Israele ordina che i militari restino per un anno in tre campi profughi della Cisgiordania: cacciati 40 mila palestinesi
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha ordinato all’IDF di mantenere una presenza militare per il prossimo anno in tre campi profughi della Cisgiordania, che sono stati sgomberati sia dai militanti che dalla popolazione civile, impedendo a chiunque di farvi ritorno.
“Finora 40mila palestinesi sono stati evacuati dai campi di Jenin, Tulkarem e Nur Shams, e ora sono vuoti. Anche l’attività dell’Unrwa è stata interrotta”, afferma Katz, come riportato dal Times of Israel. L’IDF sta smantellando quelli che definisce “nidi del terrore”, eliminando militanti e distruggendo infrastrutture e armi “su vasta scala”. “Ho ordinato all’esercito di prepararsi per una lunga permanenza”, aggiunge il ministro.
Nel frattempo, l’esercito israeliano ha dispiegato carri armati in Cisgiordania, intensificando l’operazione militare nella zona di Jenin. Si tratta del primo impiego di mezzi corazzati dell’IDF nella regione dai tempi dell’operazione Scudo Difensivo del 2002. Secondo il Times of Israel, le truppe della Brigata di fanteria Nahal e dell’unità di commando Duvdevan hanno avviato operazioni in diversi villaggi intorno a Jenin questa mattina. Parallelamente, un plotone della 188ª Brigata corazzata si sta preparando a intervenire nell’area. I media palestinesi hanno diffuso immagini in cui si vedono tre carri armati nella zona.
L’esercito israeliano ha inoltre confermato di aver condotto raid aerei nel sud del Libano, sostenendo di aver colpito un sito militare di Hezbollah contenente lanciarazzi e altre armi, oltre ad aver rilevato attività del gruppo armato. Lo riferisce il Times of Israel. L’IDF afferma che la presenza di Hezbollah in quell’area costituisce una “violazione degli accordi tra Israele e Libano”. L’esercito ha dichiarato di aver colpito anche altri lanciarazzi nel sud del Libano, ritenuti una minaccia per i civili israeliani.
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