Sanremo 2025, Brunori Sas: “Con me ho un amuleto-portafortuna, consigliato da alcune persone del paese che si occupano di magia bianca” – IL VIDEO
Grande debutto al 75esimo Festival di Sanremo per Brunori Sas con il brano “L’albero delle noci”, che dà anche il titolo al disco che uscirà il 14 febbraio. Il brano affonda le sue radici in una dimensione intima e riflessiva. “Mi sembrava il momento giusto – ha detto – avendo un disco su cui abbiamo lavorato due anni, con grande fatica anche. E avendo una canzone che ci sembrava buona, era giusto darle riflettori come quelli del festival che non capitano tutti i giorni. Poi mi sentivo più leggero rispetto a tutto ciò che mi aveva frenato in passato, e forse è qui che sto sbagliando“.
Dopo il Circo Massimo di Roma in programma il 18 giugno 2025, Brunori Sas Live Orchestra si arricchisce di un grande appuntamento in autunno venerdì 3 ottobre all’Arena di Verona. Intanto prenderà il via il tour a marzo nei principali palazzetti italiani.
“L’omaggio al mio albero e a mia figlia” – “L’albero delle noci è una canzone che parte da un albero vero, che è l’albero che sta di fronte a casa mia e a cui io in qualche modo attribuisco l’ispirazione delle mie canzoni. Era nato proprio come un omaggio a quell’albero perché dopo tanti anni che mi suggerisce canzoni, glielo dovevo… Poi è diventata una canzone che parla di mia figlia e quindi dell’essere padre. Ma non si limita a questo, almeno spero che questa cosa emerga chiaramente dalla canzone, cercando di raccontare proprio una sorta metafora con l ‘albero, il desiderio di radicamento… Manca il desiderio di esplorazione, se vuoi, le foglie che nascono, ma anche quelle che cadono.
Un amuleto prezioso – “Nella mia valigia di Sanremo, innanzitutto non manca un amuleto-portafortuna che che mi è stato consigliato da alcune persone del paese che si occupano di magia bianca perché il mio paese, San Fili (in provincia di Cosenza, ndr), è il paese delle ‘magare’ cioè di quelle che non sono delle streghe, ma persone che si occupano di magia bianca. Poi con me tengo anche degli integratori.
“Amo incantarmi dopo essermi disincantato” – L’album ‘L’albero delle noci’ è un disco che racconta molto della mia età, di quello che mi è accaduto, però ho cercato di non essere solo strettamente autobiografico. Ho cercato di far sì che le cose che ho scritto potessero anche riguardare chi mi ascolta e quindi ci sono brani sulle relazioni, sulle difficoltà della vita, ma anche brani sulla gioia, la soddisfazione di tenere in piedi relazioni stabili, non solo quelle amorose, ma anche proprio quelle di amicizia, quelle familiari… Tutto in relazione con il mondo esterno e quindi con una certa visione e anche quella solita oscillazione fra il disincanto, che purtroppo emerge a volte anche col tempo, e l ‘idea invece di un nuovo re-incanto. Questa è la cosa che mi interessa sempre, come incantarmi nuovamente dopo che mi sono disincantato.
“In un mondo individualista cantare insieme è importante” – Cosa vi dovete aspettare dai miei concerti? Molta musica perché mi interessa molto questo aspetto, soprattutto oggi e soprattutto perché lo trovo un aspetto speculare e innovativo. Cioè che la gente non vada a vedere solo uno spettacolo che sono riproposizioni di canzoni, ma vada a vedere proprio della gente che dialoga musicalmente perché alla fine è anche bello che ci siano dei musicisti, che non fanno solo uno spettacolo, ma che in qualche modo ti fanno vedere che stanno dialogando fra di loro. È bello, no? In un mondo così individualista, così affetto da solipsismo che ci sia invece un’idea di gruppo e quindi questa cosa ci sarà di sicuro e poi chiaramente faremo un repertorio che privilegerà il disco nuovo perché mi piace e lo voglio suonare tutto ma ci saranno anche come sempre. Lo sai che io sono un uomo da karaoke con quelle canzoni che il pubblico ama.
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