Piccole bombe nei visori dei soldati che manovrano droni, la strategia di Kiev ispirata da Israele
Piccole bombe nei visori perché esplodessero quando i dispositivi sarebbero stati indossati dai soldati russi che manovrano i droni. Dopo la denuncia dell’agenzia di stampa russa Tass, è arrivata anche la conferma dell’intelligence ucraina (Hur) di questa strategia ispirata dalla quella israeliana di far esplodere cercapersone in mano ai militanti di Hezbollah. Il piano prevedeva – come riporta il New York Times – che le visiere venissero consegnate sotto forma di aiuti umanitari.
Un funzionario ucraino ha rivelato al Times che l’operazione ha sicuramente portato a dei feriti, ma non è possibile fornire numeri precisi perché il piano è ancora in corso e Mosca fa trasparire poco riguardo ai feriti in guerra. Probabilmente il risultato è lontano dalle decine di morti e migliaia di feriti provocati dai cercapersone in Libano, ma l’esplosione degli occhiali ha avuto comunque un impatto sull’esercito russo, e l’effetto sembra essere stato quello di rendere i soldati di Mosca molto più cauti nell’uso dei visori, almeno secondo quanto emerso dai post sui social media.
Gli “occhiali trappola” rappresentano solo l’ultimo capitolo della lunga battaglia tra le spie di Russia e Ucraina. Entrambe le parti sono state accusate di utilizzare agenti per uccidere leader militari e attivisti. Secondo le autorità ucraine, il Cremlino ha una vasta rete di agenti “dormienti”, e ha accusato negli ultimi mesi già diversi di questi tra cui un’infermiera, un diacono della chiesa e un alto funzionario dei servizi segreti ucraini. La Russia, dal canto suo, ha accusato l’Ucraina di orchestrare omicidi di figure di spicco, tra cui quello del generale Igor Kirillov, ucciso con una bomba a Mosca, e quello della commentatrice ultranazionalista Darya Dugina nel 2022.
Gli ucraini sapevano di non poter colpire i russi con cercapersone o simili. Tuttavia, sapevano dell’ampio utilizzo di droni con visuale in prima persona (Fpv), che richiedono a chi li comanda l’utilizzo di visori speciali. Lo scorso 7 febbraio, Igor Potapov, imprenditore nazionalista russo che lavora per una compagnia che sviluppa e fornisce attrezzature di guerra elettronica, si era lamentato su Telegram di un lotto di occhiali “Skyzone Cobra X V4” per droni, prodotti in Cina, che sarebbero stati alterati. Potapov, citato in precedenza dall’agenzia di stampa russa, aveva affermato di aver ricevuto il lotto da un donatore di nome Roman.
Interrogato dal Times, Potapov ha raccontato di aver sentito parlare degli occhiali il giorno prima di postare su Telegram, e di aver confermato il rumor con un volontario che aiutava l’esercito russo. Gli occhiali Skyzone Cobra erano popolari tra gli operatori russi per il loro costo contenuto. “È emersa una notizia di sabotaggio umanitario – aveva scritto, postando foto dell’etichetta di spedizione degli occhiali e delle immagini dei dispositivi – Gli occhiali per droni Fpv sono stati ricevuti, quando accesi, si verifica la detonazione”. Secondo Potapov nessuno è rimasto ferito nelle esplosioni.
Un video che mostrava i dispositivi smontati era già apparso su un canale Telegram russo, chiamato “Engineers to the Front”. Secondo gli operatori del canale, gli occhiali erano stati distribuiti tramite volontari “senza il loro sapere”, definendo il tentato attacco ucraino come “massiccio”. Secondo quanto riportato, l’esercito russo si sarebbe lamentato di “numerosi casi” di occhiali esplosivi. Il canale ha riferito che ogni dispositivo conteneva fino a 15 grammi di esplosivo plastico e detonatori. Gli esplosivi erano confezionati in scatole fatte con stampanti 3D, che erano state installate al posto di una ventola. Gli autori di “Engineers to the Front” hanno affermato che le scatole per gli occhiali mostravano sottili segni di essere state aperte.
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