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“Arsenico nei materiali stoccati da Webuild per i lavori del raddoppio ferroviario”: altre due aree sequestrate dalla procura di Messina

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Troppo arsenico nei materiali accumulati per il raddoppio ferroviario: scattano altri due sequestri a Messina. Una grande area di 20 mila mq tra Contesse e il villaggio Unrra, due quartieri della zona sud della città, più una zona ad Alì, comune della costa tirrenica: entrambe messe sotto sequestro dalla procura guidata da Antonio D’Amato. I sigilli sono scattati a causa dell’accumulo di arsenico nei materiali stoccati in queste aree: una quota superiore alla media consentita. Sono dunque in tutto tre le aree sequestrate dalla procura peloritana.

Una vera e propria grana per il consorzio guidato da Webuild (la società che farà i lavori del Ponte sullo Stretto), che ha vinto l’appalto per i lavori del raddoppio ferroviario sulla linea Messina – Catania – Palermo. Ma è sulla tratta orientale che si sono concentrati i problemi per il consorzio di imprese.Tutto nasce dallo scavo della galleria Sciglio a Nizza di Sicilia, comune nella costa tirrenica messinese. I monti peloritani che circondano questa zona sono pieni infatti di metalli, tra questi c’è, appunto, l’arsenico.

La presenza di questo elemento velenoso era dunque già nota, ma il consorzio guidato da Webuild non avrebbe previsto lo stoccaggio di rifiuti speciali non pericolosi nei siti consentiti. I materiali di risulta dello scavo sono stati, dunque, accumulati in alcune vasche. La prima ad essere sequestrata è stata quella di Nizza di Sicilia, una vasca non coperta: quando il 21 ottobre scorso un’intensa pioggia ha colpito la zona, quindi, l’acqua ha disciolto il materiale accumulato e inquinato riversandolo nelle strade limitrofe. Poco dopo il sindaco, Natale Briguglio, ha dichiarato la non potabilità dell’acqua nel suo comune, per i livelli di arsenico rilevati dalle analisi dei pozzi comunali. Lo scorso 23 ottobre il personale di polizia giudiziaria dell’Arpa di Messina, durante un sopralluogo, aveva riscontrato “il dilavamento di liquido da una vasca di accumulo che raccoglie le acque derivanti da un’area di deposito temporaneo di inerti, liquido gestito come rifiuto”. Poco dopo la procura di Messina ha disposto il sequestro di una vasca di accumulo perché il trattamento dei rifiuti non pericolosi si era svolto “difformemente alle prescrizioni imposte” dalla legge.

Quasi 4 mesi dopo l’acqua di Nizza di Sicilia è ancora non potabile e i lavori per il raddoppio ferroviario in quella zona sono fermi. Nel frattempo altre due aree sono state messe sotto sequestro. Stessa situazione ad Alì, comune limitrofo a Nizza. Lo scorso novembre, dopo le prime notizie, il Pd aveva presentato un’interrogazione parlamentare, firmata dalla deputata Stefania Marino, e rivolta al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, proprio su questo argomento: “La scelta del consorzio di depositare temporaneamente il materiale presso il Villagio Unrra, una zona densamente abitata a poche decine di metri dal mare ha suscitato non poche perplessità nella comunità locale”, scriveva Marino. E continuava: “Emerge dai risultati delle analisi che ogni chilogrammo contiene in media 80 milligrammi di arsenico per un totale di oltre una tonnellata di arsenico. Dal deposito posto in contrada Volpone (a Nizza di Sicilia, ndr) le forti piogge hanno portato con sé materiale stoccato nelle vasche d’accumulo dei fanghi contaminati d’arsenico. Lo stoccaggio di questi materiali da oltre tre mesi senza adeguate misure di contenimento non solo può aver contaminato l’ambiente circostante ma anche le falde acquifere con un rischio elevato di inquinamento da arsenico”.

Per questo il Pd, chiedeva “quali misure, di sua competenza e nel rispetto delle competenze in materia sanitaria della regione, il Ministro interrogato intenda adottare affinché non solo si faccia chiarezza in merito allo stoccaggio dei materiali di cui sopra ma venga avviato nel territorio siciliano una mappatura dei siti a rischio biologico- sanitario per provvedere ad una loro bonifica al fine di tutelare la salute delle comunità locali”. L’interrogazione è stata presentata a fine ottobre: nonostante un ulteriore sollecito del Pd, non è ancora arrivata alcuna risposta da parte del ministro. Nel frattempo anche Giuseppe Lombardo, sindaco di Roccalumera, altro comune della costa tirrenica, che è anche deputato regionale per Sud chiama Nord, ha inoltrato richiesta per un incontro con l’ingegnere di Rfi, Michele Martinelli, Rup dei lavori sul raddoppio, chiedendo anche accesso “alla banca dati Sigmap per un costante monitoraggio delle componenti ambientali potenzialmente a rischio”: “La richiesta è stata inviata l’8 gennaio ma ancora non ho avuto alcuna risposta”, racconta Lombardo.

L'articolo “Arsenico nei materiali stoccati da Webuild per i lavori del raddoppio ferroviario”: altre due aree sequestrate dalla procura di Messina proviene da Il Fatto Quotidiano.




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