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La Pedemontana Veneta è un pozzo senza fondo. Sale a 47 milioni il buco accumulato dalla regione in soli 9 mesi

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Un buco di 47 milioni di euro soltanto in nove mesi. A tanto assomma la perdita che la regione Veneto ha accumulato dall’inizio di marzo alle fine di novembre 2024 per la gestione della Pedemontana Veneta. Le casse pubbliche hanno incassato 93,5 milioni di euro dai pedaggi degli automobilisti e dei camionisti, ma hanno dovuto sborsare 140,8 milioni di euro alla società Sis che ha costruito l’infrastruttura quale canone di disponibilità. La differenza conferma ciò che da anni si andava profilando per un’infrastruttura considerata strategica dalla giunta di Luca Zaia, ma che rischia di avere ricadute negative molto pesanti sul bilancio regionale.

Il calcolo è nero su bianco in un referto della sezione di controllo della Corte dei Conti del Veneto, il terzo nell’arco di cinque anni, che rileva numerose criticità a un anno dalla fine dell’opera. Dal 15 maggio dello scorso anno, l’arteria risulta conclusa e collegata all’autostrada A4 a Montecchio Maggiore, con la possibilità di sfruttare tutto il traffico della direttrice proveniente da Milano, che attraversa le province di Vicenza e Treviso, collegandosi alla A27 Venezia-Belluno all’altezza di Spresiano.

Il percorso dell’autostrada è di 94 chilometri, con circa 60 chilometri di strade di collegamento. “L’effetto delle due aperture ha fatto sì che nei primi nove mesi del 2024 si sia registrato un aumento del traffico giornaliero medio rispetto all’anno precedente pari al 32% circa, mentre il valore del prodotto veicoli transitati per chilometri percorsi ha registrato un incremento pari a 76%”. Così scrive la Regione nelle spiegazioni inviate ai giudici contabili. Il traffico pesante si è assestato sui livelli previsti, ma il numero delle auto è molto inferiore, determinando uno sfasamento rispetto alle previsioni del 2017.

La regione sta studiando riduzioni tariffarie per intercettare i veicoli dei pendolari veneti. Inoltre ha aperto un contenzioso di 20 milioni di euro per Iva versata, ma non dovuta, e non si è vista ancora riconoscere la velocità di percorrenza di 130 chilometri all’ora (attualmente sono 110). Secondo i magistrati andrebbero applicate subito le penali (25mila euro al mese) per i ritardi accumulati. L’opera avrebbe dovuto essere pronta nel 2020, ma l’esecuzione ha subito ritardi a causa del Covid, del sequestro di una galleria e del collegamento rallentato con la A4. che non faceva parte del progetto della Pedemontana, con lavori affidati ad un’altra società.

Secondo i giudici le modifiche di tariffe, pur necessarie, non saranno risolutive considerando che la rata mensile da versare a Sis è di 12,8 milioni di euro, mentre passerà da 165 milioni di euro della prossima annualità fino a 435,5 nel penultimo anno di gestione ed euro 332,3 nell’ultimo anno (trentanovesima rata). I consiglieri regionali di Europa Verde Andrea Zanoni e Renzo Masolo, hanno attaccato: “Se Zaia non vuole essere ricordato come il presidente che ha lasciato buchi finanziari sulla pelle dei Veneti rinegozi subito la convenzione con Sis. Il canone medio che deve versare sarà di 300 milioni all’anno, ma in base alle informazioni in nostro possesso il totale in entrata da pedaggi annuo potrà aggirarsi sui 120-130 milioni circa. Ciò significa che il buco annuo medio si aggirerà sui 170 milioni, che alla fine della concessione di 39 anni potrebbe arrivare alla strabiliante cifra di circa 6,5 miliardi di euro”.

La costruzione della Pedemomtana è costata finora 2,2 miliardi di euro, ma pendono richieste di adeguamento dei prezzi da parte di Sis. Le preoccupazioni finanziarie sono state subito raccolte dal sindaco di San Zenone degli Ezzelini, Fabio Marin, che adesso si spiega perché la Regione si sia rifiutata di realizzare lavori complementari per circa 5 milioni di euro per strade e marciapiedi.

“È una situazione molto grave. Non solo la Regione non ha richiesto le somme che avrebbe potuto ottenere per i ritardi accumulati, ma ha anche continuato a dichiarare di non avere risorse per rispettare i patti presi con i Comuni, tra cui quello di San Zenone. È inaccettabile che, mentre vengono ignorate le richieste dei territori, si proceda senza esitazioni con altre progettualità con la stessa concessionaria” ha dichiarato il sindaco Marin a Ilfattoquotidiano.it.

“Il Comune ha ottenuto tre sentenze favorevoli dal Tar e dal Consiglio di Stato, continua il sindaco, che riconoscono il diritto alla realizzazione di queste opere come da accordo di programma sottoscritto dalla regione nel 2012. Non sono semplici richieste di un sindaco per ottenere una rotatoria in più. Qui parliamo del rispetto degli accordi sottoscritti e delle sentenze dei tribunali. La regione sta calpestando i diritti delle comunità locali e dei cittadini”.

L'articolo La Pedemontana Veneta è un pozzo senza fondo. Sale a 47 milioni il buco accumulato dalla regione in soli 9 mesi proviene da Il Fatto Quotidiano.




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