Sci Alpino, Mondiali Saalbach 2025. I 3 continenti contemporaneamente sul podio sono un trionfo per l’intera disciplina
Alfine, il possibile ritorno sul podio iridato dell’emisfero australe nello sci alpino si è concretizzato. Giustamente, con un’atleta al 100% proveniente dal sud dell’Equatore, dinamica che non genera alcun equivoco in merito all’ampliamento degli orizzonti. L’impresa è stata coronata da Alice Robinson, nata a Sidney e poi trasferitasi in Nuova Zelanda da bambina, al seguito della famiglia.
L’argento da lei conseguito in gigante ha però un valore immenso se messo in relazione alle altre due medaglie. La gara ha visto l’italiana Federica Brignone fregiarsi dell’oro e la statunitense Paula Moltzan del bronzo. Dunque, tre continenti diversi contemporaneamente sul podio di una competizione inserita in una manifestazione con medaglie in palio. Precedenti? Nessuno.
Ovviamente, se si parla di sci alpino, è necessario l’exploit di un’eccellenza proveniente da un’area geografica differente dall’Europa e dall’America. L’Asia ha dato fra gli uomini con il giapponese Chiharu Igawa negli anni ’50 e con l’australiano Malcolm Milne nel 1970, ma entrambi erano stati accompagnati sul podio da sciatori provenienti dal Vecchio Continente. Lo stesso discorso si applica per l’aussie Zali Steggall e la neozelandese d’importazione Annelise Coberger fra le donne negli anni ’90.
Viceversa, i pianeti si sono finalmente allineati lo scorso 13 febbraio. Era già capitato in Coppa del Mondo, mai ai Giochi olimpici o nei Mondiali. Il che non guasta. Anzi, può essere ritenuto un trionfo assoluto in un’epoca in cui nella dirigenza sportiva globale domina una visione distorta dello sport. Soprattutto quando si parla di neve e ghiaccio.
Sostanzialmente, ai miopi occhi del Cio, è fondamentale avere almeno tre continenti competitivi affinché uno sport possa essere considerato degno di restare nella famiglia olimpica. Non è una dinamica così scontata, soprattutto se si parla di Giochi invernali. Ci sono discipline che rappresentano la storia delle “Olimpiadi bianche” ove si fatica ad avere una terza area geografica davvero competitiva.
Talvolta annaspa il Nord America, altre l’Asia. A seconda dei contesti ci possono essere limiti fisiologici legati alla tradizione, all’impiantistica, al know-how, al numero di praticanti. Non dovrebbe essere un problema, per un’organizzazione che sostiene come “l’importante sia partecipare”. Invece così non è e si rischia seriamente di finire sotto la lente di ingrandimento di un dirigente a cui la quantità interessa più della qualità.
Giusto o sbagliato che sia, così va il mondo sportivo del 2025. Ecco perché al di là del trionfo individuale di Federica Brignone, quanto accaduto settimana scorsa nel gigante femminile, rappresenta un tripudio per l’intero sci alpino. Il messaggio ai padroni del vapore è chiaro. Volete tre continenti in grado di andare a medaglia? Nessun problema, eccovi i tre continenti in grado di andare a medaglia. Con tanto di nostra certificazione iridata.