La domestica che insegna la filosofia: da Zelig a Cava
CAVA MANARA. Stasera (venerdì), alle 21, all’Angelo Rossi di Cava Manara, in piazza Vittorio Emanuele II, nell'ambito della rassegna "Altri percorsi - il teatro in tutte le sue forme", va in scena Filo-Sofia con Margherita Antonelli. Il biglietto dello spettacolo è in vendita a 15 euro e può essere acquistato direttamente in Internet sulla piattaforma www.liveticket.i/cavamanara.
Personaggio di Zelig
Torna dunque al teatro Comunale l’inarrestabile Sofia, donna delle pulizie di una programma televisivo di grande successo come Zelig. Sono passati degli anni da quando dall’alto del suo mocio, bacchettava Bisio e Hunziker per le loro malefatte. Ora la ritroviamo a lavorare da una famiglia ricca e parvenu: marito banchiere distratto e assente, moglie gallerista annoiata e molto snob, figli con nevrosi di tutti i generi e ospiti che ficcano il naso dappertutto.
E, ancora, animali usati come surrogati affettivi, senza parlare della tecnologia che “ci ruba tempo “ invece di farcelo risparmiare, e ancora, nuove mode che ci complicano la vita quotidiana: vegani integerrimi, salutisti dell’ultimo minuto e gli sfiniti di “feetnees”. Sofia perlustra questo nuovo mondo, alla ricerca di qualcosa che risponda alla sua domanda : «Che senso ha?». Spaccati di una società nevrotica e apprensiva, nella quale Sofia si muove come un piccolo orso su un monociclo: perennemente in bilico tra buonsenso e comprensione.
Lei, donna semplice, che deve badare anche a un marito disoccupato dalla nascita (mia suocera mi aveva avvisato : «il nostro è un casato di disoccupati, non rovinarci la dinastia!»), a 4 figli alcuni adolescenti e scapestrati , ci avvisa che la vita non è facile per una donna semplice come lei, in un mondo che corre sempre più veloce. Tra strafalcioni («ho sentito l’Ave Maria di Schumaker, che emozione») e micro lezioni di bontà («a me sembra che delle volte, a loro, non ci metto a posto solo la casa ,ma anche i pensieri!» ), Sofia ci insegna che anche “un lavoro umile come il suo, possa diventare scuola di vita”. —