministeri del governo. Nonostante sia stato identificato come uno dei principali collaboratori di Dbeibeh, il ministro nel maggio 2023 era stato sospeso a causa di una inchiesta di corruzione. Lo stesso premier affrontò pubblicamente Jumaa chiedendogli se si fosse appropriato di una certa cifra. Jumaa però riuscì a dimostrare che non si era impadronito di alcuna somma, ma che questa era servita per portare a conclusione alcuni contratti.

Insomma, Jumaa continuava ad essere un rappresentante a pieno titolo del governo di unità nazionale, tanto che in occasione del forum Italia-Libia tenuto lo scorso ottobre a Tripoli, a cui prese parte anche la premier Giorgia Meloni – ebbe un ruolo attivo, indicando Roma come partner commerciale fondamentale per fare ripartire l’economia libica. Se l’agguato sia stato diretto a Jumaa, o se sia stato un “messaggio” per Dbeibeh, è presto per dirlo con certezza. Vale la pena però ricordare altri due episodi: un anno fa, in aprile, ancora a Tripoli, vi fu un attacco diretto all’abitazione e all’ufficio del nipote del premier, Ibrahim: non vi furono vittime. Nel 2021, l’allora ministro degli Interni Fathi Bashagha, se la cavò per un soffio durante un attentato subito lungo l’autostrada della capitale. Tra caso Almasri, violenze sui migranti e scoperte di fosse comuni, oggi Tripoli ha verificato di avere ancora il nemico in casa.

L'articolo Libia, agguato a Tripoli: Adel Jumaa, il braccio destro del premier Dbeibeh, resta ferito proviene da Il Fatto Quotidiano.




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