Ebook e audiolibri in crescita: peccato che gli editori si vergognino a parlarne
Nel 2024 gli ebook sono cresciuti del 4% e gli audiolibri del 7,1%. Ma giornali e periodici hanno fatto titoli e articoli sul crollo delle vendite dei cartacei. Anche nel comunicato diffuso da AIE-Associazione Italiana Editori al digitale ha dedicato solo quattro righe e nelle slide che vivisezionano i dati, annunciati al Seminario di perfezionamento della Scuola per Librai, non ce n’è traccia.
Eppure oggi il digitale vale 114,2 milioni di euro: 84,2 milioni per le vendite di ebook e 30 milioni per gli abbonamenti agli audiolibri.
Perché non dare risalto all’unica nota positiva del mondo editoriale? Sembra quasi che gli editori si vergognino a parlare di ebook, forse l’antica avversione non è sopita e in fondo li considerano ancora dei “nemici”.
Analizzando le uscite dei libri, mi sono resa conto che qualche editore prima pubblica il cartaceo, dopo un po’ settimane o mesi l’ebook e, infine, l’audiolibro. Perché non proporre tutto insieme e lasciare la scelta al lettore? Capisco che per un medio o piccolo editore la realizzazione di un audiolibro è costosa e quindi preferisce attendere per capire come vanno le vendite, ma questa spiegazione non si può applicare agli ebook che rappresentano un minimo investimento. Con il digitale si risparmiamo carta e stampa e si evitano gli onerosi viaggi dei libri che sono un guadagno solo per il distributore. Proprio lui si prende la fetta maggiore sul prezzo di copertina.
L’ebook continua a essere la “cenerentola” anche se i lettori lo apprezzano sempre di più. I motivi sono diversi: perché in casa non c’è più spazio e un dispositivo di lettura può contenere più di mille libri, perché è comodo poter iniziare a leggere appena si è scelto un libro. Infine c’è l’aspetto economico, sicuramente un ebook costa meno di un cartaceo, anche se a mio avviso il prezzo è ancora troppo alto. Ad esempio, il cartaceo di Tatà di Valerie Perrin costa euro 19,95 e la versione digitale euro 14,99. Non ha senso. Ne sono convinte molte booktoker e lo stanno comunicando con video su TikTok.
Federica Sorrenti si chiede perché un ebook costi più di 10 euro. Dov’è la convenienza? In Italia si legge poco, gli ebook dovrebbero avvicinare alla lettura senza spendere troppo, ma se sono così cari, leggere diventerà un’opportunità per pochi eletti. Non vedo articoli su quotidiani e periodici che evidenzino il problema. Probabilmente ha ragione Sorrenti: se gli ebook costassero meno venderebbero di più. Gli autopubblicati hanno prezzi decisamente bassi e molti titoli riescono a fare numeri che tante case editrici non raggiungono.
Sono anni che scrivo sui blog e spiego ai convegni che il mercato dell’editoria è “drogato”, che i dati non sono realistici perché non tengono conto di tutte le variabili in gioco. Per mesi ci hanno raccontato che tutto andava bene, poi la doccia fredda e l’allarme dell’AIE. In tutto ciò si continua a citare il digitale, ma senza annoverarlo tra le opportunità che potrebbero dare una scossa in positivo al mercato.
Inutile ripetere che gli italiani non leggono e piangersi addosso: sarebbe meglio focalizzarsi su soluzioni in grado di attirare il lettore e non mi riferisco solo agli sconti e alle borsine omaggio. Le case editrici sembrano fossilizzate su vecchi schemi che comprendono libri e librerie ed escludono il digitale.
Nel 2020 La nave di Teseo ha lanciato gli Squali, una nuova collana in ebook che proponeva, al prezzo di euro 1,99, racconti o romanzi brevi di grandi autori della casa editrice, gran parte dei quali inediti. Tra gli autori ci sono i premi Pulitzer Richard Powers e Michael Cunningham, Petros Markaris, Valeria Parrella, Giorgio Scerbanenco, Boris Pahor, Patricia Highsmith, Tahar Ben Jelloun e altri ancora. L’iniziativa non ha avuto pubblicità e articoli sui giornali, è passata senza clamore. La collana esiste ancora ma non sappiamo se ha funzionato. Forse cinque anni fa era troppo presto, magari l’editore dovrebbe rilanciarla oggi che l’ebook sta conquistando nuovi lettori.
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